Chapter 1

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Quella sera, faceva freddo.
A me e a nessun altro era permesso uscire. Impossibile.
Contemplavo la luna piena dall'unica finestra a sbarre nella stanza.

La porta si aprì.
《Hanno appena finito con me: tocca a te》, mi disse Anya.
Anya era la mia coinquilina, condividevamo la stessa stanza da quando eravamo sedicenni.
Avevamo la stessa età. Non sapevo praticamente niente di lei, era una ragazza cupa ma simpatica.
Sapevo solo che i genitori l'avevano lasciata in questo buco, per psicopatici non che luogo dove ogni rifiuto umano, considerato inutile per la società, veniva catapultato.

Besprizornye oltre che ad essere un orfanotrofio e centro d'accoglienza era anche un manicomio.
Praticamente eravamo considerati miserabile feccia umana, senza dignità, senza famiglia, abbandonati a noi stessi.

Uscita dalla stanza, attraversai scalza il corridoio, finché non raggiunsi quella lurida stanza- considerata da noi ragazzi un impero satanico- dove ci aspettavano analisi da fare e prelievi di sangue.
Chissà cosa ci facevano con tutto ciò.

Fui congedata da quel posto dopo quasi mezz'oretta. I più lunghi minuti della mia vita. Minuti di sofferenza, anche com un'anestesia cosciente.

Ritornai da Anya, che teneva in mano un cellulare su cui digitava probabilmente un numero telefonico . Il numero di John, il suo ragazzo.
《EHI, MA SEI IMPAZZITA! SAI BENE CHE QUI SONO VIETATI I TELEFONI , SE TI BECCANO, ANDRÀ A FINIRE COME L'ULTIMA VOLTA》, dissi con già in mente le conseguenze.
Era possibile urlare e bisbigliare allo stesso tempo? Direi di sì.
《Ah, sì? Ricordami cos'era successo l'ultima volta, donami qualche traccia amnestica》, disse lei con tutta calma.
《Non ti ricordi? Tu, in quella fredda e umida stanzetta, senza cibo e senza acqua, senza letto a soffrire per due giorni consecutivi? Per colpa di un ragazzo che non ti risponderà mai, ti sta facendo il lavaggio del cervello. Devi rendertene conto: sono solo false promesse!》dissi io con furia.
《Lui mi ama, Ellie! Hai capito! La tua è solo invidia perché non hai mai avuto l'opportunità di avere una relazione, per di più sei solo una povera verginella repressa che aspetta di venire salvata da qualcuno che non arriverà mai! È questa la verità》, disse lei.
《Almeno non ho abbandonato mio figlio affidandolo alla mia famiglia! E sai una cosa: se definisci John un uomo, allora preferisco non avere mai a che fare con il genere maschile!》, sputai io acidamente. Avevo toccato un punto dolente.
《A mezzanotte John, verrà a prendermi, pensavo di invitarti ma ripensandoci, se ci tieni così tanto, puoi anche rimanere qui a rimuginare sulla tua triste vita, sola soletta》, disse lei. Non aveva mai detto niente con tanta convinzione.
《Lo sto dicendo solo per il tuo bene, poi fai quello che vuoi 》, dissi io buttandomi sul mio letto.

Non era la prima volta che io ed Anya avevamo una discussione del genere. Ogni volta che si trattava di John, lei non vedeva altro.
Ah come si dice? L'amore rende ciechi.

****

Era mezzanotte e Anya stava preparando una valigia con tutta la sua roba.
Uscì senza che pensando che io non me ne fossi accorta anche se in realtà ero sveglia.
Se n'era andata senza salutarmi.
Ok, era meglio così. Tanto sarebbe dovuta tornare tra un paio d'ore, pensai. Tutto questo dopo che avrà realizzato che il suo carissimo John non c'era lì per lei.
Uno dei suoi soliti numeri l'illusione.
Le dava buca come al solito.
Tranquillamente tornai a dormire anche se in realtà c'era qualcosa che non mi lasciava tregua in tutto quello.

****

La mattina dopo mi alzai.
Anya, non era nel suo letto come avevo sperato e non era l'unica novità.
Tutto l'istituto era in balordo.
C'erano tantissime voci per i corridoi.
Sarei voluta uscire ma la porta era chiusa a chiave come ogni mattina per impedire che potessimo fuggire. Si apriva solo dopo le 9.00 per la colazione in mensa.

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