20. Paradise

21 2 0
                                    

POV's Ryan
Quando un numero sconosciuto mi chiamò, ero ancora al parco. Derek e Alex dopo aver provato a calmarmi senza alcun risultato, sono andati a prendere la mia auto e poi sono tornati a casa. Ero furibondo… Non mi succedeva da tempo. Dalle superiori era diventato freddo e calcolatore per evitare inutili errori ma solo l'idea di non poter più vedere Alice, mi manda fuori di testa.
Mi suona il cellulare e rispondo in malo modo finché non sento la sua voce tremante, spaventata e priva di forze. In meno di tre minuti sono da lei e quando dico "Eccomi", Alice scende dall'auto e si butta tra le mie braccia. Prima di portarla via con me, mi giro a vedere il volto dispiaciuto e triste di Tommaso. Mi fissa anche lui ma non gli do il tempo di ribattere che metto la esile ragazza tra le mie braccia nella mia macchina e partiamo. Decido di andare nell'unico posto in cui io sono realmente felice per mostrarlo a lei. Quel piccolo angolo di pace è isolato dal resto del mondo che mi ha fatto sentire a casa meglio di chiunque altro ci avesse provato. L’infrangersi delle onde sulla riva, la sabbia tiepida sotto i piedi, il sole che tramonta sono stati dal primo momento in cui li vidi una parte fondamentale della mia esistenza. Alle medie, dopo la morte dei miei, passavo ore e ore per quella spiaggia deserta; correvo, nuotavo, dormivo, giocavo con la sabbia, riflettevo. Becky era occupata a cercare un lavoro, poter continuare a studiare e di conseguenza anche Phil, che le correva dietro come un cagnolino obbediente.
Coccolo Alice che piange disperata: trema come una foglia e stritola la mia T-shirt con tanta forza fino a farmi pensare che possa strapparla.

Si è appena tranquillizzata e mi chiede dell'incontro. Sono rimasto senza parole. Questa ragazza mi comprende come nessuno ha mai fatto.
"Andiamo?" le chiedo e le si illuminano gli occhi. Brillano di luce proprio e lei mi stringe la mano superandomi.

Siamo davanti al bar di Mike ad aspettare Derek con il mio borsone. Alice gioca con la mia mano mentre io la guardo con un sorriso. È una ragazza matura e molto coraggiosa ma è un’adolescente che vuole vedere il mondo. È una sognatrice che incontra solo i suoi incubi tuttavia non si scoraggia e, se mai lo facesse, ci sarei io a sostenerla con tutte le mie forze.
“Ryan”
“Sì?”
“Tommaso mi ha detto che si trasferiscono qui”
“Ah”
“E io dovrei andare da loro”
“Dovresti? Non vuoi?”
“Voglio stare con te ma vi ho recato già troppo disturbo e…”
“Sei arrabbiata perché ti hanno nascosto tutto?”
“Sì, tanto arrabbiata, infuriata ma estremamente felice”
“Vai con loro”
“Ma io voglio stare con te”
“Facciamo così. Stai con noi ancora un po’ giusto per farli pentire di cosa hanno fatto e poi, quando ti sentirai pronta, tornerai da loro”
“Molto saggio”
“Ti ricordo che sono più grande”
“Più vecchio” dice tossendo per nascondere il suo misfatto.
“Ah. Davvero? Ti da fastidio se questo vecchio ti lascia in mezzo alla strada dopo al ritorno?”
“No! Sei bellissimo e fai provare invidia a chiunque ti guardi!”
“Stai facendo crescere il mio ego, sai? Stanotte dormi con me?”
“Vedremo se vincerai l’incontro”
“Spaccherò la faccia a tutti quelli che mi intralceranno dal poter dormire insieme alla mia piccolina”
“Adesso mi chiami ‘piccolina’? Non credo che questa volta la passerai liscia” mi risponde mettendo il broncio e scendendo dall’auto. Di risposta, spalanco la portiera per fermarla ma vengo preso in pieno dal freddo vento invernale - siamo ancora a gennaio...non credo che sopravvivrò a lungo con questo gelo.
“Se mi permetti di chiamarti piccola, piccolina e tutti i possibili sinonimi, tu puoi darmi un soprannome diverso da ‘Ryry’”
“Veramente?!” urla felice attirando l’attenzione dei passanti.
“Certo” sorrido. Sono davvero onorato di aver conosciuto Alice e spero di poterla conoscere sempre di più.

Il nostro universo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora