capitolo 24.

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Sono giorni belli e tranquilli quelli a Coney Island, che ti fanno sentire vivo e ti fanno capire l’importanza di esserlo, che ti svuotano la mente e ti riempiono il cuore di una gioia che non credevi di poter possedere.
-“Non voglio tornare a Manatthan” dico a Louis mentre si stende sul lettino accanto al mio.
-“Possiamo tornarci quando vuoi.” 
Quelle parole suonano vuote, perché entrambi sappiamo che per qualche strana ragione non ci torneremo mai più in quest’angolo di paradiso.
Sono le sei di sera e il sole brucia ancora sulla pelle, il mare si sta calmando e so già che mi mancherà.
Poi penso a Liam, a ciò che mi ha confessato in macchina, alla sua espressione imbarazzata- quasi come se nascondesse qualcosa o ne fosse colpevole. Penso a quell’abbraccio al nostro abbraccio e mi si stringe lo stomaco.. Rapidamente ricordo l’espressione irata di Louis che ha abilmente mascherato per tutto il tempo.
-“Cosa c’è Abs?
-“Niente.” rispondo fredda e distaccata, chiedendo a un bagnino che passa di portarmi una birra, per poi indossare gli occhiali e mettendomi a sedere.
Anche lui si alza e prende le mie spalle tra le mani dopo avermi sfilato gli occhiali per guardarmi fissa negli occhi.
-“Abi..” abbasso lo sguardo mordicchiandomi il labbro.
-“Louis, cos’è successo prima che partissimo? Cosa ti ha detto Freya?” Anche Louis cambia espressione, da preoccupato che era la sua espressione diventa indecifrabile, gli stessi occhi infuocati di quel giorno.
-“Freya.. Lei mi ha detto di stare attento a te..” Si interrompe all’arrivo della birra, mentre la rabbia mi fa contorcere le viscere. Ciò che ha detto Freya è si terribile, ma non abbastanza da ridurre Louis così.
-“E mi ha detto di stare attento a te e- a per dirlo con parole sue- al tuo smisurato desiderio di.. cazzo
Non sono solo offesa e furente sono anche sorpresa dalla maleducazione di quella ragazza, di conseguenza spalanco gli occhi e poi li riduco a fessure, apro e chiudo più volte la bocca nel tentativo di parlare ma la trovo straordinariamente secca e così ci rinuncio poco dopo.
-“È lo stesso motivo per cui ha organizzato la tua festa Abigail, il giorno dopo mi ha detto ‘cosa ti avevo detto Louis? Sapevo che non avrebbe saputo resistere, spero che ora tu te ne renda conto, non ci si può fidare di una così’..
Credo di aver seguito la metà di tutte quelle stupide parole, sono sempre più sconvolta.
-“Tu sapevi tutto?” chiedo con un filo di voce, mentre Louis non capisce il perché della mia reazione.
-“Cosa intendi?
-“Non fingere Louis, non fingere di non sapere niente. Tu sapevi il motivo della festa, e non mi hai detto niente! Ti sei fidato di Freya e non hai avuto fiducia in me..” dico agitandomi, gesticolando e non sapendo bene come gestire quell’uragano di sentimenti.
-“Non hai avuto fiducia in me che ho lasciato tutto per seguirti. Io che sono stata l’unica che ti è rimasta accanto Louis! Non lei, non Freya, non Liam, non nessuno. Io sono l’unica ancora che hai avuto, e diffidi di me?”  e il sangue mi va al cervello, inizio a sputare cattiverie, cose forse anche ingiuste, miro solo a fargli male.
-“Abigail, non è come sembra, io ho avuto un momento di..”
-“Vaffanculo Louis, ti odio, sei una persona orribile..” mi vesto velocemente, infilando la camicia al contrario e la gonna in modo storto, esco velocemente dalla spiaggia mentre lui mi corre dietro, pregando di fermarmi, di ragionare. La rabbia si trasforma in tristezza, in senso di abbandono, di solitudine e poi nel vuoto totale. Non sento più nemmeno la sua voce.
-“Lasciami stare ok? Lasciami un po’ da sola, a calmarmi. Vai via, vai..”
Cerco di mascherare la mia voce spezzata con un tono duro ma ne ottengo un pessimo risultato. Accendo una sigaretta imponendomi di non piangere, mentre lo guardo camminare nella direzione opposta alla mia.
Mi abbandono su una panchina e tengo a lungo la testa tra le mani, concedendomi alle mie emozioni di sfogarsi. Le prenderei a pugni, quelle emozioni, quei sentimenti contrastanti che mi fanno sentire persa, che mi danno la consapevolezza di non stare mai facendo la cosa giusta. 
E mi odio, mi odio per non sapere stare senza di lui, senza la mia droga, la mia ossessione più grande, senza l’altra parte di me.
Sono sola in una città che non conosco, la persona che credevo di amare non si fida di me. Allora Louis non mi ama. Abbiamo visto l’alba e il tramonto, abbiamo fatto a pugni con il mondo intero, abbiamo corso pericoli, abbiamo fatto l’amore, ci siamo svelati i più grandi segreti fino a sentirci la stessa persona, sono scappata con lui dall’altra parte del mondo per rincorrere un sogno, la libertà. 
Ma non si è mai liberi davvero, è solo una grande gabbia circolare, solo una grande presa per il culo. 
Non ci si sente mai veramente liberi, veramente felici, è tutto limitato. Arriva il momento in cui sei veramente contento di essere felice, di essere te stesso e poi, è di nuovo realtà, è di nuovo delusioni e tormento.
Forse sono stata ingenua e  immatura a lasciare Londra, è tutto così assurdo. Guarda dove sono. Non sono più così convinta di niente. 
È stato tutto un errore? Un momento di debolezza?
Forse il mio destino era davvero Niall, il destino non si può cambiare. Tornerò da lui?
O forse, forse il destino non esiste- come dice Louis.
Non ho mai avuto di questi pensieri prima e vorrei che quei mostri che occupano la mia testa se ne andassero, vorrei non provare niente, vorrei essere come le onde del mare, che a loro non gliene frega un cazzo. Fumo una canna e i miei pensieri si assottigliano, diventano aria e spariscono.
Ora siamo solo io, il vuoto dentro di me, e la Luna.

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