{cinque}

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George pov:

Mi sveglio col sole negli occhi, ieri sera ho lasciato la tenda aperta.

Guardo il telefono, sono le sei. Dovrei prendere l'autobus per scuola tra un ora e mezza, quindi decido di alzarmi e prendere un po' di tempo solo per me stesso.

Vado in bagno e mi faccio la doccia, l'acqua è fredda, molto fredda, ma non mi dispiace, mi sta svegliando visto che mi sento ancora addormentato.

Quando esco dalla doccia mi metto un asciugamano attorno alla vita, mentre i capelli bagnati mi cadono quasi fino agli occhi, cerco di spostarli rendendoli ancora più spettinati.

Mi cambio, mi metto qualcosa di semplice e comodo, che non attiri l'attenzione di nessuno.

Dopodichè mi metto a fare colazione con il telefono, mi scaldo del latte e preparo un toast.

Finalmente arriva un'ora decente e decido di uscire e prendere l'autobus. C'è una puzza assurda, odio stare attaccato alla gente. Poi l'autobus si ferma, un po' di persone scendono, trovo un posto libero e corro a prenderlo. Che bene si sta qui. Metto lo zaino tra le gambe e intanto l'autobus riparte.

Fa altre due tre fermate e poi si riferma. Mancano ancora cinque minuti all'arrivo a scuola, non sono affatto dispiaciuto si sta bene seduti. Vedo delle persone entrare, anche se non vedo bene chi fino a quando non si avvicina a me.

"Alzati sfigato" mi dice mentre tutti quelli dietro di lui si mettono a ridere.

"Cosa ti fa pensare che io voglia darti il mio posto?" Gli dico con un tono di sfida.

"Perchè ho deciso così, e muoviti prima che cambi idea e ti faccia a pezzi" mi dice girando gli occhi e al cielo.

Mi alzo e gli lascio il posto, inutile dargli corda, se vuole tanto quel posto che se lo tenga, devo scendere tra poco.

È incredibile questo ragazzo non riesco a capirlo. A volte è molto simpatico e dolce, ma solo se è da solo senza quei suoi amici, e a volte è arrogante o comunque prepotente. È molto alto, più di me, ha questi capelli tinti di rosa, gli stanno anche bene, il rosa non dona a tutti. È molto magro e porta sempre questi vestiti sul tono di nero e un po' larghi, ma ha il suo stile.

Non lo conosco bene ma so che viene a scuola mia, tutti lo chiamano Techno o Blade o comunque Technoblade, non so quale sia il suo vero nome, anzi non credo lo sappia nessuno, è da una vita che lo chiamano così, credo sia nato all'asilo questo soprannome, ormai anche i suoi genitori lo chiamano così.

Appena entriamo a scuola lo vedo fare un cenno col capo a Clay, e lui ricambia, non capisco cosa ci sia di figo nel salutarsi così. Anzi credo che questi due non siano neanche amici, a volte litigano di brutto e vengono fuori risse mostruose Perchè Techno è l'unico che riesce a tenere testa a Clay, quindi quest'ultimo impazzisce. Invece in altri momenti sono più amici che mai.

Li ignoro, d'altronde sapere queste cose non è che mi interessi, quindi continuo sulla mia strada. Vado a fare la prima ora, ginnastica.

Voglio mettermi a piangere, odio ginnastica.

Mi dirigo in palestra e mi metto dei pantaloni corti fino a sopra le ginocchia. Quando arrivo in palestra Darryl mi raggiunge, e iniziamo a correre, odio correre. Il sudore corre dappertutto e questa sensazione mi da molto fastidio.

Iniziamo a fare addominali, Darryl mi tiene le ginocchia, spera di non fare addominali lui, perché se c'è una persona più impedita nello sport di me, che è molto difficile esserlo , è Darryl.

"Sparami" gli dico roteando gli occhi mentre salgo per fare il decimo addominale di fila.

Darryl fa il segno della pistola e fa finta di spararmi quindi io faccio finta di morire. Scoppiamo a ridere entrambi.

|Tutto grazie a uno stupido gioco|| dreamnotfound |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora