Parte 20

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Antonio Barracane era il prescelto, ma anche un fragile mortale e Lucifero non perdeva occasione per provare a eliminarlo, per impedire che il suo destino si compisse. Vegliando sulla misera esistenza di questo peccatore, per accompagnarlo lungo il percorso tracciato da Dio, mi dovetti impegnare molto per rimediare a tutte le intrusioni del mio acerrimo nemico. Furono innumerevoli le volte in cui fui costretto a intervenire, ma, alla fine, mi sembrava di essere riuscito a dimostrare che i tentativi diretti a interrompere la giusta catena degli eventi, erano stati vani e addirittura ridicoli.

Sentivo solo una profonda tristezza, perché colui che fu il prediletto del Signore e il più splendente tra noi, era ridotto a un reietto impotente. Era stato corrotto da un veleno chiamato "libero arbitrio", un'illusione che lo allontanava dalla verità, l'unica verità: Dio.

C'era un tempo in cui era ritenuto il più saggio tra gli angeli, un modello di perfezione. A lui era permesso rivolgersi direttamente all'Altissimo, mentre io ero l'ultimo tra gli angeli, un soldato semplice che eseguiva ciecamente gli ordini. Quando Lucifero invocò la libertà e scelse un inevitabile esilio, mi proposi come suo successore, ben sapendo che la mia leale obbedienza sarebbe stata apprezzata. Fui promosso ad Arcangelo, protettore della verità Divina e argine invalicabile per le arroganti pretese di Lucifero. In quello stesso istante l'Altissimo aveva predeterminato che Lucifero dovesse soccombere dinanzi a me, quindi non c'era motivo di essere fieri delle vittorie ottenute, ma un lieve sentimento di compiacimento e rivalsa mi aveva comunque pervaso.

Il mio rivale era comunque temibile e da non sottovalutare, avrebbe sfruttato qualsiasi mia distrazione. Dovevo riconoscergli inoltre che era stato diabolico nell'utilizzare come carnefice il migliore amico di Antonio. Roberto era stato abilmente sviato, agiva sotto l'influsso malefico di Lucifero pensando che fosse, invece, Antonio a essere indemoniato. Era stato persuaso a pensare che il suo amico fosse una sorta di anticristo che avrebbe portato l'umanità all'apocalisse, quindi tentò inutilmente di convertirlo, chiedendogli di sottomettersi "all'Angelo della Luce", e quando Antonio rifiutò, non esitò ad abbandonarlo vivo, in una gelida cripta ad attendere la morte.

Ancora più perversa è stata la determinazione di Lucifero nel ripetere questo tremendo supplizio, ogni volta che intervenivo per salvare Antonio, trasformando tutto in un sogno. Lucifero immancabilmente faceva sì che Antonio si svegliasse sul freddo pavimento della cripta, nuovamente alla mercé di Roberto.

Antonio non tentennò e respinse fermamente ogni volta l'idea di piegarsi alla volontà di Lucifero, ma, a un certo punto, mi preoccupai che quella pantomima assurda continuasse all'infinito. Era un braccio di ferro in cui nessuno dei due voleva cedere, ma Lucifero, forse soddisfatto di avermi esasperato, alla fine lasciò andar via Antonio, con mio grande e malcelato sollievo.

La piccola tregua che mi concesse durò ben poco, poiché architettò nuovi modi, ancora più contorti, per sbarazzarsi del prescelto. Degno del Grande Ingannatore era stato infatti il modo con cui aveva convinto Roberto a fare la telefonata che condannava il suo amico a morire in una tremenda esplosione. "Il Rosso" avvertito dell'agguato, non si preoccupò di capire quale dei suoi tanti nemici lo aveva teso e reagì come Lucifero aveva previsto.

L'ultimo tentativo di uccidere Antonio, invece, era stato patetico e chiaramente dettato dalla disperazione: impadronirsi del corpo di un misero barbone per provocare un incidente stradale.

Nel frattempo, il disegno Divino appariva, ai miei occhi preveggenti, a un passo dall'apocalisse. Ormai soddisfatto e tranquillo già iniziavo a interrogarmi su quale nuova strana creatura Dio avrebbe creato, una volta che si fosse conclusa l'era dell'uomo, ma la mia attenzione fu attratta da degli assurdi improperi, del tutto inappropriati al luogo da cui provenivano.

«Hai sbagliato a scegliere la tua vittima» strillava Antonio. «Non andrò via di qui! Non voglio risvegliarmi nuovamente nel mio letto e, soprattutto, non permetto a nessuno di trattarmi come un pacco da mandare avanti e indietro. Provaci soltanto a rimandarmi indietro e io, te lo giuro, mi sparo in bocca e torno qui a romperti la faccia. Il mio destino lo decido io, torna all'Inferno! Non mi piegherò mai a nessuno, nemmeno a Satana in persona.» In questo piccolo e primitivo essere la superbia montava fino a portarlo completamente alla deriva in un assurdo delirio di onnipotenza.

«Non sono Satana», risposi tentando di mostrarmi cordiale. Antonio continuava a inveire e a sfidare la mia ira, se avessi creduto all'esistenza del libero arbitrio, forse lo avrei fulminato all'istante, invece gli dissi: «Non è ancora la tua ora».

Antonio, con l'arroganza di chi era talmente stolto da non sapere neanche di cosa stesse parlando, mi replicò: «Sono sempre stato un uomo libero: nessuno ha mai deciso per me!»

Con estrema pazienza, pur dubitando nella sua capacità di comprendere le mie parole, tentai di chiarire i ricordi confusi che lo tormentavano e di spiegargli che dovevo continuare a salvargli la vita per impedire a Lucifero d'interferire nel disegno dell'Altissimo.

«Sei un mostro!» affermò Antonio, per tutta risposta.

Quale colpa poteva mai attribuirmi? Disgustato, ma con animo misericordioso gli risposi: «Mi rendo conto delle tue evidenti limitazioni ed è per questo che ti dico: fidati di me! Sono solo un umile angelo che esegue gli ordini di Nostro Signore.»

«Io, invece, penso che sia tu quello limitato. Non ti rendi conto che anche eseguire gli ordini è una scelta e ti illudi di non avere alcuna responsabilità per ciò che fai. Non sei molto diverso dai soldati nazisti che trascinavano a forza gli ebrei nelle camere a gas. Sei un mostro!»

«Mortale, io sono il protettore del Verbo, l'Arcangelo Michele predestinato a sconfiggere Lucifero, esisto da prima che l'uomo venisse creato... Non hai deciso mai nulla e mai deciderai alcunché! Pensi che questi tuoi ridicoli capricci non erano stati previsti da Dio? Ti assicuro che finiranno presto, ci penserà Abaddon, la creatura che conosci con il nome di "Angelo della Distruzione".»

Antonio non replico più, aveva intuito il carismadi quell'essere oscuro, evidentemente un assassino riconosce a fiuto un killerpeggiore di lui.

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