Parte 5

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ATTENZIONE: Questa è solo una bozza embrionale, da cui si può solo intuire il successo editoriale di "PREDESTINATI PER SCELTA"




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Ho la bocca impastata, un formicolio mi percorre le gambe e le braccia. La mia testa è adagiata su qualcosa di caldo e morbido.

Ricordo la cripta, un esorcismo e Antonio inerme di fronte a me. Tutte le mie preghiere erano vane e mi sentivo impotente e furioso.

Sono confuso. Sento che Dio non è più al mio fianco!

Cosa diavolo ho fatto?

Ho timore ad aprire gli occhi. Cosa potrei vedere? Antonio è ancora vivo?

Forse è solo il ricordo di un incubo, nulla è mai accaduto. Sono nella mia camera con il viso sul cuscino. No, non può essere. Non sento sotto di me il mio comodo letto, ma un duro e gelido pavimento, come quello della cripta.

Potrei avere la testa sul.... Che orrore!

Potrebbe essere il corpo senza vita del mio più caro amico.

Raccolgo tutte le mie energie e, con la stessa foga che avrei avuto nello sfuggire dal bordo di un precipizio, mi tiro su di scatto.

Ho ancora gli occhi chiusi e il viso contratto dallo sforzo quando sento le parole cordiali di Antonio. «Roberto, finalmente ti sei ripreso. Come ti senti?»

Che strano, la sua voce è identica a quella che aveva da ragazzo, sembra che il tempo si sia fermato. Lo immagino dinanzi a me alto, magrissimo, con il suo caratteristico ciuffo indomabile e quell'aria spavalda di chi pensa di aver capito già tutto nella vita, mentre mi tende fiducioso una mano.

«Roberto ho avuto paura che fossi... morto.» Il suo respiro si fa concitato e la voce rotta dalla tensione. «Sarei rimasto da solo, in questa schifosa cripta, ad ammuffire.»

Apro lentamente gli occhi. Lo vedo. Ha qualche ruga intorno agli occhi, è leggermente ingrassato, i capelli sono corti e radi, ma mi fissa con lo stesso sguardo da ribelle. Quanto siamo cambiati e cosa siamo diventati? Non lo riesco a comprendere e ad accettare. È tutto così strano e paradossale. Sento di aver perso tutte le mie certezze, compresa la fede.

«La cripta. Siamo nella cripta. L'esorcismo, l'ho fatto davvero?» chiedo, perplesso e preoccupato.

«Fa parte del passato, non importa.Adesso puoi slegarmi.»

«Tutte le azioni del passato, hanno conseguenze nel futuro.»

«Devi assolutamente liberarmi!»

Nella mia testa una voce inizia a tormentarmi: «Il lupo si fece agnello, per ingannare e per azzannare. Abbandonalo al suo destino. Abbandonalo. Abbandonalo!»

Mi sento ancora più confuso. Lo dovrei lasciare morire di stenti? Una fine tremenda.

«Slegami!»

Quella maledetta voce insiste: «Il lupo si fece agnello, per ingannare e per azzannare».

«Chi mi assicura che se ti slego, subito dopo, non userai quelle stesse corde per strozzarmi?» chiedo, senza pretendere una risposta, mentre la testa mi duole sempre di più.

«Ti giuro sulla nostra amicizia, che non mi vendicherò, andrò subito via e cancellerò dalla mia mente questa buffonata.»

«La nostra amicizia?» ripeto più volte mentre lo fisso dritto negli occhi, poi con gesto plateale, sputo per terra.

«Roberto, il nostro è un legame speciale, non lo puoi negare.»

«Non avere pietà di lui! Il lupo si fece agnello, per ingannare e per azzannare. Abbandonalo!»

«Roberto, sono il tuo fraterno amico. Guardami!»

«Non guardarlo! Il lupo si fece agnello, per ingannare e per azzannare. Abbandonalo!»

«Guardami! Perchè hai lo sguardo nel vuoto?»

«Non prestargli attenzione, ascolta solo me! Il lupo si fece agnello, per ingannare e per azzannare. Ti vuole fuorviare. Abbandonalo!»

«Roberto, ti prego.»

«Ecco, che insiste. Io sono il tuo padrone. Tu continuerai a fare ciò che è giusto, anche contro la tua volontà.»

Un dolore lancinante alle tempie. Sento ribollire qualcosa dentro di me. I miei sensi si fanno ovattati, tutto mi appare lontano ed estraneo. Percepisco una coscienza estranea entrare nella mia mente. Mi radica certezze e fa scomparire i dubbi. Non c'è più alcuna emozione che mi distragga, se sarà necessario andrò fino in fondo. Devo agire, il suo sacrificio salverà innumerevoli vite. Lui è il male!

«Meriti di rimanere qui a marcire!» dichiaro, con fermezza.

«Roberto, tu non sei come me» mi implora il mio nemico, legato e inerme ai miei piedi.

Mi allontano in direzione dell'uscita, poi mi giro per un ultimo sguardo verso quel poveretto. Ritornano i dubbi, ma subito dopo sento l'ira scorrere nelle vene e iniziare a straripare incontrollabile. «Chi sei davvero? Non posso essere amico di un demone, un essere che vuole condannare l'umanità alla distruzione! Sei l'essenza del peccato, implora pietà! Devi sottometterti a colui che in questo momento rappresento, altrimenti dovrò abbandonarti in questa vecchia cripta e proverai sulla tua pelle cosa vuol dire essere sepolti vivi.» Antonio mi guarda in silenzio, mentre ripeto nuovamente la richiesta con le lacrime agli occhi.

La candela sotto l'affresco di Cristo si spegne e ci lascia nel buio più completo. Sento le tenebre, intorno e dentro di me.

Raggiungo a tentoni la porta d'uscita, la apro e la luce mi inonda. Sono pronto ad andare via, per non tornare mai più.

Con voce amorevole, prima di chiudere per sempre la porta dietro di me, concludo: «È l'unica possibilità che ti è stata concessa, ma non attenderò oltre. Devo sentire Antonio Barracane sottomettersi a colui che rappresento. Implora pietà o sarà la tua fine».



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 Grazie a tutti voi lettori!

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