Parte 6

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Aleggiavo sulle vicissitudini dei mortali per vegliare sul loro destino, verificando che tutto si realizzasse così come era stato deciso che fosse. Altre intenzioni non avevo. Purtroppo, però, non ero l'unico a interessarmi della loro sorte. Tentavo con tutte le mie forze d'ignorare i continui tentativi d'intrusione, ma tutto aveva un limite. Antonio non si sarebbe mai sottomesso e quando il parroco lo abbandonò nella gelida cripta, condannandolo a una fine terribile, decisi d'intervenire. Ristabilii l'ordine delle cose e quell'episodio rimase soltanto nelle menti di Roberto e Antonio, come mero retaggio di avvenimenti che erano stati per sempre cancellati.

Il mio antagonista però non si arrese e, a sua volta, fece in modo che l'esorcismo si ripetesse nuovamente, con le stesse modalità e identico epilogo. Costringendomi così a intervenire ancora una volta. Poco importava ciò che i due esseri umani, inermi come foglie al vento, subivano: era diventata una questione personale tra me e lui.

Alla fine, fu lui a cedere e, finito questo lungo supplizio, nelle menti di Roberto e Antonio rimase un ricordo estremamente confuso, che interpretarono come uno strano sogno. Le immagini oniriche dopotutto non sono tutte uguali e spesso sono frutto di fenomeni irrazionali.

È facile comprendere l'origine di un incubo in cui si rivive l'esame di maturità o un evento traumatico successo realmente, ma è innegabile che ne esistono alcuni inspiegabili dalla scienza. Padre Pio passava molte notti a combattere con il demonio e ne riscontrava i segni al risveglio; lo stesso Roberto lo aveva constatato sulla sua pelle, a partire dalla notte successiva al terremoto del 1980. Demoni oscuri e orrendi si erano impadroniti dei suoi sogni e lo perseguitavano, divertendosi a strillare e a mostrare oscenità.

Nonostante non osasse paragonarsi a Padre Pio, non reputandosi un santo, anche Roberto si riteneva perseguitato da Satana. La preghiera gli fu di conforto e la fede gli dette la forza di non cedere alla paura o peggio alla follia. Fu questo il motivo vero che lo spinse a diventare un uomo di chiesa.

Il tempo però porta sempre alla luce i dubbi, infatti, dopo essere stato ordinato sacerdote, si rese conto di non sentirsi per nulla a suo agio in quella veste. Cercò conferme nella preghiera, ma ebbe la sensazione che le sue parole si perdessero nel nulla, rimanendo inascoltate. Persino i suoi terribili sogni non gli apparvero più come espressione del soprannaturale, quando li collegò alla tragedia del terremoto che lo aveva segnato nel profondo. Ogni volta che pensava alla tremenda esperienza, condivisa con Antonio, di rimanere per ore sotto le macerie, nel buio e nella disperazione, riviveva la stessa indescrivibile sensazione di oppressione che provava nei suoi incubi, quindi considerò la possibilità che potessero avere una spiegazione semplicemente razionale.

Per la delusione di non sentirsi meritevole di attenzioni ultraterrene, nemmeno da parte del diavolo, reagì chiudendosi in sé stesso e tutto gli apparve banale e senza senso. Ne seguì un periodo di crisi profonda, non si riteneva più degno di celebrare messa e si sentì in dovere di abbandonare il suo ministero. Prima di farlo però informò, come era giusto, il vescovo della sua diocesi, un ometto tanto minuto quanto gretto e con tante ambizioni quante lentiggini sul viso, riferendogli i suoi incubi e le sue tante perplessità.

Il prelato, per niente turbato, lo tranquillizzò e gli consigliò un periodo di ritiro spirituale in convento. Non rilevando interesse nel suo interlocutore, si soffermò su un concetto fondamentale. «La Vocazione è la chiamata di Dio per gli uomini, affinché realizzino il progetto che Dio ha pensato per la felicità di ciascuno» osservò, con sguardo severo. Poi sorrise e aggiunse: «Probabilmente lei come me ha più dubbi che certezze. Oggi giorno chi mai può affermare con sicurezza di aver seguito la propria vera vocazione? Forse tutti cercano la loro rotta e nel frattempo navigano a vista, ma ciò non esclude che si possa comunque mantenere un atteggiamento professionale e continuare a fare bene il proprio "mestiere"». Infine, senza troppi giri di parole, propose una soluzione basata su una "terapia d'urto". Si giustificò dicendo: «Non mi giudichi. Farei di tutto per recuperare un buon prete». Poi in maniera molto disinvolta si offrì di organizzare un "ritiro" molto diverso. «Si prenda qualche giorno di riposo dal suo ministero. Non mi guardi così, nulla di ufficiale, rimarrà un nostro segreto. Le parlo da uomo a uomo, non siamo fatti di solo spirito. Mio fratello gestisce un agriturismo fuori mano e frequentato solo da gente di un certo livello. Lì puoi assaporare il contatto genuino con la natura, in particolare ci sono delle pecorelle smarrite, molto disinibite, che fanno resuscitare i morti.»

Il parroco scandalizzato rifiutò il consiglio, ma fu grato al suo superiore per avergli rivelato le sue debolezze facendolo sentire meno solo. Avendo avuto conferma che anche chi occupava una posizione importante nella gerarchia ecclesiastica era tutt'altro che santo, rimase a svolgere il suo ministero come se fosse un lavoro come un altro, mentre il suo cuore inaridiva.

Tutto sembrava spingere Roberto verso una vita noiosa e un destino grigio, che non mi avrebbe in alcun modo potuto allarmare, ma qualcuno decise, in maniera del tutto irragionevole e sfrontata, che così non doveva essere.

Era la mattina prima della Vigilia di Natale e il parroco si era svegliato di soprassalto, tutto sudato. Aveva avuto uno dei suoi soliti incubi infestati da mostri, ma questa volta c'era stato un epilogo del tutto inatteso. Uno splendore accecante aveva squarciato le ombre cupe che circondavano le bestie immonde che lo tormentavano, mettendole in fuga.

Quella luce ultraterrena gli era familiare, non l'avrebbe mai potuta dimenticare: era la stessa che aveva visto quando si tirò miracolosamente fuori dalle macerie del terremoto, illeso e senza alcun bisogno dell'aiuto dei soccorritori.

La luce divenne accecante e una voce angelica gli rivelò e mostrò cose inimmaginabili, che non sarebbero mai potute apparire come frutto della sua fantasia. Ciò cambiò completamente la percezione del mondo che lo circondava e, in quello stesso istante, gli fu inculcata l'idea dell'esorcismo.

«Sono stato io a salvarti dalle macerie» gli confermò la voce. «Saresti dovuto morire a causa del terremoto, questo era il destino stabilito per te da Dio. Le creature che popolavano i tuoi incubi sono infatti demoni inferociti che rivendicano la tua anima. Non avere paura però, perché sono tornato e li ho allontanati per sempre da te. Ora sei sotto la mia protezione e per questo tu mi onorerai, rispettando il mio volere.» Poi rivelò l'esistenza di un tremendo pericolo, causato da quella che Roberto riteneva l'azione migliore della sua vita. «Antonio è maledetto e rappresenta l'essenza della distruzione. Non doveva essere salvato! Antonio è stato una conseguenza imprevista della mia scelta di salvarti, una variabile impazzita che può alterare l'intera creazione, una singolarità terribile, una crepa che farà crollare tutto. Devi intervenire per porre rimedio al tuo ingiustificabile sbaglio!»

Aveva colpevolizzato Roberto per aver afferrato la mano del suo amico, trascinandolo fuori dalle macerie, solo per indurlo ad agire sotto il suo influsso. Antonio, agli occhi del parroco, da amico si era così tramutato nel nemico più pericoloso, al punto da apparire come il male supremo.

«Hai salvato colui che determinerà la fine del genere umano, ma sei ancora in tempo per fermarlo. Guiderò io i tuoi gesti, tu dovrai soltanto abbandonarti completamente a me. Non temere, proveremo a convertirlo, se si sottometterà a me potrà continuare a vivere, altrimenti... nessuna esitazione.»

Roberto era pronto a fare qualsiasi cosa per provare a salvare Antonio, ma anche, se fosse stato necessario, a salvare il resto dell'umanità, eliminandolo.

Gli scenari possibili si moltiplicavano, il destino si rimescolava e tutto mi appariva estremamente instabile. Sperai che Roberto al risveglio ritornasse nella sua proverbiale apatia, ma non fu così.




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DECIDETE, A VOI LA SCELTA: 

CHE COSA È QUELLA LUCE?

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