•Capitolo 39•

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"Dentro a un abbraccio puoi fare di tutto: sorridere e piangere, rinascere e morire. Oppure fermarti a tremarci dentro, come fosse l'ultimo"

- Cit. Charles Bukowski

Quell'abbraccio le scaldo' il cuore. Andrew la strinse a sé con forza, con un'intensità che racchiudeva tutta la tenerezza e la dolcezza di quel momento.
Attimi che avrebbe voluto fossero eterni.
Le persone vivevano per quegli istanti.
La gente si alzava, andava a lavorare e conduceva una vita monotona e, per certi versi, grama e misera, ma con quel gesto rammento' che non esistesse soltanto il lavoro o le cose pratiche. L'amore andava riconosciuto e prontamente accalappiato e lei si beo' di quella situazione che non si sarebbe ripetuta tutti i giorni, molto probabilmente.
Questo a riprova che Andrew fosse un ragazzo sorprendentemente empatico e tenero, come ce ne erano pochi in giro.

Quell'atmosfera idilliaca come tutte le cose belle e piacevoli durò poco.

Il telefono di Alice squillò insistentemente.
"Diamine, proprio adesso! Non ci voleva..." rifletté la ragazza.
"Scusami Andrew" fece sciogliendosi a malincuore da quell'abbraccio dolce e avvolgente.
"Ma devo rispondere. Magari è la zia che ha bisogno di qualcosa"
Il ragazzo comprensivo rispose,
"Certo tesoro fai pure con comodo. Vorrà dire che mi dilettero' nell'attesa a leggere qualche libro.
Ne hai così tanti..." fece buttando un'occhiata al mobile posto sotto il televisore ove c'erano dei scomparti in cui erano impilati i testi più disparati.

Mentre Andrew si adagiava comodo sul divano, Alice cercava come una pazza per casa il cellulare.
Il ragazzo ridendo, domandò, "Alice, scusami, cosa stai facendo?"
"Shhhh" lo azzitti', accostando l'indice alla bocca.
"Non mi ricordo dove abbia lasciato il telefonino" gli rispose tendendo l'orecchio per capire da dove potesse provenire quel suono e aggiungendo "e non mi guardare come fossi una pazza, anzi, forse avesti un po' di ragione in questo caso" fece grattandosi la testa mentre si appoggiava con le spalle al muro, vicino la porta del bagno.
Andrew continuò a ridere attonito.
"Secondo te" proseguì la giovane, "da dove cavolo proviene lo squillo?"
"Guarda non ti vorrei dire niente, ma per me giunge dalla stanza da letto"
"Che fottuto genio che sei!" Replicò imbarazzata per aver pronunciato quella parolaccia.
"Hai un udito infallibile, lasciatelo dire" Asserì fiondandosi nella camera da letto posta vicino la toilette.
Pote' sentire la fragorosa risata del ragazzo.

Tra le lenzuola rinfuse rinveni' il tanto agognato telefonino che nel frattempo aveva smesso di suonare.
Era Tracey. Già lo sapevo in cuor suo.
Le avrebbe fatto il terzo grado come minimo.

Scorse whatsapp e trovò una caterva di messaggi dell'amica.

"Buongiorno amica, cosa fai?"

"Perché non rispondi? Devo preoccuparmi?"

"Come è andata con quel fusto di Andrew? Ci hai scopato, si?! Come ce l'ha? Mi dà l'idea di uno che ce l'ha grosso, uno di poche parole, ma che ficca bene!"

"Cazzo Alice che fine hai fatto?"

Una sfilza di sms inviati l'uno dopo l'altro, a ogni ora.

La richiamò subito.

Al primo squillo rispose.

"Si può sapere che cazzo di fine hai fatto?"
"Stai calma Tracey! Non sei la Gestapo"
"Infatti sono peggio" Rispose lei di rimando, ridendo stavolta.
"Mi sono semplicemente svegliata tardi, molto tardi. Comunque sto in compagnia di Andrew"
"A ecco lo sapevo vecchia porca, ci hai scopato, si?"
Come reazione a quelle parole Alice tossi',
"Beh allora mi vuoi rispondere?" L'esorto' l'amica.
"No Tracey" Rispose a bassavoce la padrona di casa avendo timore che il ragazzo nel salone potesse sentirla.

