Capitolo 25

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 Reader's pov

Gli occhi mi pizzicavano per via di una luce assai fastidiosa per i miei gusti , sentii il bisogno di aprirli e lentamente riuscii a mettere a fuoco le pareti dell'infermeria mentre il caratteristico odore di disinfettante mi invadeva ancora una volta le narici.

Con un flash mi tornò tutto in mente e di scatto mi alzai pentendomi subito della mia scelta perché ricaddi immediatamente indietro sbattendo la schiena violentemente contro il materasso scomodo del lettino.

Riprovai a sedermi più lentamente poi un rumore di cocci rotti attirò la mia attenzione e vidi Levi fermo sulla porta e la tazza di tè in frantumi a terra, lo guardai stranita capivo lo stupore ma fino a lasciare cadere a terra una tazza del suo prezioso thè nero...

A passi dapprima incerti venne verso di me con stupore sempre dipinto in volto e mi strinse forte a sé come se avesse paura che me ne sarei andata da un momento all'altro, mi fece nascondere la testa del suo petto non accennando a diminuire la stretta .

- Levi non respiro – dissi sentendo l'aria mancarmi e lui immediatamente si staccò ancora l'incredulità dipinta sul suo volto.

- Ti sei svegliata - Fu l'unica cosa che riuscì a dire prima di prendere il mio volto tra le mani e baciarmi con passione, dio che bella sensazione che era sentire le sue labbra sulle mie .

- Per quanto sono rimasta incosciente? - ci staccammo entrambi contro voglia, i miei occhi fissi nei suoi e suoi nei miei, mi presi un secondo per osservare il suo viso ed era pallido mentre gli occhi erano cerchiati di nero , i capelli erano leggermente più lunghi ma il taglio era sempre lo stesso.

- 1 settimana - mi ripose posando una mano su una mia guancia e baciandomi la fronte mentre mi stringeva ancora una volta in un abbraccio .

- Avevi promesso che non te ne saresti andata – Mi disse a voce strozzata, poco più di un sussurro.

- Infatti sono qui, non me ne sono andata -

- No tu sei andata a suicidarti - rispose mentre una risata amara lasciava le sue labbra, sentii una fitta al cuore perché non potevo negare la realtà... Alla fine era quel che avevo fatto.

- Ma sono viva -

- Già ma saresti potuta morire, non hai pensato a come mi sarei potuto sentire? - Il suo tono era rabbioso, ma continuava a stringermi a sé con estrema dolcezza, quasi a volermi proteggere.

- Quando mi sono voltata indietro no, non ho pensato a nulla – sussurrai onesta consapevole che mentire non sarebbe servito a nessuno dei due ma prima che potesse dire qualcosa ripresi – quando però il gigante mi ha presa e ti ho guardato ho capito di aver fatto un errore a cui probabilmente non avrei mai potuto rimediare -

- Sei proprio una mocciosa – Mi disse prima di lasciarmi andare e di baciarmi sulla fronte tenendo stretta una mia mano.

Anche gli altri membri della squadra quel giorno vennero a farmi visita Eren mi rimproverò come un pazzo per il mio gesto sconsiderato mentre Armin cercava di zittirlo dicendogli che tutta quell'agitazione non mi avrebbe fatto bene e che se il capitano lo fosse venuto a sapere sicuramente li avrebbe cacciati da lì seduta stante, Mikasa si era seduta sulla sedia accanto al letto e io l'avevo ringraziata per avermi salvato la vita perché probabilmente se lei non fosse arrivata in tempo io sarei morta .

Passarono anche Jean , Sasha e Connie : il primo esattamente come aveva fatto Eren passò un buon quarto d'ora a farmi la ramanzina mentre Sasha mi aveva portato del pane con del formaggio che aveva rubato dalle dispense e Connie cercava di farmi sorridere con i suoi soliti simpatici versi.

Credevo di averti persa per sempre piccola stella ( LeviXReader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora