{due}

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George pov:

Sono sui libri da tutto il pomeriggio, la mia testa sta esplodendo. So che la scuola deve ancora cominciare, e che i compiti delle vacanze li ho finiti a giugno, ma meglio essere preparati per domani.

Decido di concedermi una pausa, d'altronde è quasi l'ora di cena. Prendo il telefono e inizio a scrollare un po' di post su Instagram.

"Ma perchè la gente ci tiene a postare così tante foto?" Penso ad alta voce.

"Perchè ci tengono ad avere la foto perfetta da postare o la storia per dire a tutti cosa stanno facendo nella vita?" Non riesco proprio a capire....

Non sono mai stato un ragazzo popolare con tanti amici, o con tante ragazze, anzi il contrario, con nessuna. Ma d'altronde non è questo che mi piace fare, i ragazzi della mia età sognano una vita perfetta, avere la ragazza più bella, essere popolari, avere un milione di ammiratrici, andare alle feste più fighe e esclusive, o ubriacarsi con i propri amici.

Ma non io.

Mi piace stare a casa, passare il tempo con la mia famiglia, con i miei pochi amici. Mi piace studiare, stare interi pomeriggi o mattinate sui libri finchè non mi scoppia la testa, mi piace stare intere giornate a giocare sul computer o sul tablet, insomma non sono un ragazzo come gli altri.

I miei pensieri però vengono interrotti da mia mamma che mi chiama perché è pronta la cena, si vivo ancora con i miei genitori.

La ringrazio e mi dirigo in sala da pranzo, dove preparo la tavola per tre persone. Dopodichè mangio e ogni tanto lancio del cibo sotto il tavolo per il mio gatto, e mia mamma mi rimprovera spesso per questo.

Passiamo la cena parlando, finchè mia mamma mi guarda e dice "mi ha chiamato Darryl"

Sputo tutta l'acqua che stavo bevendo.

"George! Non è così che ti ho educato!"  Mi rimprovera mia madre.

"Perché mai Darryl dovrebbe chiamarti?" Le dico sconvolto.

"Perché è un bravo ragazzo è molto educato al contrario di te....voleva sapere  se poteva passare la notte qui, i suoi genitori sono fuori città" mi dice mentre continua a mangiare quello che ha nel piatto.

"E tu gli hai risposto dicendo....?" Le dico incuriosito. Io e Darryl siamo amici da sempre, lui è poco più grande di me, ma è comunque un bravissimo ragazzo, mi ascolta sempre quando ho un problema, è adorabile.

"Mi faceva pena, non volevo che passasse il giorno prima dell'inizio della scuola da solo, quindi gli ho detto di sì."

Gioisco alzando le mani al cielo, quando mia mamma mi interrompe "vedete di andare a letto presto, domani c'è scuola" mi dice severamente.

Io annuisco in senso di approvazione dicendo "mi conosci sono un bravo ragazzo" e sfoggiando il mio sorriso migliore

"Darryl è un bravo ragazzo, tu sei solo un lecca culo di dimensioni atomiche" mi dice mentre inizia a sperperare la tavola, e io rido come un scemo.

Li aiuto a spreparare la tavola, poi visto che mi obbligano, lavo i piatti, ma a metà grazie alla mia fortuna spropositata Darryl suona il citofono.

"Vai a aprire, qua ci penso io" mi dice mia mamma.

Non me lo faccio ripetere due volte.

Mi precipito giù fino al piano terra di corsa e, maldestro come sono,rischio di cadere dalle scale quattro o cinque volte. Una volta arrivato alla porta la apro e faccio entrare il mio amico, che mi ringrazia con un abbraccio. Insieme risaliamo le scale fino alla mia camera da letto, per poi buttarci su di esso.

|Tutto grazie a uno stupido gioco|| dreamnotfound |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora