capitolo 20.

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Sembra che il pavimento ceda sotto i miei passi incauti, d'un tratto mi sento stanca.
Stanca come non mi era mai successo da quando ho lasciato Londra.
Stanca di essere giudicata da una prima impressione, stanca di essere circondata da gente interessata solo al tuo aspetto esteriore. Ho davvero fatto così tanta strada per trovarmi, ancora una volta, improgionata in questa gabbia?
Non mi accorgo nemmeno di aver lasciato sbattere la porta e la voce di Louis, a pochi metri da me, mi sembra lontana.
-"Abigail, va tutto bene?" mi cheide chiudendo le finestre che sono state lasciate aperte tutta la mattina.
-"Certo"
Ecco, lo sto facendo di nuovo.
Mento, dico che va tutto bene, faccio un sorriso e mi comporto nel miglior modo possibile.
Infondo non posso parlarne con lui, lui che per farmi felice mi ha portato dall'altra parte del mondo.
-"Io vedo che sei triste, anche quando sorridi" mi tira su il mento, cercando di stringermi tra le sue braccia ma rabbrividisco e mi sposto.
-"Stavo solamente pensando, andrà tutto bene, lei capirà che sono una brava persona" volevo apparire sicura dicendo così, ma la voce mi si spezza a metà frase e ho il tono a mo' di scusa, ma non è Louis che devo convincere della mia innocenza.
-"Lei ha solamente paura"
-"Paura? Di cosa può avere paura una così?"
-"Una così? Tu di cosa avevi paura?"
-"Ah, mi stai dicendo che non c'è poi tanta differenza tra me e lei?" dico scuotendo la testa e allontanandomi, lui rimane in silenzio e vorrei tirargli un pugno.
-"Sappi solo che io una vita così me la sono trovata lei l'ha scelta" spero di chiudere definitivamente la conversazione,ma a quanto pare Louis non è convinto. Odio la sua stupida mania di voler semore avere l'ultima parola.
"Ha paura di perdere il poco che ha davvero, l'unica cosa per cui ha dovuto combattere nella vita, l'unica cosa che non era lì, già pronta, ad aspettarla" - credo che capisca il mio disappunto e così prosegue- "Liam"
Rimango in silenzio, ragionando sulle sue parole.
-"Sono contenta di potermi fidare di te, nonostate tutto" dico senza nemmeno pensarci, perchè forse è davvero qusto il prolema di quella ragazza, lei che apparentemente ha tutto ma che senza Liam non avrebbe niente, perchè l'amore e l'amicizia di una persona non la puoi certo comprare.

Poche ore dopo io e Louis portiamo qualcosa da mangiare nella nostra camera e restiamo lì, un po' a dormire un po' a sistemare le nostre cose e poi, improvvisamente lui inizia a portarmi in giro per casa a mostrarmi tutte le stanze, a raccontarmi dei ricordi che lo legano ad esse.
Decido che la mansarda disordinata e polverosa è il posto che più mi piace qua in mezzo, c'è solo un divano vecchio, coperte a terra, e scatoloni contenenti fotografie e vecchi giocattoli.
Quando vedo che il dolore negli occhi è troppo mi avvicino lentamente a lui, e mi prende in braccio, mi stringe le braccia intorno alla vita.
-"Inauguriamo New York allora?" mi dice.
-"Credevo lo avessimo già fatto sta notte"
-"Allora proprio non immagini, baby" risponde, facendomi ridere.
E così quella stanza che ha l'odore di infanzia, di ricordi che sono ancora causa di dolore, a poco a poco prende l'odore di fumo e di due persone che hanno un disperato bisogno di essere salvate.
-"Che cos'è?" chiedo strappandogli dalle mani le pasticche.
-"LSD, pronta?" deglutisco a fatica  e il cuore mi esplode nel petto ma annuisco ugualmente.
Voglio un mondo all'altezza dei miei sogni, e questa è la chiave per quel mondo.
Restiamo silenziosi ad aspettare che salga l'effetto, nessuno parla e mi concentro su un punto a caso del muro, e in quel punto inizia a formarsi una crepa, il pavimento sotto ai miei piedi sembra molle e instabile.
Perdo il calore del corpo, sono fredda e non riesco a muovermi, completamente paralizzata in questa stanza che si sta sgretolando.
Tutto mi fa paura, pezzi di muro cadono rompendo il pavimento, il vetro della finestra si rompe e alcune parti di muro vengono risucchiate dal quell'apertura e in tutto questo c'è qualcosa di profondamente sbagliato.
Un mostro urla alle mie spalle, mi chiama, dice il mio nome, vuole me, vuole uccidermi.
Tutto cade a pezzi e un secondo dopo tutto è normale, il divano e gli scatoloni al loro posto, e poi di nuovo tutto a pezzi e infine buio, buio totale.

-"Freya, Abigail era solamente stanca"
-"Una persona stanca non dorme venti ore di fila, Louis"
-"Pf, non sai quante volte è capitato  a me"
-"Tu non capisci proprio, vero Louis? Ti rovinerà e basta, quella povera tossica"
-"Basta Freya, non la conosci!"
-"Ah, perchè tu invece la conosci, vero Liam? Sei sempre a fare da avvocato alle puttanelle"
-"Se ti riferisci ad Abigail non dire mai più una cosa del genere"
-"Louis non parlare così a Freya. E adesso basta dare spettacolo"

Mi sveglio così, in un letto in cui non ho mai dormito, avvolta in una camicia da notte che non ho mai indossato, non provo nemmeno ad alzarmi dal letto perchè il mal di testa è troppo forte.
Ho paura, ho paura di aver fatto andare Louis nei casini con suo cugino.
Non ho idea di cosa sia successo ma di certo l'ho fatta grossa.
-"Ehi principessa, sei sveglia?" chiede Louis entrando tranquillamente in camera, fumando una sigaretta.
-"Louis.." facendomi forza mi alzo dal letto e osservo il giardino di casa dalla finestra dove Freya discute con Liam.
-"Io non la sopporto" lui si avvicina a me e poi sorride.
-"Ehi Ab, ma lo hai mai visto il tramonto a New York?"
-"Louis ma.."
-"Niente repliche, hai cinque secondi per vestirti, non vorrai perdert un'occasione del genere!"
Sorrido e poco dopo sto inseguendo Louis che corre verso un parco incintandomi a correre più veloce, cerco di superarlo ma non me lo permette mai e non posso fare  a meno di sentirmi libera.
Siamo seduti in un parco, e rimaniamo in silenzio a guardare il cielo divorato dal fuoco, il tramonto più bello che io abbia mai visto.
Prende la mia mano tra le sue e poi mi accarzza il viso, mi volto verso di lui e osservo le mille sfumature delle sue irdi azzurre e pure. E capisco che è in quegli occhi che voglio vedere riflessi i miei, non ci sono segreti o bugie in quei due oceani che ora mi fissano, come se lui conoscesse perfettamente i miei pensieri.
Quell'azzurro bello, freddo e impenetrabileche si fonde con il rosso fuoco del tramonto. 
L'azzurro, la purezza, la serenità e la pace. Il rosso, la rabbia, la passione e il dolore. Ecco cosa mi raccontano i suoi occhi.
-"Tutto andrà bene alla fine" mi dice con un filo di voce.
-"Vorrei solo questo,ogni giorno così" gli rispondo mentre lui intreccia secondo schemi illogici i miei capelli, baciandomi la fronte, restituendomi un po' di calore che avevo perso.
Lo stomaco mi si stringe e i brividi mi percorrono tutto il corpo quando mi bacia sul collo.
Una vocina si fa largo dalla parte più profonda di me- lo ami.
 
E cerco di affogare quel pensiero, ma si riflette negli occhi di Louis e lì rimane perfettamente a galla.
Continua a guardarmi, sarò io l'unica ad annegare. 

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