•Capitolo 21•

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Alice, lo guardò addentare la pizza, avidamente. Sembrava non mangiasse da mesi.
"Ti è piaciuta, vedo!" Dichiarò, ironicamente.
Terminarono, in quel momento, di cenare.
Sagacemente, il ragazzo, rispose, di rimando, a quella simpatica battuta,
"Perché hai ancora dubbi?"
La giovane rise.
Il ragazzo ritornò, insistentemente, al discorso di prima.
"Dove lavori Alice?"
La giovane si domandò perché fosse così incuriosito. Forse, Tracey gli aveva accennato qualcosa della sua vita?
Le sembrava strano. Benché loquace sapeva, anche, essere taciturna su certe questioni delicate.
"A Nottingh Hill"
"Dici, veramente? Io ci abito! Come si chiama il locale?"
"Ha un nome buffo. Comunque, è molto conosciuto in zona. Diciamo, che è un'icona da quelle parti. È un negozio storico nel tuo quartiere. Si chiama, "lavami, lavami ancora."
Sorrise, mentre pronunciò quelle parole. Aveva un nome ridicolo anche se molto simpatico.
In quelle mattinate grigie, le piaceva pensare, potesse strappare qualche sorriso ai passanti.
Andrew si illuminò.
"Che strana coincidenza! Pensa che ci sono stato, proprio, stamattina! Mi ha servito un tipo che, però, non ti somigliava affatto!" Affermò, scherzando.
"Davvero sei passato?" Domandò, mentendo per, poi, seguitare a parlare,
"Sono stata tutta la mattinata a stirare panni, in disparte. Per questo motivo, non mi avrai vista"
"Allora, sarai stanca, immagino. Se vuoi, ti accompagno a casa"
Il ragazzo, mentre parlò, diede un'occhiata all'orologio.
Alice rimase, sinceramente, offesa. Credeva gli piacesse stare con lei. Purtroppo, si era sbagliata. Aveva fatto delle considerazioni troppo precipitose, evidentemente.
Si era lasciata incantare da quegli occhi magici e da quei muscoli che, ancora, guizzavano sotto la maglietta.
In quel momento, lo chiamarono al cellulare.
Si alzò e fece un gesto per scusarsi.
Chissà chi era a quell'ora.
Magari, qualche tipa con la quale usciva.
Era un bellissimo ragazzo, molto intelligente, a detta di Tracey. Impossibile potesse essere, ancora, single.
Alice desistette, subito, da qualsiasi altra fantasia che avrebbe potuto lasciarle l'amaro in bocca, anche se credeva, che, talvolta, facesse bene illudersi.
Prima che le accadessero tutte quelle disavventure, era solita fantasticare, ma, dopo la morte dei genitori, era ritornata coi piedi per terra.
Poco dopo, Andrew, fece ritorno al tavolo.
Aveva un'espressione seria e preoccupata.
"Alice dobbiamo andare"
La ragazza prese, prontamente, la borsa che aveva con sé.
"Certo"
Voleva chiedergli cosa fosse accaduto ma non si permise di domandarglielo.
Se avesse voluto sfogarsi, l'avrebbe fatto lui, spontaneamente, pensò.
"Incamminati che io, intanto, vado a saldare il conto"
"Ho già fatto io, tranquilla"
"Lascia che paghi la mia parte"
"Non se ne parla nemmeno.
Vorrà dire che la prossima volta mi offrirai un caffè"
"Affare fatto" rispose Alice. Tanto, già, sapeva, in cuor suo, che quella sarebbe stata la prima e l'ultima volta che lo avrebbe visto.
Salirono in macchina e la giovane non pronunciò una parola, lungo tutto il tragitto.
"Cherie dove abiti?"
Quel francese da dove sbucava fuori?
Le venne da ridere ma si trattenne.
"A Willesden Green. Capisco, sia una scocciatura accompagnarmi. Posso prendere sempre la metropolitana. Tanto ci metterei solo una mezz'ora"
La guardò, interdetto.
