Parte 1

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ATTENZIONE: Questa è solo una bozza embrionale, da cui si può solo intuire il successo editoriale di "PREDESTINATI PER SCELTA"


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«Se dovessi dare un volto al male non potrebbe essere che quello di Antonio Barracane. Un essere infimo e viscido, un reietto dedito a nefandezze. Si nasconde dietro sorrisini ipocriti e frasi oscene, nella sguaiata arroganza di ergersi a giudice degli altrui vizi. Crede di essere immune da qualsivoglia valutazione morale, che io possa esprimere. E tu, Dio, che fai? Tolleri la sua esistenza? Sopporti il suo operato?»

La chiesa è deserta, impregnata d'incenso e di fuliggine di candela, gelida come la lastra di marmo su cui sono inginocchiato. Carnagione olivastra, capelli neri e con indosso un lungo abito talare, sono una macchia scura che si confonde con la tetra penombra che mi circonda.

Guardo l'antica croce lignea che domina l'altare maggiore e, a mani giunte e capo chino, cerco nel mio cuore la forza per non piegarmi al destino.

«Hai voluto che la vita di Antonio e la mia fossero legate. Ci hai fatto nascere nel medesimo giorno e nello stesso edificio popolare della periferia di Napoli, uno dei tanti, tutti similmente tristi e degradati. Hai voluto che crescessimo insieme come fratelli e che condividessimo un evento tragico e tremendo, a saldare per sempre il nostro legame assurdo. Ci hai creati opposti ma complementari, incompatibili ma connessi, come la luce e le tenebre. Perché?» Nessun segno, nessuna risposta. C'è un silenzio così assordante che l'umanità intera sembra morta.

«Sai bene che provo con tutte le mie forze a essere un buon parroco. Ho accettato di essere il suo confessore, ma lui si diverte a raccontare i dettagli più raccapriccianti delle atrocità che compie. Vorrebbe rendermi suo complice, ne sono convinto, anche se ogni volta afferma di essere pentito. La misericordia divina perdona qualsiasi peccato e al sacerdote non resta che suggellare la volontà di Dio con l'assoluzione, anche se a chiederla è il demonio in persona. Antonio non avrà mai la mia approvazione, ma intanto sono costretto a concedergli la remissione dei peccati e, dannazione, anche se lo faccio in nome dell'Onnipotente, mi vergogno.» Tento di strapparmi di dosso l'abito poi, sopraffatto dallo sconforto, desisto.

«Rifiutare un sacramento è contrario ai principi della Fede Cattolica, vero?» Mi alzo in piedi e sorrido. «No, non ho potuto più farlo. Ieri ho cacciato via Antonio dal confessionale, maledicendolo, augurandogli di bruciare tra le fiamme dell'inferno e mi sono finalmente sentito bene.» Il sorriso è diventato una risata, che non riesco a soffocare. Ho i nervi a pezzi, vorrei solo piangere.

Un terrificante boato mi interrompe.

Abbasso lo sguardo verso terra e aggiungo sottovoce: «Padre nostro, perdonami per ciò che ho fatto».

La terra inizia a tremare.

«Dio, dove sei?» strillo a squarciagola.

Vedo un enorme ratto nero muoversi a zig-zag sotto le panche. Si blocca per un attimo, mi guarda e poi corre verso di me.

Mi ritraggo verso l'altare e quella creatura ripugnante devia a sinistra, scomparendo oltre la porta della sacrestia.

«Sarò dannato!» L'aria è impregnata di un acre odore di zolfo, che è riuscito a sopraffare il profumo d'incenso. «Non è una creatura di Dio ad ascoltare le mie preghiere» sussurrò tremando.

Il pavimento sussulta nuovamente sotto di me, come a voler confermare i miei timori.

«Sento una presenza.» Ho le vertigini e il cuore batte a un ritmo così elevato che sembra vibrare nel petto. «Non mi importa chi sei, mi devi aiutare!»

La puzza di zolfo è diventata insopportabile, respiro a fatica e ho la nausea.

«Aiutami! Antonio, uscendo dalla chiesa, ha giurato... Tornerà tra dieci giorni, l'ha promesso. Verrà per strapparmi il cuore dal petto.»



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La copertina

            La copertina

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