Si affacciò di sguincio dalla porta della camera per vedere di nascosto cosa Andrew stesse facendo.
Era completamente assorto nella lettura di On the road.
Molto bene posso parlare tranquillamente.

Si adagio' sul letto stavolta più serena per proseguire quella conversazione.
"Ci sei ancora Alice o ti hanno rapita gli alieni?"
"Spiritosa" Digrigno' tra i denti.
"Comunque visto che sei tanto curiosa, ebbene no, non ci ho ancora fatto l'amore" prima che potesse terminare la interruppe.
"Cosa?! Ancora non l'hai provato?"
"Provato cosa, Tracey?" Domandò ridendo, "mica è un vestito?"
"Non ci ho dormito insieme se è quello che vuoi sapere. È passato a trovarmi poco fa perché stanotte gli hanno rubato il telefonino che aveva dimenticato sul cruscotto della macchina"
"Che testa vuota" Replicò con ironia.
"Comunque deve essersi innamorato!"
"Non esageriamo Tracey. Sicuramente, gli piacero' molto e questo anzi me l'ha confermato"
"Ma adesso dove è?"
"Sta in salone a leggere un libro"
"Mamma mia è più vecchio di te" Esclamò ridendo.
"Guarda sto passando, almeno provo a svecchiare un po' l'ambiente"
"Sei sempre la solita scema"
Rise Alice.

Dopo aver attaccato svelo' ad Andrew chi fosse.
Mentre usciva dalla stanza da letto per dirigersi in salone esordì,
"Era Tracey. Ha detto che tra poco sarà qui anche lei"
Il giovane che era assorto a leggere alzò di scatto la testa per guardarla negli occhi,
"Immagino a quali conclusioni sia giunta sapendo io mi trovi qui"
Alice fece finta di nulla. Non poteva certamente fornirgli i dettagli di quella chiacchierata, sarebbe stato molto imbarazzante.

Non fecero in tempo a dirsi altro perché squillo' stavolta il cellulare di Andrew che dopo aver visto il display si alzò con uno sguardo torvo e preoccupato.

Chissà chi poteva essere. Forse si trattava di qualcosa di lavoro che lo preoccupava, congetturo' Alice.
Lo sentì parlare in modo ermetico.
"Si ora non posso parlare" lo sentì mormorare dalla stanza da letto dove si era recato per parlare indisturbato mentre Alice era rimasta in salone, praticamente dandosi il cambio. La ragazza tentò di origliare per cercare di comprendere con chi stesse parlando, anche se non ce ne era bisogno dato che la casa era molto piccola.
"Ne parliamo a voce senza che mi dai il martirio al telefono" proseguì il ragazzo con tono fermo e imperante.
Chi gli stava dando il martirio?
Evidentemente, era stato chiamato più volte al telefono o lo avevano assillato su uno stesso argomento? Si chiese Alice, tremendamente incuriosita.
Quando ebbe fatto, il giovane la raggiunse sul divano.

Ne studiò il volto. Era teso a differenza di prima.
"Tutto bene, Andrew?" Azzardò Alice.
"Si tutto bene, però ora devo andare" fece lui mestamente, rimarcando il termine "andare".

Chi caspita c'era dietro quelle chiamate?
Anche un'altra volta Alice aveva assistito a una telefonata del genere a seguito della quale era cambiato di umore, medito'.

Prese il giubbotto, la sciarpa, il cappello e i guanti e la salutò frettolosamente dandole un bacio sulla testa.

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NOTA AUTORE:
Come mai Andrew è così preoccupato e nervoso dopo quella chiamata?
Chi potrebbe essere l'interlocutore?
Nei prossimi capitoli lo scopriremo insieme!
Grazie a tutti/e per il seguito❤❤❤

A winning love (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora