POV's Alice
Fin da piccola avevo un grande passione per le moto ma ero troppo timorosa per andarci da sola quindi, quando Tom compì 16 anni e chiese un motocicletta, lo pregavo ogni volta di accompagnarmi anche solo per buttare la spazzatura in fondo alla strada.
"W-Wow" balbetto per l'emozione.
"Lo so. È bellissima. Dai sali" dice passandomi un casco. Becky mi aveva dato il via libera per il suo guardaroba allora gli rubai una T-shirt nera con un disegno logorato dal tempo e dei comodissimi leggings neri ma avevo dimenticato una felpa.
"Possiamo tornare un attimo dentro? Ho dimenticato di prendere un felpa"
"Tieni, prendi questa" mi dice tirando fuori dal suo borsone una felpona nera. Dopo essermela messa - è talmente grossa che arriva quasi alle ginocchia - mi infilo il casco e mi posiziono dietro di lui. Mi sorride e poi parte mentre gli stritolo la schiena per l'emozione. "È la prima volta?"
"Cosa?" rispondo intontita perché mi ha tirato fuori dal mio sogno a occhi aperti.
"No, no. Tutti i giorni andavo con mio fratello in giro! Però sono agitata come se fosse la prima voltaChissà perché?"
"Vorresti provare una volta a guidarla tu?"
"No! Troppa paura e poi combinerei pasticci"
"Non ti preoccupare. Starei dietro di te a controllare la situazione. Comunque non parliamone adesso"
"Dove si terrà l'incontro?". Mio fratello li faceva in qualsiasi palestra lo accettasse anche se non ricordo che ne abbia affrontati così tardi.
"Diciamo che non è proprio il solito incontro in palestra"
Poco dopo aggiunge: "È un incontro clandestino Tanto lo avresti scoperto da sola, piccola detective"
"Tua sorella non ti ha mai beccato?". Non risponde subito come se il fatto che non gli abbia detto nulla a proposito dell'illegalità, lo avesse sorpreso. "Sarà anche un genio nel risolvere gli omicidi ma a casa è una normalissima sorella che segue il fratello lo stretto necessario"
"Secondo me lo sa però non ne parla perché sa che ti dovrebbe arrestare"
"Non hai peli sulla lingua, sai?"
"Me lo hanno detto in tanti"
"In qualsiasi caso e qualsiasi cosa mi dica, non smetterò di farlo solo perché me lo impone lei" e il discorso si chiude lì.
L'aria mi congela però grazie alle spalle larghe di Ryan, ne ricevo di meno. A un certo punto, rallenta e si ferma davanti un bar. Scende si toglie il casco e io lo seguo sempre in silenzio.
Adesso andiamo negli spogliatoi, se si possono chiamare così. Arriviamo in una zona divisa in piccole stanzette con un tanfo tremendo che mi costringe a tapparmi il naso, facendo ridere Ryan. "Qui si muore. Vicino al ring va un po meglio. Mi cambio e poi andiamo"
"Non devi fare un riscaldamento o qualcosa del genere?"
"Sarebbe troppo facile così" dice alzando il tono di voce per farsi sentire da dietro le pareti di plexiglass.
Esce e noto che indossa dei pantaloncini neri ma nessun asciugamano. Mi fermo a vedere il suo fisico scolpito soffermandomi soprattutto sulle cicatrici: sono tutte di piccole dimensioni tranne una allaltezza dello stomaco. Ho sempre voluto diventare un medico e con quel poco che ho studiato, quella vecchia cicatrice non è stata creata da un semplice pugno...sembra unaccoltellata. "Sono bellissimo, vero?" mi rinfaccia lui.
"Brutto sicuramente non sei ma sono più interessanti le tue cicatrici" e il suo sguardo dal divertito diventa arrabbiato fino a far sembrare le sue iridi azzurre due blocchi di ghiaccio.
"Walker, devi andare" esclama un uomo pelato con uno sguardo gentile e un'etichetta sulla camicia con scritto: John.
"John. Portala alle tribune" dice indicandomi.
"Oh! Una ragazza! Sei sicuro?"
Sì e sta per uscire quando lo chiamo.
Ryan! Buona fortuna si ferma un attimo e poi scompare dietro una porta.
"Prego, mademoiselle. Da questa parte"
"Con chi si batterà Ryan?"
"Con quel tizio laggiù" e indica un ammasso di muscoli altro quasi 3 metri.
"Lo so che è grosso ma Walker è il campione. Non lo batte mai nessuno" risponde al mio sguardo stupito.
"E se quel gigante fosse la sua prima sconfitta?" domando quasi preoccupata.
"Ne ha affrontati di più grandi" e adesso lo guardo dritto negli occhi per farmi capire quanto sono sconvolta e lui ride. E come ride! Attira lattenzione di quasi tutti gli spettatori.
"È il tuo ragazzo?"
"No, lo conosco da due giorni" e ora è lui quello stupito lasciato completamente a bocca aperta.
"E ti ha portato qui? Di sua volontà? Non lhai minacciato?"
"No, gli ho solo detto che anche mio fratello combatte...in luoghi diciamo più legali, ma combatte anche lui"
"Non ho ancora capito che cosa passa per la testa di quel ragazzo e lo conosco da quando era altro così" e si indica il ginocchio.
"Amico di famiglia?"
"Quando sono rimasti solo lui e sua sorella, sono venuti a stare qualche anno da me visto che la povera Becky non sapeva cosa fare. Diciamo che potrei essere loro zio. Conoscevo loro padre dallasilo, eravamo fratelli divisi alla nascita. Poi quando Ryan ha cominciato a combattere, oltre a cercare di dissuaderlo, ho provato a difenderlo seguendolo in ogni suo scontro. È un combattente nato anche se potrebbe diventare un vero lottatore se la smettesse di venire qui"
"Gli vuole proprio bene. Sono felice che abbiano qualcuno che gli voglia così bene"
"Sei una ragazza speciale e non lo dico solo perché Ryan ti ha portato qui. Lo sento nelle ossa che sei diversa da tutti gli altri" e scoppio a ridere trascinando anche lui.
"Signori e signore, ora inizia lincontro quindi preparatevi a vedere fiumi di sangue" e la folla esulta.
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Il nostro universo
Chick-LitAlice è una normalissima sedicenne italiana che ha vissuto una vita semplice e felice tranne per un piccolo particolare: un giorno si risveglia in un posto sconosciuto e non riesce a ricordare nulla delle due settimane precedenti. Scoprirà di essere...