Clay pov:
È mattina, la mia camera è tutta buia, cerco di guardarmi attorno ma non vedo assolutamente niente.
Ieri sono stato fino alle sei di mattina al telefono con George, e devo dire che mi sento a mio agio. È strana questa situazione perché lui è uno sconosciuto, potrebbe essere un tizio sulla cinquantina con la pancia e il niente da fare o qualcuno che non ha amici e passa tutte le giornate su giochi online, potrebbe essere anche un mio amico che conosco ma non posso saperlo, anzi probabilmente non lo saprò mai perché non ho nessuna intenzione di dire la mia vera identità.
È un buon metodo di distrarsi, lui non conosce me e io non conosco lui eppure entrambi parliamo dei nostri problemi più intimi. La nostra amicizia è basata su uno schermo, su un gioco, su degli omini, potrebbe finire domani, potrebbe non finire mai, ma questo si vedrà solo col tempo.
La testa mi fa male, non dovrei stare sveglio fino a queste ore.
Cerco qualsiasi cosa che possa fare luce e la mia mano cade sul pulsante della lampada. Una vampata di luce illumina la stanza.
Mi strofino gli occhi facendoli diventare tutti rossi per poi stiracchiarmi. Passo anche una mano tra i capelli, e questi ultimi sono spettinati come mai.
Per prima cosa decido di prendere una felpa visto che sono ancora a petto nudo, e dopo averla indossata penso di dover andare a fare la colazione a mia sorella che probabilmente sta ancora dormendo.
Prendo il telefono e guardo l'orario, sono le tre di pomeriggio....
Una fretta improvvisa mi sale in corpo, prendo il telefono, e altri oggetti per poi vedere come mia sorella sta.
"Ehi fratellone" mi dice da distesa sul divano.
"Sono le tre di pomeriggio!" Gli dico con aria arrabbiata.
"E allora? Sei stato fino alle cinque o sei con quel tuo amico online, George, ogni tanto vi sentivo parlare" dice divertita.
"Esattamente cosa hai sentito? E poi cosa ci facevi sveglia a quelle ore?!" Gli dico preoccupato, non voglio che si intrometta nella mia vita, e non voglio che si preoccupi per me, d'altronde sono io quello grande, se non riesco a proteggere me stesso come farò a proteggere lei?
"Io?! Sei tu quello che stava parlando con uno sconosciuto alle cinque di mattina! Comunque dovevo andare in bagno e ho sentito un po' di conserte" Mi guarda, tiene un sorriso maligno sulle labbra, ha lei la situazione in pugno. Sono tesissimo, se ha sentito qualcosa sarò molto ma molto a disagio e lei si preoccuperà per me e io non voglio questo.
"Perchè così teso? Hai paura che dica a qualcuno qualcosa?" Mi dice mettendomi ancora più in soggezione, questa situazione di impotenza mi fa venire voglia di gridare più forte che posso.
"Dai, non giocare così, poi missino ti ha detto che è maleducazione ascoltare le conversazioni altrui! Comprese quelle dei familiari....quindi dimmi quello che hai sentito e finiamola qua" le dico nervoso.
"Non ho sentito niente, solo qualche parola ma poi avevo troppo sonno e sono tornata a letto" mi dice ritornando a concentrarsi sul telefono.
Mi butto su di lei sul divano, mi aveva fatto innervosire, adesso sto solo sciogliendo la tensione. Appoggio la testa sulle sue gambe, e mentre lei guarda con una mano il telefono con l'altra mi accarezza i capelli, ne approfitto per chiederle che fine ha fatto Tommy.
"Se ne é andati un paio di ore fa, è venuto la madre a prenderlo con un suo amico, Toby mi pare si chiami" mi dice continuando a guardare il telefono.
"Ti piace?" Gli dico mentre mi siedo normalmente accanto a lei.
"Chi?" Mi chiede mettendo via il telefono.
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|Tutto grazie a uno stupido gioco|| dreamnotfound |
FanfictionDue ragazzi, due mondi completamente diversi. Da una parte abbiamo George, un piccolo Nerd che ama i videogiochi e passare il pomeriggio sul divano, mentre dall'altra Clay, il ragazzo più popolare della scuola e la promessa del football. Non hanno n...