capitolo 11

109 34 23
                                    

Sono passati quattro giorni e David non l'ho più visto, non è più venuto a prendermi a scuola, non l'ho più sentito. È uno stronzo ma mi manca da morire.

Oggi non c'è scuola perché è il giorno dell'assemblea degli studenti, tutte le classi si ritrovano nell'Auditorio per discutere dei problemi della scuola. So già che vedrò David e sono nervosa. Non so come comportarmi, mi ha usata e poi è sparito, lasciandomi in lacrime.

Arrivo con le mie compagne di classe e ci sediamo in fondo. L'Auditorio è gremito, tutti gli studenti di tutte le classi sono presenti. Con lo sguardo cerco David tra la folla ma non riesco a vederlo.

«Lea!» mi sento chiamare mi giro e vedo Alessio che mi si avvicina.

«Ciao!» gli dico sorridendogli.

«Ciao, tutto bene?» mi chiede mentre mi guarda dritta negli occhi. Ha gli occhi neri profondi, non lo avevo ancora notato.

«Sì, tutto bene.» rispondo sorridendogli.

«Vado, faccio parte del consiglio degli studenti, ora inizia l'assemblea. Ci vediamo dopo.» mi dice prima di andarsene.

«Ok» e lo seguo mentre si va a sedere al tavolo sul palco.

Dopo un'ora in cui si parla di esame e commissioni, viene deciso di fare una pausa e decidiamo di alzarci per sgranchirci le gambe. Mentre io, Emma e Sofia stiamo parlando sento una risata che potrei riconoscere tra mille voci.

Mi giro e vedo David, Diego e un altro ragazzo che non conosco, hanno accerchiato un altro ragazzo, vedo che hanno qualcosa in mano e lui tenta di riprenderlo.

Istintivamente mi avvicino.

«Rendetemi gli occhiali, non fate gli stronzi.» implora il ragazzo.

«Occhiali, quali... questi?» dice David lanciandoli a Diego che ridendo li prova e glieli rilancia.

Io non riesco a credere a quello che vedo, sento la rabbia montarmi dentro, come fosse lava incandescente pronta ad esplodere da un vulcano, senza rendermene contro mi ritrovo davanti a David.

«Falla finita. Rendigli gli occhiali.» gli urlo senza pensare.

«Ecco, la secchiona.» mi urla con aria divertito, mentre mi gira in torno.

«David, falla finita.» gli urlo contro.

«Ecco la verginella che si arrabbia.» mi dice l'amico di David che non conosco.

«Lei non è vergine. Stava con un ragazzo che la portava solo al lago per scoparsela» David pronuncia queste parole guardandomi dritto negli occhi. Ha uno sguardo cattivo, non lo riconosco. Non è possibile.

Sento la rabbia che come una valanga mi opprime, senza pensarci mi avvento su di lui e gli tiro uno schiaffo.

Lui continua a guardarmi senza nessuna espressione, poi inizia a ridere, è una risata vuota. Io non ci vedo più e cerco di rendergli un altro schiaffo ma vengo presa da dietro e allontanata.

«Lea calmati.» è Alessio che mi trascina via.

David rimane lì a osservare con lo sguardo duro. Non è il mio David, non esiste il mio David. Ha appena detto una cosa che gli avevo confidato, l'ha usata per denigrarmi davanti ai suoi amici, mi ha tradito.

Mentre Alessio mi porta fuori, sento le lacrime uscire e non riesco a fermarle. Lui mi tiene tra le sue braccia senza dire niente, lo apprezzo perché non saprei cosa rispondere. David mi ha ferito, mi ha deluso, mi ha tradito, non c'entra niente con l'attrazione sessuale o l'amore. Era un mio amico e il suo tradimento mi fa male come mai altra cosa mi ha fatto male. Lo odio.

#PAZZADITEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora