Capitolo 17

104 32 6
                                    




Purtroppo siamo arrivati all'ultima sera e domani mattina torneremo a casa. Sto malissimo, ho la sensazione che tutto quello che ho vissuto con David possa rimanere qua, che non riesca a tornare a casa con noi. Abbiamo cenato e dopo aver passato la serata con Emma e Diego, a parlare in camera nostra, io e David siano tornati in camera sua. Come sempre, da cinque giorni a questa parte, abbiamo fatto l'amore e come sempre è stato meraviglioso, lui mi fa provare emozioni che non pensavo di poter provare.

David ormai si è addormentato e l'orologio del mio cellulare mi indica che sono le quattro di notte. Lo guardo dormire e vedo che è sereno, dorme a pancia in giù e il suo braccio è disteso e proteso verso di me. Dalla finestra le luci di Praga mi tengono compagnia, in questa notte in cui non riuscirò a dormire.

Il cuscino è profumato, sento il profumo di David che mi avvolge. Apro gli occhi e sono con la testa sul suo petto e le sue braccia mi tengono stretta al suo corpo.

«Buongiorno piccola.» mi dice mentre mi bacia la fronte.

Io rimango in silenzio. I pensieri fanno rumore nella mia testa.

«Tutto bene?» mi chiede.

«Sì, è solo che ho paura che tutto questo rimarrà a Praga. Con te sono stata bene, felice come non pensavo di poter essere. Ho paura che a casa tutto tornerà come prima, ma sarebbe peggio di prima, perché ti ho avuto e la tua mancanza non la sopporterei, non riuscirei a resistere. Mi si spezzerebbe il cuore.» gli dico, stupendomi sempre del modo in cui riesco a parlare con lui.

«Ti amo Lea, non l'ho mai detto a nessuna, non ho mai fatto l'amore come l'ho fatto con te. Non riesco a stare senza te, mi sei entrata dentro e non ho nessuna intenzione di farti uscire.» mi dice mentre mi stringe di più.

Lo bacio come a voler siglare sulle mie labbra le sue parole.

«Abbiamo ancora mezz'ora prima di dover scendere...» mi dice prima di farsi strada sul mio corpo, che reagisce all'istante al suo.

I bagagli sono pronti e dopo tre ore siamo in aereo: direzione casa. Una volta saliti ci sediamo vicini e per tutto il viaggio cerco di mantenere il più possibile il contatto con lui, gli stringo la mano, lo bacio e appoggio la testa alla sua spalla.
Arrivati in Italia, il pullman ci aspetta fuori dall'aeroporto, come un monito mi ricorda che tra poche ore sarò in camera mia, sola, senza di lui. Mi viene da piangere, ma cerco di non darlo a vedere.

Sul pullman David mi fa sedere in fondo, come era successo a Praga e per tutto il viaggio ha la testa appoggiata alla mia spalla, mi godo ogni momento e trattengo le lacrime.

Arrivati a destinazione, scesa dal pullman vedo i miei genitori, mio padre è davanti a parlare con l'autista per riprendere la mia valigia e la mamma sta parlando con i genitori di David.

Mentre scendiamo, lui mi tiene per mano ma all'improvviso si ferma e mi si mette davanti.

«Vuoi che lasci la mano, per non far vedere ai tuoi che stiamo insieme?» mi chiede parlando piano.

«Non ci pensare neanche. Ti amo e non devo nascondere la cosa a nessuno.» gli rispondo con sicurezza.

Lui mi sorride e insieme arriviamo davanti alle nostri genitori.

«Bentornati! Com'è andata? Vi siete divertiti?» chiede la mamma di David.

«Ragazzi, ben tornati.» dice mia madre ridendo, poi entrambe scendono con lo sguardo dalla nostra faccia alle nostre mani.

«C'è qualche novità che dobbiamo sapere?» chiede la mamma di David con un sorriso.

Mia madre è immobile, ha un sorriso di circostanza, la conosco e tra poco parlerà.

#PAZZADITEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora