capitolo 4.

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Le ore passavano lente al fianco di Niall, di mia madre, iniziavo a chiedermi come avevo fatto a resistere tutto quel tempo.
Ma ora io stavo vivendo per qualcosa

Vivevo per quei pochi momenti di felicità che un ragazzo di cui non sapevo neanche il nome mi regalava
Ogni volta che i nostri incontri finivano, iniziavo a fantasticare sul prossimo
E poi un dubbio che mi faceva rivoltare lo stomaco mi assaliva: e se non lo avessi mai più visto? 
-"Amore questa sera usciremo a cena, dobbiamo festeggiare, è la nostra ultima cena da fidanzati" mi dice Niall, toccandomi una ciocca di capelli rimasta fuori da una lunga treccia a spina di pesce
-"Vai a prepararti Abbie, l'autista sarà qui a momenti" aggiunge dopo
Indosso un vestito elegante che Trudi mi aiuta a sistemare, scendo le scale tenendo la mano a Niall
Io e lui siamo lo stereotipo della coppia perfetta, saliamo in auto e l'autista parte portandoci al ristorante più celebre della città, sorrido pensando che qualche ora fa ero in un bar qui vicino dal quale sono scappata senza pagare in compagnia del protagonista di ogni mio pensiero.
I camerieri ci salutano gentilmente, portandoci il miglior vino e i migliori piatti.
Agli occhi degli altri ero la classica ragazza di buona famiglia, nessuno avrebbe mai immaginato che avevo un mondo in cui nessuno avrebbe mai avuto il permesso di entrare 
Alle nove e mezza mi trovo a disegnare sul tovagliolo con la punta del coltello, Niall parlava delle solite cose, politica, lavoro, sport mentre io appoggio un palmo della mano alla guncia per poi appoggiare il gomito sul tavolo
-"Niall mi sento stanchissima, sarà per tutto lo stress di queste settimane"
-"Tranquilla piccola, ora andiamo a casa.. Cameriere perfavore" e fa un cenno discreto con la mano per attirare la sua attenzione.
Ecco.. tutto quel perbenismo, quell'ipocrisia da persone per bene non lo sopportavo più..
E non me ne ero mai accorta prima di conoscere.. LUI.

Poco dopo siamo a casa, mi addormento al fianco di Niall per risvegliarmi tra le sue braccia il mattino seguente.
-
Il nervosismo era alle stelle quella mattina, il giorno dopo ci sarebbe stato il matrimonio.
Mi ero rassegnata ormai 
Non riuscivo a respirare la stessa aria piena di agitazione di tutte quelle persone, così vado in camera mia che forse è l'unico posto tranquillo.
Lacrime, lacrime che scendono a fiumi
Devo rivedere quel ragazzo, ho bisogno di lui
Non pensavo di dover dipendere da qualcuno nella mia vita
E invece mi sono trovata a dover essere dipendente, da lui, dalla droga in cosi poco tempo che nemmeno me ne sono resa conto
Esco di casa trovando l'ennesima scusa
-"Vado a fare una passeggiata, il tempo è bello finalmente.. Tornerò tardi" dico a Niall e lui decide di credermi
Sono in giro per la città, senza una meta, probabilmente non ci saremmo più visti e dopo il matrimonio non avrei più potuto uscire senza essere accompagnata, non stava bene
Mi appoggio al portone di una casa in legno, in preda al panico
-"Le nostre strade si incrociano di nuovo principessa" quella voce, un sorriso compare sul volto, la sua mano stringe la mia, con quella libera mi sfiora il volto girandolo verso il suo
Poi allunga una mano
-"Louis" questo è il suo nome e il cuore mi esplode
-"Abigail Hockley" rispondo io
-"Porca troia ti chiamano tutti cosi? Be per me sei Abbie" dice lui, aggiustandosi le bretelle per poi infilare le mani nelle tasche dei pantaloni rossi, con i soliti risvolti
-"Dai vieni con me, andiamocene di qua" annuisco
Lui passa la lingua sulle labbra e mi fa quel suo solito sorriso che mi fa impazzire, arriviamo correndo alla fermata del bus che ci porta fino all'aereoporto principale della città
-"Ma perché siamo qui Louis?" lui si mette un dito sulle labbra, incrociando le dita delle nostre mani 
Sono insospettita e curiosa allo stesso tempo, mi fido ciecamente di quel ragazzo ma vorrei sapere a cosa pensa quando mi guarda e con un solo sguardo mi rassicura, e tutto il mondo siamo io e lui, il resto non esiste 
Siamo in un corridoio buio, illuminato solo da una piccola luce
Lui si sfila dalla tasca delle pastiglie, piccole, bianche. 
DROGA.
Me le mostra orgoglioso e io sorrido
-"Pronta a decollare.. Abbie?"
Così dicendo prende una delle pasticche e se la infila in bocca per poi metterne una in bocca a me, ci guardiamo, siamo vicini, troppo vicini, le nostre labbra si uniscono prima che io possa ragionare e se anche avessi ragionato avrei preso la stessa decisione, le nostre lingue si incrociano, insieme alle pasticche, LOUIS E' DROGA 
-"Sono decollata capitano" esclamo io, sentendo l'effetto che si impossessa del mio cervello, incrociando le mie braccia al suo collo
-"Vieni qui.." mi avvicina di nuovo a lui, tenendo le sue mani sui miei fianchi, non esiste più distanza tra i nostri corpi, il mio bacino attaccato al suo, le mie mani stringono i suoi capelli, il suo profumo riempe ogni mia parte.
Sempre per mano con Louis ci stendiamo su un parco li vicino, sdraiati uno accanto all'altro
-"Guarda Abbie.." e indica un aereo in lontananza, tenendomi stretta a lui, tra le sue braccia ci passerei la vita Sento un rumore assordante e quasi mi spavento
-"LOUIS!" urlo spaventata e la sua risata mi tranquillizza, un aereo decolla a poco da noi
-"Louis guarda" ci scompiglia i capelli e mi costringe a mettere una mano davanti agli occhi, ma so che devo tenerli aperti, c'è quel ragazzo accanto a me che mi ha riempito il cuore, salgo sopra di lui, sdraiandomi, lui incrocia le sue gambe alle mie coscie
Fumiamo ancora e ancora, fino a non avere più saliva 
-"Domani mi sposo Louis" gli dico quando ci ri sdraiamo a terra dopo aver corso per tutto il parco rincorrendoci
-"Questo vuol dire che scapperemo sta sera" dice louis aggiustandosi i risvolti ai pantaloni e i lacci delle Superga bianche che indossava
-"Non è uno scherzo" dico aggrottando la fronte 
-"Non ti interessa di me Louis.."continuo con la testa che gira sempre più 
-"Nemmeno io sto scherzando, sarà il destino a decidere per noi Abbie, se non ti vedrò capirò.."
Sono incapace di parlare, quella è davvero l'ultima volta che lo vedo?
Louis sparisce come solo lui è bravo a fare
Arrivo a casa con un vuoto nello stomaco, era tutto finito prima che potesse iniziare
Mia mamma ha un espressione severa sul volto, non la avevo mai vista così
-"Abigail" mi chiama in tono freddo e autoritario
Mi avvicino a piccoli passi a lei, tenendo lo sguardo basso
Tremavo di paura

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