POV's Ryan
Alice si è definitivamente trasferita a casa nostra. Ormai è passata una settimana da quando ha accettato di stare con noi e anche se non ho proprio voglia, devo tornare a scuola. Non so come ma Becky è riuscita a iscrivere Alice al mio stesso liceo. Da una parte è positivo così non la perdo di vista tuttavia non sono ben voluto lì e potrebbero farle del male. Dovrei far finta di non conoscerla o “segnare il territorio” in modo che nessuno le si avvicini? La prima è sicuramente la più dolorosa per me e la seconda lo sarebbe per lei perché non riuscirebbe a farsi nessun amico - amico potrebbe farne anche a meno ma ha bisogno di amiche, soprattutto in questo momento in cui si sentirà sicuramente sola. Se la ignorassi però l’abbandonerei. Ahhh. Ci penso poi domani a scuola. Godiamoci questa domenica.Esco dalla stanza e mi dirigo nella piscina interna - già, la famiglia Walker è una delle più ricche della città ed essendo rimasti solo io e mia sorella abbiamo una bella eredità - cambiandomi e lanciandomi in quella pozza fresca di cloro. Ho sempre amato l’acqua, dolce, salata o clorata che sia; diciamo che dopo l’incidente aereo dei miei, il quale è finito in fondo all’oceano, ho sempre avuto un po’ timore ma niente in confronto a quello che provo a vedere o pensare di salire su un aereo. Faccio una decina di vasche e all’improvviso sento una porta aprirsi. Becky è corsa a lavoro, in ritardo come sempre, e Alice non l’ho ancora vista. Sollevo lo sguardo e osservo il modo in cui mi guarda. Quando mi vede, le si illuminano gli occhi come se fossi la sua salvezza. Come potrei solo pensare di lasciarla da sola? Non sono mai stato guardato così da nessuno, neanche da mia sorella, poi arriva lei è cambia tutto ciò in cui credevo. Se prima vedevo il mondo in bianco e nero, ora lo considero con tutti i suoi colori e una luce divampa dal profondo del mio cuore; se prima non sopportavo i miei coetanei, ragazze o ragazzi, ora non potrei passare un giorno senza vedere il suo sorriso; se prima tornavo a casa pieno di lividi, ora ho paura di farmi vedere così da lei; se prima mi era impossibile dormire a causa degli incubi, ora riposo tranquillo con lei al mio fianco (anche se Becky non è molto d’accordo e infatti 2 notti su 7 dormono loro insieme perché non si sente sicura a lasciarla con me). “Posso venire anch’io?”
“Dove?” chiedo tornando con i piedi per terra, o meglio, nell’acqua.
“In acqua” ridacchia vedendo il mio sguardo confuso.
“Ah, sì. Forse in camera di Becky c’è un costume per te”
“Okay” e va a cambiarsi. È fine gennaio e il freddo si sente ancora. Ringrazio di avere una piscina interna riscaldata. Chissà se sa nuotare. Aspetta un secondo. Ora la vedrò in costume! Lo sempre vista con addosso i miei vestiti larghi sul suo corpo o con quelli super seriosi di mia sorella ma in costume no. Ho paura che mi rimarrà fissa in testa per almeno due mesi. La prossima volta magari la porto al mare. Basta! Sto divagando. Allora cosa posso mangiare dopo? Un’insalata? Un hamburger? Un piatto di pasta? Per mia grande fortuna Alice entra e interrompe il circolo vizioso dei miei pensieri. Speravo che indossasse la muta invece le vedo indosso del filo interdentale: quel costumino lo metteva mia sorella all’università perché, a differenza di Alice, era poco formosa. Ma wow! Alice è davvero bella. Ha la pelle molto chiara, delle curve perfette e ovviamente i suoi occhi che come calamite mi obbligano a guardarli sempre, senza distogliere lo sguardo. "Arrivo!" urla lanciandosi in acqua con un super tuffo a bomba. Quando esce ride felice e si avvicina a me. "Dovevate dirmelo prima che avete una piscina interna! Questa casa è piena di segreti". Già, non sai quanti ed è meglio così. "Facciamo una gara?" propone lei vedendomi silenzioso.
"Cosa scommettiamo?"
"Chi perde deve fare per un giorno intero tutto ciò che il vincitore gli dice. In poche parole, schiavo e padrone"
"Preparati al peggio, schiavetta" e ci mettiamo ai posti di partenza.
"Pronti partenza e viaaaaa" urliamo io e Alice e partiamo. Arrivo al fondo della vasca, faccio una virata e torno indietro. Riemergo e Alice è già lì.
"Come hai fatto?". Quella piccoletta a barato!
"Sono solo più veloce. Geloso?"
"Davvero? Vediamo allora se riesci a sfuggire" con uno scatto felino la afferro e la immobilizzo.
"Ahahaha" e le faccio il solletico. Lo odia a morte ma è bellissima quando ride.
"No! B-Basta!"
"Allora ammetti che hai mentito"
"Mai"
"Nessun problema. Posso continuare tutto il giorno"
"T-Ti prego! Basta!"
"Lo ammetti?" ma smetto appena vedo delle lacrime rigargli il volto. Mentre riprende fiato, la osservo incerto sul da farsi però la attiro a me accarezzandole la schiena con lenti e sfiorati movimenti circolari della mano. "Scusami. Non volevo farti piangere"
"Tranquillo ma preparati perché m-mi vendicherò" dice tirando su col naso. Che carina. Non è mai bello vedere qualcuno piangere ma lei era dannatamente dolce con gli occhi lucidi. Comunque spero che non debba mai piangere e che io non sia colui che le ha provocato le lacrime perché non lo sopporterei.
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Il nostro universo
Chick-LitAlice è una normalissima sedicenne italiana che ha vissuto una vita semplice e felice tranne per un piccolo particolare: un giorno si risveglia in un posto sconosciuto e non riesce a ricordare nulla delle due settimane precedenti. Scoprirà di essere...