•Capitolo 8•

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Si precipitarono per rincasare, quanto prima, considerato che Tracey doveva terminare, per l'indomani, un lavoro molto importante, per conto della società dove lavorava. Era un architetto in erba, giovane e con tanta voglia di fare.
Aveva due anni più di Alice e si erano conosciute, tanto tempo prima, in modo, forse, un po' banale, frequentando un corso di aerobica.

La sintonia si era creata, sin da subito.
Piano, piano avevano iniziato a conoscersi e, poi, a frequentarsi, con maggiore regolarità.

All'inizio, anche Alice era rimasta contrariata dai modi un po' eccessivi dell'amica ma, poi, conoscendola meglio, si era ricreduta.
Era una persona dal cuore grande.
Per gli altri, si faceva in quattro.

A differenza di Robert, quando Alice aveva perso entrambi i genitori, lei, in un modo o nell'altro, c'era sempre stata. Di questo le sarebbe stata grata a vita. Senza di lei, probabilmente, non ce l'avrebbe fatta.

Tracey personificava ciò che tutti cercavano, la vera amicizia.
Infatti, al pari del vero amore, anche quel sentimento era molto raramente ricambiato.

La vita le aveva tolto tanto, in termini affettivi, ma le aveva dato, in cambio, quella splendida persona. Era stata una fortuna averla incontrata.

Sul taxi non riuscirono a parlare, perché Tracey fu impegnata a conversare al telefono con una collega.
Lungo il tragitto, non fece altro che sparare frecciatine sul capo, dandogli appellativi non, proprio, adatti alla bocca di una donna.
Alice, dall'altro lato, per tutto il viaggio, rise smodatamente.

Il taxi fece tappa sotto l'abitazione di Alice.
Tracey allontanò, momentaneamente, il telefono dall'orecchio,
"Tesoro ci sentiamo domani", le scoccò un bacio che lei, subito, ricambiò.

Un volta salita in ascensore si guardò allo specchio. Era a pezzi. Il peso della settimana lavorativa si faceva sentire.
Era stata assunta, da diversi mesi, presso una lavanderia, ove si occupava del lavaggio e della stiratura dei capi di abbigliamento che le recapitava la clientela. Lo stipendio le permetteva di sopravvivere, anche se, a parte dell'affitto di casa, provvedeva la zia.

Si poggiò un attimo sul divano anche se c'era una voce nella testa che le diceva che si sarebbe dovuta alzare per andarsi a cambiare e struccare.
L'unico pensiero che, a quell'ora, le potesse destare qualche fremito e interesse, era Andrew.
Sperava, in cuor suo, di rivederlo presto.
Il giorno dopo, tanto avrebbe parlato con Tracey e ne avrebbe approfittato per indagare un po' su quel ragazzo, cercando di passare inosservata.

D'improvviso, sentì vibrare il cellulare.
Era Tracey.
"È stata una bella serata.
Mi ha fatto piacere vederti una volta tanto scanzonata. Aver conosciuto Andrew ti ha fatto bene! Ci sentiamo domani. Ti voglio bene", così recitava il messaggio WhatsApp spedito alle undici e mezza di quella stessa sera.
Malgrado i suoi modi, era, proprio,una cara ragazza!

Alice non fece in tempo a formulare quel pensiero che crollò sul divano, vestita e truccata di tutto punto.

La sveglia suonò impavida e la ragazza si alzò di soprassalto.
"Cazzo! Mi sono addormentata vestita e truccata! Lo sapevo sarebbe finita così!"
Si gettò, precipitosamente, sotto la doccia. Il getto caldo la riscosse dal torpore di poco prima.
Si insapono', delicatamente, le parti intime per, poi, strofinarsi, con forza, il capo.

La mattina, il bagno era l'unico rituale che riusciva a smuoverla completamente.
Si asciugò in fretta e furia e indossò un tailleur molto severo.
Mise del mascara e un leggero rossetto nude sulla bocca.
Prese la borsa e uscì, tutta, trafelata da casa.

Un'altra settimana di lavoro era lì ad attenderla.

A winning love (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora