•Capitolo 13•

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"Alzate in alto i calici", esortò, euforicamente, Grace.
Fecero un brindisi con un pregiato vino rosso di vecchia annata, dal retrogusto forte e di carattere.

Alice, riconobbe con rammarico, di essere una persona diversa dalle altre. Purtroppo, non aveva piu' una famiglia con la quale organizzare una reunion intorno una bella tavola, imbandita.

A rincuorare lo spirito e a soddisfare il palato ci pensò lo squisito tacchino preparato da Grace. Come contorno, la padrona di casa, aveva sfornato una miriade di verdure, insalata, asparagi e peperoni cucinati arrosto.

"Grace complimenti, sei una cuoca formidabile", le fece Alice, alzando il bicchiere in suo onore. Seguitarono a fare la stessa cosa gli altri commensali.
La mamma di Tracey contraccambio', con un sorriso smagliante, che venne ricambiato, di buon grado, dalla giovane.

James si intromise, in quell'idilliaco quadretto, "Alice, Tracey mi ha detto che stai lavorando in una lavanderia. Perdonami, se te lo domando, così, sfacciatamente, perché non riprendi gli studi?"
La figlia lo guardò torvo e intervenne, immediatamente, riprendendolo,
"ora non cominciamo a fare certi discorsi eh papà?"
James si rigirò dalla parte della figlia,
"Perché cosa avrò mai chiesto di tanto strano?"

Timidamente, Alice, in difesa del padre dell'amica, schiarendosi la voce, disse, "non c'è problema Tracey. Posso, ancora, rispondere a una domanda del genere.
Se dovessi replicare nel giusto modo, è previsto un premio in palio per me?" Chiese, ridendo, per sdrammatizzare e rendere più leggera l'aria che si era venuta, tutto di un tratto, ad appesantire.

Era incredibile come Tracey fosse così protettiva verso l'amica. Non che non le piacesse ma, talvolta, era, dannatamente, esagerata. Le dispiaceva che avesse trattato, così in malomodo, il padre.
Tracey, dopo l'intervento dell'amica, si rilassò.
Grace, invece, ogni tanto, ancora, si alzava, per controllare, in cucina, il dolce che, poco prima, aveva infornato.

"Si James hai ragione ma non posso permettermi di pagare la retta del college"
"Ti possiamo aiutare noi!"
"Papà come ti permetti di mettere in difficoltà una mia cara amica?!"
"Perché cosa ho detto? Proprio perché è una tua carissima amica e io e la mamma la consideriamo come una figlia che ci piacerebbe aiutarla!"
Alice prese la parola, "è un gesto encomiabile da parte vostra e per questo ve ne sarò sempre grata ma non posso accettare"
Dopo quello che le aveva detto anche Tracey, non si permise di insistere.
"Va bene, Alice. Però, se ci dovessi ripensare, io e mia moglie saremmo lieti di aiutarti"
Assenti' Grace con la testa.
Era rientrata nella sala, con in mano, una crostata.

"Che odore superbo mamma!" Si complimento' Tracey.
"Si, in effetti, stavolta, ho realizzato un capolavoro" riconobbe, senza troppi fronzoli, la padrona di casa.
"Porto anche il caffè. Pazientate un minuto e non bisticciate mentre sono via"
"Si!!!" confermarono, all'unisono, tutti e tre, ridendo.

Grace affetto' la crostata per tutti i presenti e la offri', con un sorriso, così cordiale che era, impossibile, non ricambiare.
"La marmellata è squisita", riconobbe la giovane Alice.
"L'ho fatta con le mie mani", replicò la mamma di Tracey, orgogliosamente.
Alice ne rimase basita.
"Tu sei una chef mancata!"
"Non esageriamo!" Ribatté, immediatamente, la figlia.
"No, no esageriamo!" Obietto' Alice.
Tutti risero, allegramente.

"Ragazze se avete da fare, andate pure, intanto, sparecchio e sistemo la cucina"
"Grace, mi piacerebbe aiutarti"
"Ti ringrazio ma non ci vedevamo da molto. Vai su con Tracey e goditi la serata"
"Che persona meravigliosa era la madre di Tracey, così dolce e rassicurante, materna", valutò la giovane.

"Dai Alice saliamo che andiamo a fare quella bella cernita."

Salirono le scale per dirigersi al piano superiore, dove si trovavano le camere.
Anch'esse erano spaziose e luminose.
Addirittura, l'amica aveva un bagno interno la stanza.

Tracey spalancò l'armadio.
L'amica rimase, completamente, esterefatta.
"Quante cose hai?", chiese meravigliata.
"Forse troppe", riconobbe, candidamente, la giovane.
"Sono, talmente, tanti abiti che penso che non mi basterebbero due vite, per indossarli tutti!" Rise Alice.
"Infatti, fai una scelta oculata, perché ti regalerò un intero outfit, compreso di borsa. Purtroppo, per le scarpe abbiamo due numeri diversi"
"Vorrà dire che spremero' le meningi", affermò, sorridendo.

Si provò tantissimi vestiti e si divertorono molto, tra le mille battute di Tracey, che rideva a crepapelle, da un po'.
Non si ricordava di essersi mai divertita così, rifletté Alice.

"Secondo me quel completo ti sta divinamente", ravviso' l'amica.
"Giacca e minigonna?" Storse il viso Alice, per, poi, proseguire, "ricordati che dobbiamo andare a giocare a bowling non ballare in discoteca!"
"Si è vero! Allora prenditi quei leggings di pelle e quella maglia aderente sopra. Tieni, ti regalo anche questi orecchini. Tanto non li indosso. Staranno meglio a te che a me."

Alice non sapeva come avrebbe potuto mai sdebitarsi con quella famiglia.
L'abbracciò commossa, "grazie amica mia."

A winning love (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora