CAPITOLO 9

107 2 0
                                    

< Ieri ti ho inviato una cosa come mille messaggi > mi dice Tailer mentre prendiamo posto nella sala film.
< Mio padre mi ha ritirato il telefono...non lo avrò molto facilmente > alzo gli occhi al cielo
< Uh qualcuno ha fatto la monella > sorride < che hai combinato? >
< E piantala Tailer, fatti i fatti tuoi una buona volta > interviene Grace
< Niente, è una lunga storia > sorpasso sull'argomento
Qualche minuto dopo, inizia un documentario sulla storia della fotografia, sulla sua nascita , utilizzo e la sua evoluzione nelle varie epoche, vorrei poterlo seguire ma la mia testa non fa altro che vagare altrove, mi ritrovo a pensare a mille cose o a non pensare a nulla .
 Appena finisce il film si alzano tutti in piedi e a me sembra di essermi addormentata ad occhi aperti
< Sicura di stare bene? > mi raggiunge Grace all'uscita
< Si, sono solo stanca > le sorrido, lei annuisce

Appena arrivo a casa sgattaiolo, il più silenziosamente possibile, nella camera dei miei genitori. Apro cassetti, scatole e armadi fino a quando non lo trovo dentro una delle scatole di gioielli di madre < Furbo...> sorrido < ma ho fatto bingo > lo accendo velocemente, mia mamma sta guardando la televisione in salotto mentre mio padre si è andato a fare la doccia in bagno. Mi volto verso la porta una cosa come dieci volte al secondo, il mio udito è in allerta e il mio cuore pare uscirmi dal petto, se mi scoprono sono fregata.
Inserisco velocemente il PIN e pochi istanti dopo iniziano ad arrivarmi tutti i messaggi
< Porca miseria! > abbasso velocemente la suoneria sperando che non si fosse sentito nulla, il messaggio che attira maggiormente la mia attenzione, oltre quelli stupidi da parte di Tailer con mille emoji, gif e sue foto con la lingua di fuori imbarazzanti, è quello di Recel.
"Domenica io, te, Thom e Brandon al nostro bar, tre in punto...non puoi mancare, baci!"
Alla lettura del nome Thom mi tremano le mani.
< Alice! > mi guarda severa mia madre appoggiata allo stipite della porta, mi volto di scatto
< Oh, si...adesso lo metto a posto > balbetto, di istinto digito "va bene" e invio velocemente per poi spegnerlo e rimetterlo al suo posto
< Cosa pensi di fare! Se tuo padre ti becca te lo butterà direttamente >
< Tanto non me lo darà più...tanto vale > alzo le spalle < a proposito sapevi che lo aveva nascosto in uno dei tuoi portagioielli? > sorrido
< No > usciamo dalla stanza
< Pensava che lì non avrei mai cercato > rido < assurdo >
< Alice! > in tono severo
< Si giusto, la smetto...non avrei dovuto farlo >
< Si infatti > alza gli occhi

Non sapendo cos'altro fare per occupare il tempo decido di andare a fare la cosa che mi viene meglio: fotografare. Essendo tardi e quasi buio, non mi allontano dal quartiere di casa mia e inizio a scattare cose e persone: una coppia di anziani che passeggia tenendo per mano un bambino  < 1..2 e 3 > dicono all'unisono prima di farlo sollevare da terra e farlo sorridere. Scatto. Mentre per loro quello resterà un attimo fuggente io lo avrò impresso per sempre.
Una ragazza, da sola, mentre legge un libro seduta su una panchina illuminata dalla luce del lampione vicino a lei. Scatto.
Inizio a scattare diverse cose come una semplice farfalla bianca poggiata su un fiore viola, e mi sembra incredibile come le cose più piccole e semplici siano le più belle. Scatto, ma le  persone iniziano a farsi sempre meno nitide, a causa del buio che sta scendendo e decido così di tornarmene a casa.

L'ARTE DI UNA PROMESSA (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora