La campanella sta per suonare e spero di trovare David fuori ad aspettarmi, ma sono preoccupata. Ieri sera non l'ho salutato e lui ha fatto lo stesso con me, ci siamo solo guardati per una frazione di secondo.
Il suono che ci libera dai banchi arriva e tutte le mie amiche lo prendono con entusiasmo, io sono in ansia invece. Non so come comportarmi con lui.
Percorro il corridoio e lentamente arrivo all'uscita, dove le mie amiche sono entusiaste a fare il comitato d'accoglienza. Le supero e lo vedo, è lì come ieri, è venuto. Appena mi vede si alza dalla moto e mi viene incontro.
«Eccoti, cavolo Lea sei sempre l'ultima a uscire... ti piace proprio stare a scuola.» mi dice porgendomi il casco «Andiamo, sali su, dobbiamo studiare.» mi dice mentre sale in moto.
Io metto il casco e salgo senza dire una parola. Mio Dio che sensazione mi dà salire in moto con lui. Come devo fare? La mia unica scelta è stringerlo e farmi accarezzare dal vento, dimenticandomi tutti i dubbi e le incertezze che affliggano i miei pensieri.
Rimaniamo in silenzio mentre raggiungiamo la panchina dove abbiamo studiato il giorno prima. Ci sediamo, uno di fronte all'altra e tiro fuori il libro di storia, facendo rumore mentre lo butto sul tavolo. È l'unico rumore oggi tra di noi. Lui mi imita ma appena apre il libro mi guarda con un'espressione strana, poi torna a leggere.
«David, tutto bene?» chiedo.
«Sì, perché?» mi risponde mantenendo lo sguardo sul libro.
«Sembrava mi volessi chiedere qualcosa» insisto.
«No, studiamo ora.» dice e io decido che è meglio lasciar perdere. Apro il libro alla pagina in cui è lui e dopo alcuni secondi lui inizia a leggere a voce alta, ad un tratto si ferma e mi guarda. I suoi occhi me li sento addosso. Non so proprio difendermi dalla sensazione che provo quando mi osserva.
«No, ora mi spieghi perché ieri non mi hai salutato? Ti ho visto con le tue amiche e mi hai visto anche tu, lo so! Ma ti sei seduta senza salutarmi. Ora me lo devi proprio spiegare!» mi dice arrabbiato.
«Stavo per salutarti ma ho visto che avevi compagnia, quindi non ti ho voluto disturbare.» gli rispondo, sentendomi a disagio più di quanto vorrei.
«Compagnia?» mi chiede irritato.
«Sì, quelle due ragazze.» farfuglio io.
«Eri gelosa?» mi chiede con aria strafottente.
«Cosa?! No! Non volevo disturbarti. Ora studiamo... è meglio.» gli rispondo e mi metto a leggere. Gelosa io? Di lui? Ma non scherziamo. Come sa essere antipatico a volte.
«Ok. Facciamo come dici tu» e riprende a leggere.
Legge per quasi mezz'ora alla fine della quale io non ho ascoltato una parola. La sua accusa di essere gelosa mi ha colpito più di quello che credevo.
«Dimmi se non hai capito qualcosa.» gli dico cercando di nascondere la mia distrazione.
«Ci sono cose che non ho capito, puoi spiegarmele?»
L'ora seguente la passo a spiegargli le cose che non ha capito, per me è un ripasso e mentre parlo vedo che lui mi ascolta. I suoi occhi sono su di me. È una bella sensazione.
«Pausa! Mi scoppia il cervello!» dice chiudendo il libro e passandosi una mano tra i capelli.
Si alza e mi fa cenno con la mano di seguirlo e torniamo a sederci sulla riva del lago.
«Lea, hai parlato con Simone?» mi chiede.
«No, ci parlerò sabato.» dico evasiva. Non mi piace parlare di Simone con lui, mi mette in imbarazzo.
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#PAZZADITE
RomanceHai mai provato un'emozione che ti ha reso incapace di ragionare? Ti sei mai sentita completamente rapita da quella persona che fino a ieri pensavi di odiare? Tutto questo succede a me, mi chiamo Lea e sono una ragazza come tante, in queste pagine v...