"Spero tu stia scherzando! A quest'ora, non manderei mai, in giro da sola, una ragazza bella, come te"
Le aveva fatto un complimento o si era sbagliata? Era sicura di aver sentito bene? Certamente, non poteva chiedergli di ripetere.
Era pur vero che fosse abituato a Tracey e a tutte le stravaganze di quella ragazza.
Era così imbarazzata che ritornò a guardare fuori dal finestrino.
Andrew mise un CD dei Coldplay.
"Abbiamo gli stessi gusti musicali!" Medito' la ragazza.
"Ti piacciono i Coldplay?" Chiese, improvvisamente, il giovane.
Ebbe la cattiva idea di girarsi per guardarlo e rispondergli.
In quel breve istante, si era, per un attimo, dimenticata di quanto fosse bello e possente. Aveva un'aura così magnetica e travolgente, difficile da spiegare a parole. Anche perché qualsiasi espressione avrebbe rovinato o fortemente sminuito ciò che aveva davanti.
Anche se, ormai, si era messa l'anima in pace perché aveva capito, benissimo, che quel ragazzo non fosse per lei. Era di un livello, decisamente, superiore, ma quella circostanza le aveva fatto, comunque, comprendere, che fosse arrivato il momento di sbloccarsi. Doveva conoscere gente nuova!
Rientrata in casa, si sarebbe iscritta a qualche sito di incontri. Era ora di iniziare una nuova vita.
Londra era popolata da nove milioni di abitanti. Ci doveva pur essere qualcuno lì fuori, pronto ad aspettarla. Di quello ne era certa.
Andrew, notando che Alice, non gli rispondesse, le diede una piccola gomitata, come a richiamarla.
Quel tocco la fece ritornare in vita. Fu elettrizzante al punto tale che l'adrenalina le rientrò in circolo. Poteva avvertire l'organismo pomparla a ritmi vertiginosi.
Si ripresento' quella forte sudorazione alle mani che la infastidiva molto.
Provò ad asciugarle sui pantaloni.
Con la fortuna che aveva, capace gliele avrebbe strette. Per fortuna, non accadde.
Il giovane si mise a ridere.
"Certo che sei tutta strana! Non potevi che essere amica di quella pazza di Tracey!"
"Grazie per il complimento, eh?" Rispose piccata. Continuò a parlare,
"Comunque si, i Coldplay mi piacciono molto"
Arrivarono davanti casa della ragazza.
Andrew spense la macchina.
Alice iniziò a sudare freddo.
Perché aveva fatto un gesto del genere? Non poteva, semplicemente, salutarla e andarsene, proprio, come avrebbe fatto chiunque?
Lo vide, per giunta, impacciato.
"O no!" Pensò Alice. "Qui si mette male! Cosa avrà in mente?"
Era impaurita. Non credeva di esserne all'altezza. Perfino, supponeva che fosse un bene non rivederlo più, tanto non ci sarebbe potuto essere mai nulla tra loro. Poi, non era brava a comportarsi in certe circostanze. La vergogna la rendeva, addirittura, ridicola.
Andrew si girò verso di lei.
"Scusami per prima"
"Cosa?" Domandò lei, in evidente imbarazzo.
"Per averti detto di essere strana! Cioè, oddio, lo penso veramente" si mise a ridere, "ma nel senso buono del termine. Mi fai ridere. È difficile incontrare una ragazza con la tua stessa sottile ironia"
Alice non immaginava, di certo, che ci sarebbe stato un tale epilogo.
Stettero entrambi in silenzio, dopo quel breve scambio di parole. Si poteva udire, solo, il forte e incessante battito del suo cuore. Pensò potesse sentirlo anche lui, per quanto il rumore fosse assordante.
Tutto d'un tratto, il giovane uscì per andarle ad aprire la portiera.
"È stato un grandissimo piacere averti conosciuta, Alice" affermò, fieramente.
Notò che le stava guardando le labbra.
Possibile che la volesse baciare?
Quell'idillio fu spezzato dal suono del cellulare di Andrew.
Prima di salutarsi una volta per tutte, le sfiorò delicatamente le labbra per, poi, scomparire nel cuore della notte.

A winning love (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora