•Capitolo 17•

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Alice scattò, al pari di una campionessa olimpionica, per raggiungere l'amica che l'aspettava sotto casa, in macchina.

Entrata nell'autovettura, si fermò un istante per riprendere fiato. Il finestrino davanti non ci mise molto ad appannarsi. Non aveva quel fiatone dalla secondary school, tappa della vita che la vide protagonista di diverse gare campestri.

Dentro la borsa si era portata una spazzola da viaggio, un rossetto e del fard.
Quel parapiglia le aveva scompigliato i capelli che, ora, erano in disordine.
Abbassò la visiera parasole, alla quale era fissato uno specchietto, e si pettino', delicatamente, i capelli.

In quella fretta si era dimenticata di salutare Tracey che, non mancò di sottolinearlo.
"Ciao eh?! Ti vedo ansiosa! Cos'hai?"
Alice rispose, imbarazzata, volgendo il capo a terra, "scusami se non ti ho salutata! Voglio risultare perfetta! Per venire qui di corsa, i capelli si sono arruffati!"

La guardò attentamente. Stette in silenzio per un paio di minuti, a riflettere su qualcosa, per, poi, puntualizzare e ammettere, con un sorriso entusiasta, "ho fatto centro, stavolta!"
"A cosa ti riferisci?" Ribatté l'amica, fingendo di essere perplessa. Aveva capito benissimo a cosa si riferisse.
"Andrew ti deve piacer molto per essere così emozionata!"
"Cosa stai dicendo?" Cercò di nascondere la verità, ancora una volta.
"Possibile sia così visibile la cosa?" Si chiese, meravigliata.
"Sono emozionata perché non esco mai, per giunta, con persone che non conosco!"
"Si, certo, come no! Sei credibile come una moneta da un pound!" Rise Tracey, intenta a partire.
"Cosa ridi? È così!"
"Non sei convincente affatto!"replicò l'arguta amica.
Continuò, "vuoi prendermi per il culo? Ti conosco come le mie tasche!"
"Non sapevo sapessi leggere la mente!" Ribatté Alice.
"Non minimizzare! Ribadisco. Ti conosco troppo bene. Andrew ti piace parecchio! D'altronde, come non potrebbe? È bello, ricco e acculturato. Ha un fascino tutto suo. Ha non so quante ragazze che gli sbavano dietro!"
"Grazie! È confortante conoscere questi particolari!"

Non ne sapeva il motivo, ma non voleva che l'amica scorgesse in lei qualche emozione a cui, nemmeno la ragazza stessa, sapeva dare un nome.

Alice era, così scossa, che passò quel breve tragitto, tenendo, saldamente, le mani al sedile. Ora rammentava perché, di gran lunga, preferiva utilizzare i mezzi pubblici. Tracey era spericolata alla guida e, solitamente, aveva il maledetto vizio di sintonizzare la radio su una stazione che passava, per lo più, gruppi metal. Quella musica le stava, letteralmente, bucando i timpani.

Gridò, solo, per esclamare, "stai attenta, porca troia!"
"Calmati Alice, ho frenato appena in tempo." Rispose con nonchalance.
L'anziana signora, che stava attraversando sulle strisce, fece un gesto con la mano in direzione dell'amica.
Probabilmente, l'aveva mandata a quel paese. Alice sorrise davanti quell'esternazione. In fin dei conti, la povera vecchietta, non aveva tutti i torti.

A un certo punto, non riuscendo più a tollerare quel frastuono, prese in mano la situazione,
"Tracey abbasso la radio" disse, con tono imperioso.
Aveva bisogno di rilassarsi, prima che gli ormoni le scatenassero un vero e proprio putiferio.
"Ti stavo guardando prima..." azzardò Tracey.
"Beh?"
"Stai da Dio! Non capisco perché ti ostini a indossare quei vestiti che non ti fasciano e non ti valorizzano nemmeno un po'! Hai un culo da urlo e un seno prosperoso e, oggi, indossi un profumo buonissimo!"

Rise davanti quelle dichiarazioni. Tra l'altro ne era imbarazzata. Non era abituata a ricevere certi complimenti. Come la maggior parte delle donne, era insicura del suo aspetto fisico. Si soffermava, sempre, su quei piccoli difetti insignificanti che non sminuivano, affatto, la sua innata bellezza.

Con il solito atteggiamento, l'amica, alla guida, proseguì, "avevo, addirittura, dimenticato avessi del petto!"
"Cosa?!" Rise Alice, che le diede una piccola gomitata.
Si guardarono e risero finché non arrivarono a destinazione.

Il bowling, dall'esterno, era, assolutamente, anonimo. Se non avesse saputo della sua esistenza, molto probabilmente, non se ne sarebbe, nemmeno, accorta.

Appena giunte, Tracey scese dall'abitacolo, per avvistare se ci fosse, già, qualcuno dei suoi amici nei paraggi, mentre Alice avvertì una forte tachicardia che le tolse il respiro. Sembrava avesse percorso, correndo, quaranta chilometri.
Stava iniziando, anche, a sudare.
Tentò di annusarsi, con circospezione, sotto le ascelle, per capire se ci fosse o meno del maleodore. Per fortuna, non era il suo caso.

Decise di ritoccarsi le labbra e osò guardarsi intorno per verificare, anche lei, se ci fosse qualcuno, nei dintorni.

Quando lo vide, il suo cuore perse un battito.

A winning love (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora