CAPITOLO 41

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"Come stai?" leggo il messaggio inviatomi, circa due ore fa, da Thom. Sono  appena riuscita a prendere nuovamente il telefono dalla stanza dei miei genitori e ad essermi chiusa a chiave nel bagno. Sa che non ho il telefono sotto mano la maggior parte del tempo, ma sa anche che trovo il modo per riuscire ad averlo. "Bene te?" rispondo prima di controllare gli altri messaggi.
"Hey.. è una palla non poterti scrivere!" sorrido al messaggio di Recel
"Come è andata a casa di Seba?" mi domanda Grace. "Poi ti racconto" rispondo
"Credi che mi stia meglio la maglia rosa o bianca? Questa sera esco con uno" osservo attentamente le due foto inviatemi da Tailer e rispondo qualche minuto dopo "bianca, mi piace di più...divertiti"
"Bene, non mi hai più detto come è andata con il tuo stalker" arriva, qualche minuto dopo, la risposta di Tailer
"Non si è rivelato il mio stalker" rispondo
"Sei andata dalla polizia?"
"No, abbiamo avuto modo di conoscerci"
"Sicura che sia ok? Se hai bisogno io ci sono" sorrido alla lettura di quel messaggio
"Certo si, non preoccuparti"
Bussano alla porta. Alzo di scatto la testa dalla schermata del telefono, mi alzo immediatamente in piedi e lo metto in tasca < Chi è? > domando
< Sono io, hai finito? > mi calmo appena sento la voce di mia madre
< Si entra > apro la porta uscendo in fretta per andare a posare il telefono

< Passami la birra > si china in avanti Grace verso Tailer. Siamo sul tetto intenti ad assaporarci l'aria fresca mattutina. Mentre mio padre dormiva, prima di uscire di casa, sono riuscita a prendere la macchina fotografica, sono passati un sacco di giorni dall'ultima volta che mi sono messa a scattare qualche foto in giro e non mi importa se, al suo risveglio, dovesse accorgersi che l'ho presa. Sento il bisogno di fotografare, di mettere in ordine le mie giornate catturandole in un immagine, così da poterle ricordarle per sempre...se non lo faccio ho come la sensazione di aver saltato tappe della mia vita. Non fotografo ogni giorno ma non passa una settimana intera che io non lo faccia.
Punto l'obbiettivo al cielo mentre seguo da più vicino il volo di  un corvo nero. I fiori sono di un rosso accesso, tutti uguali, l'uno lo stampino dell'altro. L'erba, dall'ultima volta, sembra essere cresciuta è più folta e in alcuni tratti più verde. Nonostante io sappia già di non riuscire a scorgere nulla mi ostino a guardare oltre il prato immenso dinanzi a me, ma la nube sembra non volersi spostare mai di li, come se il suo compito fosse quello di dividere due mondi o quello di nascondere. Focalizzo anche ciò che si trova alle mie spalle, un lungo prato su cui poggiano case  sparse in maniera disordinata, case fatte di grosse pietre grigiastre o in mattone arancione scuro, penso che mi piacerebbe vivere in una di quelle abitazioni, lontano da tutti e da tutto  con il solo rumore degli uccellini la mattina e col profumo di aria fresca, non darei retta a nessuno farei solo ciò che mi piace veramente e passerei le miei intere giornate a perlustrare ogni centimetro di questo posto per poterlo fotografare da cima a fondo allestendo un’ intera stanza della mia casa per poter attaccare ogni mia foto, su ogni parete.
Condividerei la casa con qualcuno, viverci da sola diventerebbe troppo deprimente. Qualcuno  in grado di volermi ascoltare, di capirmi, di comprendere la mia passione per la fotografia senza giudicarla stupida o inutile  e di pensare che io possa avere talento, che io possa farcela.
Per una frazione di secondo, la mia testa si ritrova a pensare a Sebastian.
< Alice > mi chiama Tailer < sicura di essere con noi qui oggi?> poso la fotocamera tra le mie gambe
< Sei assente, a che pensi? > mi domanda Grace
< A un cosa...> rifletto
< Forza sputa! > si avvicina Tailer
< Si dice spara, stupido > alza gli occhi al cielo Grace
< Stavo...> abbasso lo sguardo iniziando a giocherellare con le mani < pensando a...> mi fermo
< Seba > sbotto. Tailer si copre il viso tra le mani e Grace mi guarda accigliata
< Cos'è successo? > domanda lei
< Io...non riesco a capirlo > in tono rassegnato
< Io continuo a non capire te e le stupide scelte che fai! > scuote la testa
< Sta zitto Tailer e falla parlare > lo rimprovera Grace
< Non capisco...> sbuffo < non capisco perché si ostina così tanto a respingermi, non vuole che mi innamori di lui ma credo di aver capito che sia lui ad aver paura di innamorarsi di me>
< E perché? > domanda curiosa Grace
< Dice che tutte le sue relazioni sono finite male a causa sue e non vuole più ricascarci >
< Bello schifo > pronuncia Tailer
< Si....e poi c'è questa cosa del nome...> rifletto
< Quale cosa? > dicono all'unisono
< Suo fratello, mentre fingeva di essere una specie di poliziotto > sorrido < l'ha chiamato Sebastian Proid e...subito mi è sembrato di averlo già sen...> osservo le facce sorprese con cui entrambi mi stanno guardando < c-cosa c'è? > domando preoccupata
< Hai detto Proid? > dice allibita Grace
< Si perché? > corrugo la fronte
< I Proid sono tra i più famosi fotografi di questi tempi...sicuramente li avrai sentiti da qualche parte o avrai letto il loro nome in qualche fotografia > spiega Tailer mentre la mia testa pensa a quella grande e costosa casa.
< I Proid...intendete i genitori di Seba? >
< Se fa così di cognome e entrambi i suoi genitori lavorano insieme come fotografi ...si > mi guarda Grace
< Quindi...dite che è per questo che mi sembra di averlo già sentito? > domando pensierosa
< Si, direi proprio di si > eppure l'interrogativo "Sebastian Proid" non sembra ancora essersi tolto dalla mia testa.

L'ARTE DI UNA PROMESSA (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora