•Capitolo 3•

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"Cosa ridi? Per poco, non mi uccidevo" asserì alzando in cielo le mani, esagitata.
"Quanto sei esagerata!" Continuò a ridere di cuore l'amica.
"Esagerata un corno! A momenti mi rompevo una gamba"
Alice le fece un gesto con la mano volto a minimizzare l'accaduto. Non riusciva a smettere di ridere. L'amica la guardò bieca.
Erano anni che non si sentiva così allegra e spensierata. Quella era la magia di avere a fianco una persona così entusiasta e travolgente come Tracey.

Da fuori, l'edificio aveva un aspetto molto altero, quasi monumentale, c'erano fari che proiettavano luci e ombre sul patio antistante, ovunque.

D'altronde, era un tardo pomeriggio di fine novembre. A quell'ora, era già calato il buio.
Faceva molto freddo e correvano raffiche di vento che avrebbero fatto rabbrividire chiunque.

Per l'occasione, Alice si era vestita elegante, ma leggera per le temperature di quei giorni.
Indossava un formale gilet Pied de Poule con una semplice camicia bianca e una gonna nera a completare l'opera. Al collo e alle orecchie, aveva deciso di indossare le perle della madre. Ricordava ancora quando, adolescente, aveva provato più volte a sottrarle la parure. Purtroppo, l'occasione che aveva indotto a portarle, in quegli anni, non era una delle più fortunate e migliori.

"Alice ci sei? Ritorna sul pianeta Terra! Che pagherei per conoscere  solo parte dei tuoi pensieri.
Mi fumo una sigaretta ed entriamo.
Sei d'accordo?"
"Per me non ci sarebbe alcun problema se non facesse così freddo. Ho sbagliato a vestirmi così"
"Non dirlo a me"
Tracey aveva un completo blu notte di velluto, molto leggero e dei tacchi vertiginosi ai piedi, tempestati da brillantini color blu elettrico, giusto per non passare inosservata.

L'unico indumento che, a quanto pare, era a salvarle da quella condizione termica erano i caldi cappotti che portavano indosso.

"Non è che una volta entrate avrò sorprese lì dentro?"
Per poco, non le andò di traverso il fumo.
Iniziava a sospettare qualcosa? Medito' la sagace amica.
"Cosa stai farneticando?"
"Si, proprio, farneticando" Asserì Alice che proseguì quanto aveva iniziato,
"Ti ricordo che anni fa mi volevi appioppare Charles, l'amico di Albert.
Non ci sono riuscita nemmeno a scambiare quattro chiacchiere. Quel ragazzo era di una stupidità inaudita. Non faceva altro che ridere a qualsiasi scemenza dicessi"
"Hai ragione, quella volta ho sbagliato ma non da molto era accaduto il fatto."
Così parlava Tracey riferendosi alla morte dei genitori di Alice, attenta a calibrare le parole per non urtarne la sensibilità.
"Avevi bisogno di spensieratezza! E chi meglio di quel demente di Charles poteva dartela?" Ridacchiò, sommessamente.

Tracey sbircio' l'orario furtivamente.
Anche l'orologio, in pendant con l'outfit selezionato, era cosparso di brillantini. Una scelta fatta non a caso.

Come solito, erano in ritardo.
Non credeva che Andrew se ne sarebbe fatto un cruccio. In caso contrario, lo avrebbe mandato diretto a quel paese senza farsi troppi problemi. Non voleva avere troppi grattacapi nella vita, figuriamoci se si sarebbe messa a discutere con Andrew per una questione di così poco conto!

Le due amiche avevano delle personalità molto diverse, ma erano perfettamente coordinate. Quello, pensò Alice, doveva essere il segreto per cui la loro amicizia durasse da anni. Era elettrizzata al pensiero di poter ammirare una mostra di quella portata. Aveva fatto in macchina una ricerca veloce sul web e le recensioni erano a dir poco entusiasmanti. Oltretutto entrambe adoravano l'arte ed era uno dei tanti interessi che le accomunava. Succedeva sempre così.
Inizialmente, l'accidia aveva la meglio, ma poi Alice riusciva sempre a dilettarsi in compagnia di Tracey perché con lei accadevano spesso sempre le cose più strane e divertenti.

"Bella addormentata è ora di entrare dentro. Ti ho persa di nuovo?" Le fece muovendo la mano davanti il viso, per scuoterla.
"Quale bella addormentata? Mi sto concentrando per non morire dal freddo. A breve, ci iberneremo!
Quanto dura questa sigaretta? Secoli?"
"Ehi non rompere, me la sto gustando in santa pace. Comunque poi hai il coraggio di dire a me di essere esagerata?"
Risero insieme, dopo essersi scambiate uno sguardo d'intesa.

"Finalmente, l'ho terminata. Sei contenta?" Domandò, spegnendola nel posacenere di acciaio che aveva accanto.
"Entriamo e corriamo a cercare Andrew, okay? Anche perché lo voglio ringraziare personalmente per avermi regalato due biglietti gratis; diversamente avremmo dovuto pagare un occhio della testa"
"Davvero?! Non mi dire..."
"Sì, si tratta di un artista abbastanza quotato. Così mi ha detto il nostro benefattore."
A forza di nominarlo, Tracey aveva suscitato l'interesse di Alice che lo immaginava pelato, tarchiato e basso perché era impensabile che fosse sia bello che ricco!
"Com'è il tuo amico?" Domandò incuriosita Alice.
"Lo vedrai" Le rispose, strizzandole l'occhio l'amica.
"Bando alle ciance, ora entriamo" Proseguì a parlare Tracey.
"Agli ordini, capo!" Replicò sorridente Alice.

Risero nuovamente di gusto davanti quel breve scambio di parole.

A winning love (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora