•Capitolo 22•

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Alice rimase imbambolata per un paio di minuti, prima di rendersi conto di dove si trovasse.
Quel leggero bacio, per di più, inaspettato, le bruciava, ancora, sulle labbra.
Le accarezzò prima, per leccarle, poi, con la punta della lingua. C'era impresso il sapore di Andrew. Un sapore buono, dolce.
Rientrò in casa frastornata. Si tolse il cappotto e il resto del vestiario, come fosse un'automa.
Erano ore che non guardava il cellulare.
Lo tiro' fuori dal cappotto e lesse l'immancabile messaggio di Tracey.
In effetti, le sembrava strano non le avesse, ancora, scritto.
L'indomani, sicuramente, l'avrebbe contattata per conoscere tutti i dettagli di quella serata.
"Dacci sotto!"
Sul display si leggeva, solo, quell'espressione di incoraggiamento.
La giovane sorrise e, con il pigiama indosso, cadde, volentieri, tra le braccia di Morfeo.
Il giorno seguente, si svegliò riposata.
Era sabato e aveva promesso alla zia che si sarebbe fermata lì per pranzo.
Come aveva ipotizzato, l'amica non tardò a chiamarla.
Vide l'orologio che segnava le dieci ed esclamò,
"Puntuale come un orologio svizzero!"
"Dimmi Tracey" rispose, nervosa.
"È andata male? Hai un tono di voce strano!"
"No, vorrei ucciderti per essermi fatta convincere da te!"
"Eh no cara mia! Ti ricordo fossi consenziente!"
"Comunque, a parte avermi fatto il terzo grado" rise, "non abbiamo parlato granché. So solo che ha ricevuto ben due chiamate dopo le quali ha cambiato umore. Anche se, potrebbe essere un'impressione sbagliata, dato che non lo conosco così bene"
Dall'altra parte del ricevitore non giunse, alcuna, risposta.
"Tracey ci sei ancora?"
"Si, certo che ci sono. Immagino chi possa essere"
"Chi?" Chiese, realmente, incuriosita.
"Quella stronza della sua ex! Olivia!"
"A ho capito" rispose, avvilita.
"Ora non iniziare a vedere cose che non esistono, eh? L'ha lasciata lui perché era una stronza! La madre di Andrew però patteggia per questa tizia da quanto so, perché oltre che ricca, è molto bella e beneducata." Quelle ultime parole furono espresse con una vocina stridula, a schernire la madre dell'amico che aveva il coraggio di tifare per una tipa del genere.
Alice, ribatté, immediatamente,
"Appunto! Non capisco perché insisti tanto nel farmi uscire con tizi del genere.
Diciamoci la verità, non sono alla sua altezza! Lo sarà, sicuramente, quell'Olivia, non Alice Gulliver!"
"Quante cazzate dici! Non lo sei no! Sei alta venti centimetri meno di lui!"
"Dovrei ridere?"
"Quanto sei spiritosa, stamattina!"
"Un'ultima cosa. Prima di salutarci mi ha sfiorato le labbra!" Disse con, assoluta, noncuranza.
"Cosa?! E me lo dici così? Cazzo lo sapevo! Gli piaci! Ho visto come ti guardava, ci avrei scommesso!"
"Non era un bacio vero e proprio!"
"Dai tempo al tempo! Andrew è perfetto per te. Simpatico, gentile, altruista"
"Credo sia, anche, troppo per me. Anzi ti dirò di più, conoscerlo mi ha dato l'input necessario per iscrivermi a qualche sito di incontri"
Spazientita Tracey le rispose,
"O fa un po' come cavolo ti pare!
Ti fai mille problemi! Continua a vivere così, vedrai che non andrai molto lontano!"
Quell'ultima frase la toccò nel profondo. Non riusciva a spiegarselo, ma l'amica riuscì a tastare la corda giusta.
Molto probabilmente, aveva bisogno di quello, di un bello scossone.
Dopo essersi salutate, si preparò per andare dalla zia e ripensò, ancora, a quelle ultime parole di Tracey.
Era vero. Si faceva troppe paranoie.
Era arrivato il momento giusto di metterle da parte e di non dare loro più adito.
Per una volta nella vita, avrebbe abbandonato la sua proverbiale razionalità per fare un salto nel vuoto.

A winning love (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora