POV's Becky
Quando suonò il cellulare, stavo tranquillamente cenando con del pollo arrosto e del vino per festeggiare la risoluzione del ennesimo omicidio. Contro voglia, mi alzai e risposi scontrosa:
"Pronto?"
"Mi scusi il disturbo, Detective Walker! Ma c'è urgente bisogno di lei"
"I dettagli" risposi imperterrita.
"Una ragazza dispersa nel deserto con un cadavere. Tra dieci minuti parte l'elicottero"
"Conciso come sempre, agente Williams. Arrivo tra cinque minuti"
Dopo quella telefonata, mi lanciai fuori dalla porta e in tre minuti - superando qualsiasi limite di velocità conosciuto - arrivai alla stazione di polizia e corsi sul tetto. Ed eccomi ora sull'elicottero pronto al decollo.
"Buona sera, Beck! Passata una buona giornata?" urla il pilota e mio migliore amico Philip.
"Ciao, Phil! Una giornata che non finisce più. Sai che a lavoro non mi devi chiamare per nome? Comunque Williams mi ha già riassunto il problema. Me lo approfondisci?
"Anche tu mi hai chiamato per nome! Lasciamo stare, tanto vinceresti tu. Allora certamente, detective. Una sedicenne italiana scomparsa due settimane fa, ha chiamato da un luogo sperduto dicendo di essere con un cadavere"
"Sedici anni?! 2 anni più piccola di mio fratello! Quanto saranno preoccupati i suoi genitori"
"Sua madre e suo fratello sono stati ritrovati morti tre giorni fa. Il padre è scomparso ed è il sospettato principale visto che non erano in buoni rapporti"
"Chiederemo alla ragazza. Se non ha ferite troppo gravi, non starà in ospedale...dove verrà portata?" chiedo titubante.
"...Beck. Credo che ci penserà qualche assistente sociale ma se per puro caso, una gentilissima detective si offrirebbe di ospitarla per la sera magari la piccola Alice potrebbe accettare"
"Alice nel Paese delle Meraviglie. Chissà se anche lei ha una grande fantasia"
"Ma guarda! Altro che fantasia! Quella ragazzina è un genio" sbraita Phil costringendomi a guardare davanti: delle grandi lettere incendiate ci indicano la posizione della ragazza. Aveva paura di non essere trovata però non si è arresa e ha cercato un modo per essere vista.
"Chiama anche i pompieri. Dobbiamo spegnere il fuoco. Doveva essere più responsabile"
"Sul momento e da sola ha pensato solo a questo. Per me è un mito. Poi somiglia a qualcuno che conosco" mi lancia un'occhiataccia e io resto in silenzio pensierosa.
Appena atterriamo, scendo e osservo la zona circostante fino a fermarmi sulla ragazza: mi fissa con occhi selvaggi come se fossi una preda da catturare e mantiene lo sguardo fisso nel mio finché non le sono davanti. A quel punto, sorride e poi si accascia a terra sfinita dalla situazione.
"Grazie al cielo! Stavo cominciando a congelare" mi dice ridacchiando. Mi avvicino e le tocco una spalla: è un blocco di ghiaccio che si muove. "Portate subito delle coperte" urlo agli altri agenti ancora sull'elicottero. "Inizia a metterti questa giacca poi le coperte quando arrivano. Mi chiamo Rebekah Walker. Tu?"
"Alice Villa. Il cadavere è laggiù: è una donna e dalla puzza credo sia morta da pochi giorni. Non la conosco"
"Ahaha. Dritta al punto. Potresti fare carriera nel corpo di polizia. Adesso ti portiamo al calduccio"
"Grazie, detective Walker" dice guardandomi ancora negli occhi e rialzandosi a fatica.
"Dammi una mano che ti tiro su. Allora credo che tu abbia capito di non essere in Italia quindi prima di domani non possiamo contattare la tua famiglia. Se non ci sono gravi problemi, ti porterò all'ospedale per un controllo e se ti sto simpatica ti ospiterò volentieri a casa mia per la serata"
"Sicuramente è una persona simpatica e non credo che un agente della polizia mi farebbe male, almeno penso. Ho solo molta fame quindi le dico che le svuoterò il frigo senza esitazione"
"Ahahah. Anche tu sei simpatica. Ti piace la pizza?"
"L'adoro" sorride e le si illuminano gli occhi. Ci dirigiamo sull'elicottero e quando decolliamo, la stringo per le spalle per scaldarla un po' più in fretta. Andiamo direttamente all'ospedale e saluto Phil per poter accompagnare Alice da un dottore.
Dopo un lungo controllo, usciamo e ci dirigiamo alla mia macchina. Appena entriamo nella vettura, Alice mi sorride: "La ringrazio molto per l'ospitalità ma volevo chiederle se potevo usare la doccia...non credo di poter sopravvivere con questo odoraccio addosso"
"Certo, Alice. Chiamami pure Becky"
"Grazie davvero. Altrimenti avrei usato una pompa in giardino" e scoppiammo a ridere.
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Il nostro universo
ChickLitAlice è una normalissima sedicenne italiana che ha vissuto una vita semplice e felice tranne per un piccolo particolare: un giorno si risveglia in un posto sconosciuto e non riesce a ricordare nulla delle due settimane precedenti. Scoprirà di essere...