Capitolo sedici

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Rosso su bianco.

Rose rosse facevano contrasto su quello sfondo bianco innevato.

Rose, il suo fiore preferito. Se avesse potuto sarebbe diventata una rosa rossa.
La neve, candida e pura, così fredda, ma al più dolce dei tocchi si scioglieva sconfitta.

Si rispecchiava perfettamente tra i due, Selene.

La neve che si mostrava fredda, che se non veniva raccolta in tempo diventava dura. Dura e fredda come il ghiaccio. Neanche i pallidi raggi del sole riuscivano a scioglierla, ma bastava un tocco, quel tocco bastardo che ti fa sciogliere. Come la neve. Ti fa cadere tutte le difese, ti fa cedere e arrendere, facendoti scoprire, facendoti sentire nuda e scoperta. Bastava che quel calore durasse e i tuoi segreti più remoti venivano a galla. Come la neve. Lei, così pallida e bianca, così pura. Si scioglieva, mostrandosi al suo interno, magari ritrovando qualcosa che si era perso sotto quel ghiaccio. Come un cuore, un cuore che riprendeva a battere sotto quell'abbraccio e quel contatto così gentile e caldo.

Rose, rose rosse. Rosse come il sangue, il sangue che può cadere per cogliere quel fiore. Sono così belle le rose. Così vulnerabili ma diffidenti, così dolci e delicate, ma con quelle spine che intimoriscono.
Le spine per difesa, per creare una corazza con il mondo esterno. La rosa sotto alla campana di vetro, come quella del Piccolo Principe. Lui amava così tanto la sua rosa. Ma quando quella corazza veniva tolta e la rosa si sentiva esposta, tutto cambiava. Bastava avere coraggio per allungare la mano e cercare di prendere quel fiore, così come bisogna avere coraggio per capire le persone, per capire i loro sentimenti, per proteggerle.
La sensazione di sollievo quando la coglievi, grato per non essere stato punto, ma poi la tratti male, senza curarti di come la tieni tra le mani. Un passo falso e la spina ti punge. Il sangue esce dalle dita e dai palmi. Come con le persone, ti voltano le spalle, infami, e nel momento in cui non te ne accorgi ti pugnalano alle spalle, facendoti desiderare di non aver mai colto quella rosa.

Il sangue macchia la neve, la magia si spezza.

Selene guardò la goccia di sangue che aveva macchiato quella tela bianca immacolata. Si era bucata il dito con le rose del giardino di Hogwarts.

Il suo sangue, sangue puro, solo questo era sempre stato essenziale.
E adesso? Adesso era più confusa di prima.

Ripensò alla sera precedente, ridendo amaramente alla sua reazione. Era stata così debole, dov'era finita la sua maschera? I muri per celare le emozioni? Possibile che fossero crollati a quella rivelazione?

La sera prima, dopo aver visto i ricordi di Harry, si era accasciata al muro tremante, pallida in volto e con le mani tra i capelli. Si ricordava le reazioni dei suoi amici e sapeva che Potter adesso aveva un occhio nero.

"Ehy Black tutto bene?" le aveva chiesto Theo apprensivo, Selene non aveca risposto, continuando a tremare

"Tesoro, calmati ti prego" le aveva detto Daphne con le lacrime agli occhi per l'agitazione e la paura, per colpa di quella reazione

Pansy si era seduta vicino a lei e aveva cercato di calmarla con parole dolci, accarezzandole piano i capelli e il viso. Blaise la guardava cercando di capirci qualcosa e Draco aiutava sia Harry, che ormai si era ripreso e la guardava tristemente, sia lei, inutilmente.

"Potter, perché Selene è così stravolta? Che diavolo le hai fatto vedere?!" aveva domandato furioso Theo, non sembrava, ma era molto legato alla moretta

Dark Blood ~Selene Black Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora