È sabato, oggi non vedo David, ma stasera ho fissato con Simone. Sono in ansia ma devo comunque affrontare con lui l'argomento delle nostre uscite. Prendo il telefono e le mie dita in autonomia scorrono tra i contatti, mi ritrovo a fissare il numero di David. Appena me ne rendo conto digito "Simone" e faccio partire la chiamata.«Ciao amore»
«Ciao Simo, che ne dici di vederci oggi pomeriggio alle quattro al parco, cosi facciamo una passeggiata mentre ci gustiamo un delizioso gelato?» gli dico mettendolo alla prova.
«Lea devo studiare, non abbiamo fissato stasera di andare al lago?» mi dice scocciato.
«Sì, lo so, ma vorrei uscire di giorno con te, non vederti solo per scopare!» cavolo l'ho detto davvero.
«Scusa?!» mi chiede ancora più scocciato
«Sì, hai capito bene. Da quando l'abbiamo fatto usciamo solo di sera e per andare al lago a scopare!.» urlo e non me ne pento.
«Non so cosa dirti. E cosa vorresti fare? Stiamo bene insieme e quando due persone stanno insieme fanno sesso Lea!» mi parla come fossi una bambina a cui deve raccontare una legge universale. Ma chi cavolo si crede d'essere?
«Insomma vuoi venire fuori con me o no? » sono perentoria nel fargli la domanda, non sta superando la mia prova, e devo dire che non mi dispiace per niente.
«Ti ho detto che devo studiare, ci vediamo stasera... dai piccola non fare i capricci.» il suo tono è viscido.
Non ci credo. Devo contare fino a dieci... uno... due... tre.
«Vacci da solo al lago! Con me hai chiuso! Sei proprio uno stronzo!» e riattacco il telefono.
Non ci credo. Un anno della mia vita buttata via con un verme. Sono furiosa ma sollevata e non so perché.All'improvviso la mia camera mi sta stretta, devo subito uscire da qua, scendo le scale e saluto frettolosamente mia madre intenta a stirare. Uscita di casa l'aria mi consola e mi ritrovo a pensare che tutte le mie certezze sembrano non avere importanza, sembra che la mia vita cambi direzione. Ho sempre pensato che sarei stata con Simone per sempre, eravamo Lea e Simone. Una coppia giusta, equilibrata, ma ora mi ritrovo sola e non so cosa pensare, non so se sono triste, felice o spaventata. Camminando tra i miei pensieri, senza accorgermene sono arrivata in fondo alla strada. Alzo lo sguardo e subito noto che, dentro al cancello della casa davanti a me, c'è la moto di David.
Rimango lì a osservarla e senza pensare prendo il telefono e cerco il suo numero. Parte la chiamata.
«Lea? Ciao. Tutto bene?» mi dice. La sua voce mi fa stare bene.
«Sì, beh... no... insomma, non lo so. Sono fuori, sotto casa tua, ho bisogno del mio amico.» le parole escono senza controllo.
«Arrivo.» mi dice prima di riattaccare.
Dopo alcuni secondi il cancello si apre David si avvicina a me con la sua aria da cattivo ragazzo.
«Tutto bene?» mi chiede guardandomi in un modo che mi fa sentire coccolata.
«Ho parlato con Simone. L'ho lasciato, le sue intenzioni erano chiare a tutti tranne che a me. Stava con me solo per quello.» mi confesso senza ritegno.
«Che stronzo. Vuoi che ci pensi io, non so magari un pugno in faccia?» mi chiede avvicinandosi a me e mettendomi una mano sulla spalla. Averlo così vicino mi distrae.
«No! Assolutamente!» rispondo io.
«Dai vieni, prendiamo la moto e ti porto a fare un giro. Devo entrare in casa a prendere i caschi, vieni con me.» mi dice mentre mi fa strada e insieme saliamo le scale, arrivati davanti alla porta entriamo.
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#PAZZADITE
RomanceHai mai provato un'emozione che ti ha reso incapace di ragionare? Ti sei mai sentita completamente rapita da quella persona che fino a ieri pensavi di odiare? Tutto questo succede a me, mi chiamo Lea e sono una ragazza come tante, in queste pagine v...