•Capitolo 16•

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Dopo aver udito il tono di voce di Andrew, il suo umore cambiò. Non era più triste, come quella mattina.
L'innamoramento, pensò, modificava le carte in tavola e la vita delle persone.

Una volta, si era ritrovata a leggere su una rivista scientifica, cosa accadesse, a livello cerebrale, con l'innamoramento.

Il periodico, ne snocciolava, dettagliatamente, le fasi, ed elencava gli ormoni in gioco, quali l'adrenalina, la dopamina e la serotonina. Non ricordava, esattamente, quale dei tre determinasse l'accelerazione del battito cardiaco, la sudorazione e la scarsa salivazione. Sensazioni queste che aveva provato tutte. Secondo la giovane, era impossibile che potessero essere dovute all'innamoramento. Si trattava, molto probabilmente, soltanto di stress.

Tra l'altro, Alice era una persona, estremamente, razionale e pragmatica e non concepiva che, dopo aver visto, solamente, una volta una persona, potesse esserne rimasta così sconvolta. Per come la pensava, una cosa del genere, era inammissibile.
Magari, approfondendo la conoscenza, lo avrebbe scoperto arido e altezzoso, proprio, come coloro che appartenevano al suo giro.

Era diventata pessimista, ormai, dopo tutto il dolore provato, tra la morte dei suoi e l'abbandono di Robert.

A tal proposito, si domandò che fine avesse fatto l'ex fidanzato. Non era nell'indole della giovane augurare del male a nessuno. Tanto, secondo Alice, ci avrebbe pensato il karma a restituirgli quello che aveva fatto, per giunta, in un momento di grande difficoltà della ragazza.

Alice aveva avuto così tante prove e aveva provato, così, tanta sofferenza che non si aspettava più nulla dalla vita, anzi, era molto grata per i piccoli gesti e le opportunità, che le venivano offerte, quotidianamente.

Non voleva adombrarsi, ulteriormente, per cui, figuro' e sostitui' quei penosi pensieri col vestiario prescelto per quella serata. Talvolta, era di gran lunga meglio, essere superficiali, rifletté.

Diede un'occhiata all'orologio. Erano ancora le tre. Aveva chiesto ai due anziani proprietari di poter uscire alle quattro. Almeno, sarebbe ritornata a casa prima per farsi una doccia e cambiarsi, per, poi, riprendere la metro e raggiungere la compagnia al bowling, a Notting Hill.

Salutò alle quattro, il collega, Margareth e Jack.
"Ciao a tutti! Oggi sono impegnata, per cui, me ne andrò via di corsa!"
Jack, le rispose, "ti vedo che vai di fretta! Sei euforica! Cosa avrai di così urgente e importante da fare?"
"Non lo vengo a dire, di certo, a voi!" Rispose, con un sorriso stampato sulla bocca.
"Antipatica!" Intervenne Nick che le fece la linguaccia.
Alice, rispose, di rimando, con una pernacchia e, prima di uscire, lanciò un bacio a tutti.

Corse per prendere la metro che, stranamente, rispetto i suoi orari, era meno sovraffollata del solito.
Questo perché non era, ancora, sopraggiunto, l'orario di punta, quello in cui tutti staccavano dagli uffici.

Ripasso', mentalmente, tutte le azioni che avrebbe dovuto compiere.
"Cavolo! Nemmeno stasera potrò contattare Carlo!" Pensò, tra sé e sé.
"Lo chiamerò, sicuramente, domani!"
Si ripromise, mentalmente.

Sentì vibrare il telefonino e lo estrasse dalla borsa.
Era un sms di Tracey, "sei pronta per stasera?" Recitava il messaggio dell'amica, cui, Alice, replicò, prontamente,
"Diciamo di sì, sono un po' emozionata. Non so se ne sarò all'altezza!"
"Non dire stronzate!" Tuonò Tracey, con il solito piglio, per, poi, continuare, "non devi mica incontrarti con William ed Harry!"
Quella risposta le strappò una risata.
"Sei sempre la solita scema! Comunque, hai ragione! Chissenefrega!"
"Brava! Questo è il giusto atteggiamento! Facciamo una cosa. Non andare in metro per venire al bowling. Passero' a prenderti con la macchina e ti riaccompagnera' Andrew!"

Leggendo quelle poche righe, scosse la testa. L'amica era, veramente, terribile!
"Non puoi decidere per conto di altre persone! Comunque, per il venirmi a prendere, va bene!"
"Vedrai che andrà così!" Riferi', con sicurezza, Tracey.
"Beata te che sei cosi sicura di tutto!"
"Certo! Perché non dovrei esserlo? Adesso, ti devo lasciare che ho da terminare del lavoro!"
"Va bene. Ci vediamo dopo!"

Giunse a casa, tutta trafelata.
Aveva il fiatone perché doveva rispettare l'intero disegno che si era programmata mentalmente. Quando si trattava di avvenimenti importanti, amava far le cose con lentezza e pregustarsi quello che dopo sarebbe accaduto. Avrebbe fatto una lunga doccia ristoratrice, comprensiva di uno scrub, per rendere la pelle del corpo più liscia di quel che già non era. Avrebbe lasciato in posa il balsamo, come riportato sulle istruzioni e avrebbe applicato quella maschera sul volto che aveva acquistato mesi prima.

Si spogliò alla rinfusa, lasciando gli abiti sparsi sul pavimento e si sbrigo' per portare a termine tutti quei compiti che richiedevano tempo. Ci mise una mezz'ora per sistemare la frangetta e il resto dei capelli per, poi, precipitosamente, dirigersi in camera e indossare gli indumenti dell'amica.

Si guardò allo specchio. Il sedere era in bella mostra così come il seno, valorizzato da quella maglia aderente che aveva osato mettere. Solitamente, il suo abbigliamento era più sobrio e meno appariscente ma per quella volta avrebbe fatto un'eccezione.

Guardò l'orologio. Erano le sette.
Tra poco, sarebbe passata Tracey a prenderla.
Non fece, nemmeno, in tempo a formulare quel pensiero che il citofono' suonò.
Le inizio' a battere il cuore più intensamente.

A winning love (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora