Capitolo 13.

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La voce metallica che annuncia la prossima fermata mi sveglia da un sonno profondo.
Vedo Louis che mi osserva dall'alto sfoderando un mezzo sorriso. Gli passo una mano sulla guancia
-"Fai crescere la tua barba Geogre Lloyd"
-"Sfotti Olive? non ti conviene bionda.." ha un tono così tranquillo che per un attimo dimentico che stiamo scappando, e infondo è bello poter prendere tutto come un gioco, uno scherzo. Siamo giovani e ci stiamo solo godendo la nostra libertà.
-"Vamos señorita" mi dice prendendo stringendo saldamente la sua mano attorno al mio polso. 
Scendiamo in fretta dal treno e devo strofinarmi gli occhi per rendermi conto che lo spettacolo a cui sto assistendo è reale. Louis ride chiudendomi con un dito la bocca 
-"Questo posto è meraviglioso"
-"Non abbiamo tempo di affezionarci alle città Ab
-"La smetti di far crollare tutto ogni volta Louis?" sorrido e inizio a camminare a passo deciso verso quella che credo essere l'uscita di questa stazione meravigliosa 
-"Da quella parte finisci dritta dritta sul treno che ti riporta a Vancouver
Mi giro per vederlo ridere mentre scuote la testa 
-"Bene allora dimmelo tu da che parte si va, genio
-"Si va a pensare al divertimento Abbie
-"Per quello abbiamo sempre tempo invece.." 
In realtà inizio già a sentire il bisogno di fare qualche tiro di canna, buttare giu un po' d'alcol e godermi la serata
-"Se ti sei già affezionata a questa città potremmo rimanerci qualche giorno, due o magari tre.."
-"E come la mettiamo con..
-"Hai una vaga idea di quanto sia grande questo posto? E poi ora pensiamo al divertimento e poi entriamo in scena"
So benissimo cosa intende con divertimento, e l'idea non mi dispiace affatto.
Quando arriviamo a un parco fuori dal centro abitato, Louis mi fa segno di aspettarlo e si allontana nella direzione una macchina scura.
Anche da così lontano si vedono gli immensi grattacieli che ti costringono a tenere il collo alzato per ammirarne la bellezza.
Il cielo è di un azzurro grigio che a Londra mi avrebbe messo una tristezza indescrivibile ma qui mi fa sentire sicura, lontana dai pericoli.

-"Eccomi principessa" riconosco la voce allegra di Louis e da quello capisco che tutto è andato per il verso giusto.
-"Pronta a vedere i tuoi capelli diventare biondi Liv?" mi domanda mentre entriamo dal parrucchiere della zona e sottolinea quel Liv con sarcasmo
-"E tu?
La proprietaria ci guarda stranita, forse perché è la prima volta che ci vede e nel quartiere si conoscono tutti.
Noi salutiamo, sfoderando il miglior sorriso, cosa che personalmente mi è semore venuta piuttosto bene, per Louis invece è un po' più difficile
-"Desiderate?
-"Io e la mia ragazza abbiamo deciso di cambiare colore di capelli, così tanto per divertirci un po'..
Annuisco dietro di lui mentre mi tolgo la sciarpa e non riesco a far a meno di sorridere quando lei risponde: 
-"Oh che carini, allora tu vieni con me, in quanto a te.." e indica ora Louis -"si occuperà di te il mio collega
L'anziana donna mi trascina fino al lavatesta e qualche minuto dopo inizia a riempirmi i capelli di qualcosa di strano, non avevo mai fatto un tinta prima d'ora. In realtà non ci avevo neanche mai pensato, mi piacciono i miei capelli, o meglio piacevano.
-"Ci vorrà un po' per far prendere il biondo sui tuoi capelli così scuri
Mi limito a sorridere non sapendo cosa rispondere 
-"Sei nuova qui, come ti chiami?"
-"Ab.. Abito a Vancouver, sono qui per qualche giorno, mi chiamo Olive
-"Ah Vancouver, è davvero una bella città, in che zona abiti?
Merda.
Lancio a terra con disinvoltura la sciarpa che tenevo tra le mani per evitare la sua domanda 
-"Oh tranquilla te la raccolgo io
-"Grazie, questa canzone è stupenda è la mia preferita
-"Davvero? Anche a me piace molto.. Adele è una grande artista
-"La tinta dovrebbe aver preso, vediamo

Poco dopo mi sta asciugando i capelli dopo averli tagliati notevolmente.
Vedo i boccoli formarsi man mano che lei usa il ferro 
Sono davvero irriconoscibile, ma tutto sommato pensavo peggio 
Alzo gli occhi allo specchio e vedo l'immagine di Louis riflessa, sorride, sembra molto più grande e vissuto ora.
Magari funziona davvero, penso mentre usciamo e ci avviamo verso.. in realtà non ho la minima
Non smettiamo di ridere continuando a guardarci, poi lui mi abbraccia ed è una sensazione stupenda sentirsi cosi liberi imprigionati nelle braccia di qualcuno
-"Allora hai fatto la spesa?" chiedo non riuscendo a rimanere seria 
-"Oh certo, non ti faccio mancare niente" risponde con il mio stesso tono scherzoso 
-"Eccoci, questo dove essere il posto che mi è stato consigliato" da chi non è importante, non bisogna fare troppe domande a Louis.
Così entriamo nel bad&breakfast, dai colori accessi e dall'aria accogliente, ci assegnano una camera e ci affidano le chiavi  
Olive Clarck e George Lloyd: ci siamo riusciti 
Sistemo qualcosa nella cabina armadio mentre Louis va a farsi una doccia, dopo poco mi siedo sul bordo del letto matrimoniale e mi giro una canna mentre la chiudo sento il suo respiro caldo sul collo, seguito da un leggero morso al lobo dell'orecchio, mi giro e vedo Louis con addosso solo i boxer bianchi, gioco con l'elastico che porta la scritta Calvin Klein e mentre lui avvicina ancora di più i nostri corpi gli sussurro:
-"Vai a vestirti che ti ammali, mio caro"
-"Cos'è non mi ami più?" dice lui ridendo mentre si infila nella sua tuta nera 
Mando tutto il fumo nella sua direzione, incrociando le gambe
-"Ogni cosa a suo tempo, dobbiamo vederne ancora tante di città prima che io venga a letto con te senza essere fatta o ubriaca"
-"Diventerò la tua droga
-"La chiamavano convinzione" dico passandogli la canna che in pochi tiri finisce e spegne nel pacchetto vuoto di LuckyStrike     
-"Allora la conquisterò portandola fuori a cena signorina"  
-"Mi stupisca
-"McDonald's" risponde lui tornando al suo solito tono strafottente
-"Che posto di lusso, mi hai già conquistata
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Dopo aver mangiato come se non ci fosse un domani torniamo alla nostra camera.
Fuori piove e ci siamo bagnati tutti, abbiamo corso sotto la pioggia rischiando di essere investiti più volte, travolgendo le persone che si giravano sconcertati a guardare quella strana coppia. Ci siamo fermati a dar fondo a bottiglie di birra e spinelli, nell'angolo di una qualche via, con i clacson che ci suonavano 
Ora siamo qui, contro il muro della stanza, bagnati fradici, uno accanto all'altro, non abbiamo voglia di parlare, rimaniamo a fissarci e dopo un po' ridiamo con la testa che gira e la razionalità che va lontana.
La stanza intorno a me prende a girare, lascio oscillare la testa aspirando il fumo, sentendolo salire al cervello.
Una cappa di fumo occupa tutta l'aria della stanza, come una nuvola.. mi trovo a fantasticare di mondi immaginari 
-"Perché?" gli domando mentre tre Louis barcollano nella mia direzione, o forse quattro..
-"Perché?" ripeto.

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