11. Il professor Kent

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POV's Alice
Becky e Ryan mi hanno accettata all’istante nella loro famiglia. Per quanto mi sento infinitamente sola senza la mia, loro pian piano riempiono parte di questo vuoto. Becky è praticamente la sorella che non ho mai avuto ed è stata disponibile per qualsiasi cosa chiedessi. Mentre Ryan...che dire, è fantastico. In queste due settimane, è stato ininterrottamente con me e mi ha portato un sorriso spontaneo sul viso. Inoltre, dopo la nuotata di ieri ipotizzo che quella magnifica piscina ormai mi appartenga tuttavia in futuro non mi farò mai più vedere da Ryan con un costume così raggrinzito. Se non ci fossero stati loro credo che per me sarebbe finita molto male. Mi sarei depressa per i primi tempi e poi penso che mi sarei uccisa - odio chi butta così la sua vita ma sono sicura che senza di loro quella non sarebbe stata vita. 

Sono in super, mega, extra ansia per il primo giorno di scuola. Amo studiare soprattutto perché è sempre stato difficile per me relazionarmi con il prossimo, in più c’era continuamente qualcuno pronto a rovinarmi la giornata. Quindi andavo a scuola solo per apprendere anche se potevo tranquillamente farlo da casa ma così avrei solo fatto preoccupare mia madre. L’unico che sapeva tutto era mio fratello Tommaso nonostante non glielo avessi rivelato io: un pomeriggio appena finita scuola, sono stata trascinata sul retro dell’edificio da un gruppo di tre ragazze e due ragazzi. Solitamente quando mi portavano lì dietro era sempre per farmi del male e non psicologico o emotivo ma fisico, prendendomi a calci su ogni centimetro del mio corpo evitando la faccia per non essere scoperti. Quando stavano per cominciare, mio fratello comparì all’improvviso seguito da alcuni suoi compagni di classe ed essendo dell’ultimo anno, hanno incusso timore solo con la loro presenza facendo scomparire quei cinque rifiuti della società. Non mi calcolò per giorni ma allo stesso tempo nessuno si avvicinò più a me. Quando fui pronta a parlarne bloccai mio fratello in camera e discutemmo per ore fino al mattino del giorno seguente. Io e lui non litigavamo mai tranne quando c’era di mezzo la salute di uno o dell’altro. Gli ho voluto bene più che a me stessa e gliene vorrò per sempre. 

Mi sembra più che giusto. Ora non sono più in ansia però sono completamente depressa. Quasi quasi mi rimetto sotto le coperte...No! Ho promesso a mamma e Tommy che non mi sarei fatta sconfiggere. Titubante prendo il cellulare, gentilmente acquistato da Phil come regalo di benvenuto, e chiamo Ryan che era dovuto uscire prima. Dopo il secondo squillo mi risponde: “Alice? Tutto okay?”

“Sì-ì”. Sentire la sua voce mi rilassa all’istante ma non mi impedisce di balbettare. Se parlo così certo che si preoccupa.

“Arrivo”. 

“No, tranquillo. Volevo solo sentire la tua voce”

“Non è meglio un abbraccio?”

“Sì ma me lo puoi dare dopo. Scusa il disturbo” e attacco. Non dovevo chiamarlo però ora mi sento molto meglio.

Non so come tuttavia riesco ad arrivare davanti alla segreteria senza perdermi e con 10 minuti di anticipo. Entro nella stanza e vedo una donna di circa cinquant’anni seduta dietro a una scrivania più alta di lei. “Buongiorno. Di cosa ha bisogno?” Dice scorbutica con un tono di voce estremamente acuto.

“Sono Alice Villa, la nuova studentessa”
“Ah. Deve solo compilare due moduli, le consegno il suo orario e le do la combinazione del suo armadietto. Se ha domande chieda al rappresentante della sua futura classe o a qualche professore” e poi si alza lasciandomi sola. Che bella accoglienza! Ottimo inizio, Alice. 

Dopo aver compilato i moduli e visto che quell’antipatica della segretaria ha deciso di scioperare, parto all’avanscoperta. Nel giro di un quarto d’ora constato di essermi totalmente persa. “Ciao, hai per caso bisogno di una mano?”. Chi è questo angelo che è corso in mio soccorso?

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