23. Piccola riunione di famiglia

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POV's Alice
“Vuoi andare a mangiare una pizza? Non è buona come a casa ma è bella grossa” mi domanda Tommy mentre guida verso l’hotel dove soggiornano lui e mia madre.
“Non ho fame però ho molto sonno”
“D’accordo. Mi racconti cos’è successo?”
“Domani” e rimaniamo in silenzio finché non raggiungiamo la sua camera d’hotel.

“La mamma è in quella lì se vuoi salutarla”
“Sì...magari dormo con lei. Grazie”
“Ti voglio bene, biscottina” sussurra Tommy abbracciandomi e io ricambio godendomi del suo tepore.
Busso alla porta e vedo mia madre con il telefono all’orecchio.
“Oh! Tesoro! Dom ti chiamo più tardi” e attacca mentre mi afferra la mano conducendomi all’interno.
“Come stai? Ti piace la nuova scuola? La detective e il fratello sono stati gentili con te? La signorina Walker sembrava così carina. Il fratello non l’ho ancora visto ma Tommy ha detto che sembra un tipo a posto. Ti sei già fatta qualche amica?” parla mia madre finché non la fermo con un gesto della mano e provo a rispondere a tutto.
“Allora...Tutto bene, tu? Sì, per adesso gli insegnanti mi stanno simpatici. Sono stati fantastici. Becky è proprio gentile mentre Ryan mi ha aiutato molto. Credevo che lui e Tom non si sopportassero. Sì, si chiama Camille ed è fantastica, è il vice capitano delle cheerleader e ho un sacco di lezioni in comune con lei, forse tutte”
“Sono felice, tesoro. Ma come mai sei qui? Non fraintendermi, sono entusiasta tuttavia non dovresti essere con loro?”
“Non so perché ma ho fatto arrabbiare Ryan...”
“Nessuno può rimanere arrabbiato con te. Dagli un po’ di tempo e capirà di non poter stare senza di te” sorrise con premura.
“Gli ho raccontato di mio padre e mi ha ‘cacciato’” mimo le virgolette sull’ultima parola. Mia madre fa un’espressione stupita poi rendendo più salda la nostra stretta di mano, mi rassicura: “Non ti preoccupare. Ti piace? E non come ti piace Tom ma come potrebbe piacerti un ragazzo”
“Non lo so. Mi fa sentire protetta e a casa. Con voi mi sento in famiglia ma con lui…era diverso”
“Sfortunatamente, in amore esiste solo un ‘sì’ o un ‘no’ quindi spero che troverai una risposta, tesoro mio”
“Non sai quanto mi sei mancata. Ti voglio tanto bene, mamma” dico stringendola stretta.
“Guardiamo un film? Chiamo Tom”
“Vado io così gli prendo una maglia e dei pantaloni” sgattaiolo fuori dalla porta per entrare in quella di fronte.
“Dovresti imparare a bussare” mi rimprovera mio fratello che è sdraiato sul letto a fissare il soffitto bianco della stanza.
“La prossima volta. Vieni con noi a guardare un film? Posso rubarti qualcosa con cui possa dormire, vero?”
“Certo, la valigia è lì”
“Grazie, fratellone”. Prendo una maglia a maniche lunghe e dei pantaloni della tuta e mi chiudo in bagno. In trenta secondi, sono pronta e afferro la mano di Tommy per trascinarlo nella camera di fronte.

Alla fine, ci siamo addormentati e io ero stretta nel mezzo. Per mio grande sollievo, la sveglia suona e così sono costretti a lasciarmi.
“Awww! Ma che ore sono?” chiede mia madre e nel frattempo Tommy sta cercando di mettere a fuoco le nostre figure.
“Le 7 in punto. Per caso potete accompagnarmi a scuola?”
“Certo, tesoro. Tom muoviti”
“Ma! Ha chiesto a entrambi”
“Sei giovane”
“Va bene, vecchietta”
“Come mi hai chiamata?!” strilla mia madre mentre lui scappa con la coda tra le gambe in camera sua.
“Prima o poi mi vendicherò!”
“Mamma, facciamo colazione insieme?”
“Certo, tesoro. Fammi dare una lavata poi ti lascio il bagno”
“Grazie”
“Se desideri, prendi pure un cambio dalla mia valigia”
“Ti adoro!”
“Lo so, tesoro. Lo so” sorride e si chiude la porta alla spalle. Prendo una maglia bianca a maniche lunghe e trasparenti che abbino con dei pantaloni nero cenere. Mi cambio anche l’intimo visto che ci sono ma quello di mia madre è un po’ succinto. ‘Tanto non mi vede nessuno’ penso e afferro l’intimo di pizzo bianco.

“Che buona! Le ciambelle qui sono fantastiche!” strilla mia madre attirando l’attenzione di tutto il bar che però le sorride. Mia madre ha quarantun anni ma ne dimostra solo trenta. È veramente bella con i suoi lunghi capelli marroni nocciola con qualche ciocca sul rosso e gli occhi verdi, molto simili ai miei.
“Aly, per che ora devi essere a scuola?”
“Umm...tra dieci minuti”
“Accidenti! Potevi avvisare prima?!”
“Da qui ci mettiamo dieci minuti a piedi poi le lezioni iniziano tra venti minuti ma incontro Cam davanti a scuola”
“Ecco perché eri così tranquilla. Cam è la ragazza di ieri?”
“Sì. Mi ha detto che le stai simpatico anche se ti crede un so-tutto-io”
“Anche a me stava simpatica…”
“Fai finta di niente. Io ho riassunto quello che ho capito quindi è molto probabile che abbia sbagliato”
“Se non ti conoscessi, mi stupirei”
“Grazie mille, eh. Andiamo” dico mentre finisco la tazza di latte e mi infilo il cappotto.
“Sì, signora. A dopo, mamma”
“Ciao, mamma” dico baciandole la guancia.
“Ciao, ragazzi” e usciamo per salire in macchina.
“Lo sai che potresti prendere la patente?”
“Aspetto i diciotto anni. Sono sicura che ti diverti a farmi da accompagnatore” sorrido.
“Non ho altro da fare”
“Siamo arrivati. Gira a sinistra e parcheggia laggiù”
“Okay. Vedi Camille? Rimaniamo in macchina fino a quando non dovete entrare?”
“Sì. Non voglio morire congelata. Ah! Eccola” esco dalla macchina per chiamarla.
“Ciao, Aly!” mi abbraccia mentre entra dietro.
“Oh! Ciao, Tommaso”
“Ciao, Camille”
“Ma Ryan?” chiede sostando ripetutamente lo sguardo da me a Tommy.
“Credo di averlo fatto arrabbiare” e lei gela sul posto.
“Hai fatto arrabbiare Ryan Walker e sei ancora viva?” domanda paralizzata dalla paura.
“Guarda che non è quel mostro che tutti pensate…” replico pensierosa.
“Sicuramente non è un ragazzo comune” dice Tommy attirando la mia attenzione.
“A quanto pare a scuola hanno tutti paura di lui, eh? Che bei ricordi...avevano paura anche di me”
“Sì, però eri il capitano della squadra di football e un genio. Anzi, Ryan è più intelligente di te. Prende 10 su 10 senza studiare...ha la memoria fotografica e non ha problemi in matematica o fisica. Penso che oggi dopo le lezioni, vado da lui. Ti scrivo se ho bisogno di un passaggio, va bene?”
“Certo, chiamami anche se hai bisogno di dargli qualche cazzotto”
“Aly, andiamo? Altrimenti facciamo tardi”
“Ah. Certo. Ciao, fratellone” gli bacio la guancia e scendo con Camille.
“Ciao, biscottina. Ciao Camille”
“Ciao, Tommaso”. Andiamo in classe e mentre aspettiamo il professore chiacchieriamo un po’. Oggi abbiamo il professor Kent che fa supplenza e per benedizione divina, ha deciso di lasciarci queste due ore liberi a patto che non facciamo rumore. Si sono formati un paio di gruppi e c’è chi parla, chi studia, chi ascolta musica e chi va in bagno - nel mio caso. “Professore, potrei andare al bagno?”
“Certo. Non metterci troppo o mando i soccorsi a cercarti” scherza dandomi il permesso e lo ringrazio sorridendogli.

Con calma, mi dirigo al bagno e non posso fare a meno di notare Derek al telefono. “Cazzo! Ryan...dove sei?” esclama spazientito e all’improvviso compare Alex: “Ancora niente a quanto vedo”
“Quando serve, non ha mai il telefono”
“Stai tranquillo. Se ci fossero problemi seri, ci avrebbe chiamato”
“Hai visto Alice oggi? Era con suo fratello. Se Ryan non è in fin di vita, non ci chiama però deve essere successo qualcosa. Non credo di avere la forza per aiutarlo ancora”
“Su questo non ti do torto. Spero solo che non abbia detto nulla di male ad Alice perché potrebbe perderla in un batter d’occhio”
“Preghiamo più che sperare. Comunque Alice sembrava abbastanza normale...dopo le parliamo e scopriamo cos’è successo”
“D’accordo. Torno in classe altrimenti mi decapita quella stupida vecchiaccia inglese” ringhia Alex salutando Derek che si dirige dalla parte opposta. Ryan è in pericolo? No, sarà da qualche parte per evitarmi il più possibile.

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