•Capitolo 38•

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"Ci sono persone convinte di non meritare l'amore. Loro si allontanano in silenzio dentro spazi vuoti, cercando di chiudere le brecce al passato"

- Cit. Christopher McCandless (dal film Into the wild)

La ragazza dormì fin quando qualcuno non bussò fortemente alla porta.
Si sentì un rumore secco e cupo.
"Alice! Alice, ci sei?"
Si rizzo' in piedi stordita. Ancora non aveva realizzato chi fosse.
Quella voce maschile, però, le era familiare.

Sollevò la mano sulla bocca spalancata in segno di meraviglia.
No, non poteva essere lui! Medito'.
Quel presunto sconosciuto seguito' a parlare confermando i suoi dubbi,
"Alice sono Andrew. Se ci sei aprimi! Devo raccontarti una cosa"
Aveva un tono teso, preoccupato.
Come mai era allarmato?
Lo rimase anche lei quando vide l'orologio del salone. Segnava le quattro. Non poteva credere ai suoi occhi. Aveva dormito tantissime ore, come non faceva da tempo.
Dopo quelle constatazioni si destò dal torpore che fino a prima l'aveva avviluppata dolcemente.

O mio Dio! Cosa ci fa qui? Sono un mostro! Spettinata e vestita come una scapestrata.
Nella confusione più totale, si diresse prima in camera e poi in bagno, non sapendo esattamente cosa fare.
Era conveniente prima vestirsi di tutto punto e poi truccarsi o viceversa?
Prese, intanto, del tempo per pensare sul da farsi.

Urlò per farsi sentire dall'altra parte,
"Andrew sono qui, viva!
Dammi un secondo che ti apro!"

Ripiego' esclusivamente sul trucco perché per cambiarsi ci avrebbe impiegato del tempo solo per scegliere l'outfit da indossare. Non avrebbe potuto farlo aspettare fuori per troppo.
Impiegò un paio di minuti per stendere l'eyeliner e dell'ombretto verde, in pandan con il vestiario di quel giorno. Fece in tempo anche a pettinarsi.
Si osservò per un momento allo specchio. Era decisamente più presentabile.
Con il cuore in gola, si scapicollo' verso il portone di casa, ma prima di aprirlo diede un'ultima occhiata in giro.
Per fortuna nei giorni addietro aveva pulito e spolverato ovunque e comunque dopotutto la casa non era così disordinata, valutò.

Finalmente, spalancò la porta, con il cuore che batteva a mille.
Quel momento fu come se lo avesse aspettato tutta la vita, come se fosse vissuta tutto quel tempo per attendere quel fatidico attimo.
In quel frangente si rese conto di chi si trattasse e come realizzò questo ebbe paura. Nutriva un infondato timore di quello che si sarebbe potuto verificare, preoccupata che non si sentisse ancora pronta per fare l'amore e fondersi completamente in quel ragazzo. Ciò avrebbe significato, tra l'altro, una rottura definitiva con Robert atta a recidere quel sottile filo al quale nonostante tutto si sentiva ancora legata.

Trovò il giovane di spalle intento a parlare al telefono.
Andrew attaccò il ricevitore proprio in quel momento e si girò.
Quando lo vide la folgoro'.

Era semplicemente bellissimo e il suo sorriso sincero e cordiale fu addirittura più carezzevole e caldo dell'abbraccio che le diede poco dopo.
Profumava come sempre di dolce, di buono. Sapeva di casa e riusciva nitidamente a percepirne tutte le sfumature dell'amore perché era quello che provava. Se ne era perdutamente innamorata. Probabilmente, sarebbe stata l'ennesima illusione, ma tanto valeva viverla, cercando di dare un senso alla promessa fatta. Doveva farsi coraggio e affrontare quel groviglio di emozioni che ogni volta la lasciavano piacevolmente inquieta.

Nella fretta si era dimenticata di lavarsi i denti. Doveva correre in bagno per compiere quel doveroso rituale.
Entrare nel piccolo monolocale regalò ad Alice l'opportunità per farlo. Con l'occasione gridò, mentendo "scusami ma me la sto facendo sotto!"
Non poteva di certo dirgli che si fosse svegliata da poco con un sapore amaro e acido in bocca e che quindi doveva lavarsi i denti perché non si sapeva mai se avesse avuto in serbo quel giorno la voglia o meno di baciarla.

A winning love (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora