L'ARTE DI UNA PROMESSA (Completa)

CAPITOLO 30

Adesso mi trovo esattamente davanti alle due fotografie, la mia a sinistra col nome sotto inciso "Alice Satio" e quella di Seba alla destra senza riportare, però, alcun tipo di nome. Rimango a fissarle per un tempo indeterminato a pensare come queste due fotografie fatte totalmente a caso, senza alcuno scopo,  si trovino esposte in una mostra.
< Belle vero? > mi volto di scatto andando a sbattere contro qualcuno, alzo lo sguardo per incrociare quello di due grossi occhi.
< Seba! > dico stupita quasi urlando < c-che ci fai qui...ti ho cercato per giorni > blatero, indossa sempre la solita felpa nera col cappuccio alzato ma questa volta i jeans che indossa sono di colore nero.
< Ah quindi ammetti di seguirmi > si fa improvvisamente serio
< Cosa? No io ti stavo cercando perché volevo chieder...>
< Sto scherzando Alice...> mi sorride mettendo in bella vista i suoi denti perfettamente bianchi
< Io volevo solo chiederti perché lo avessi fatto...> mi volto verso le fotografie
< Beh guarda > indica la foto scattata da me < non potevo mica permettere che venissi messa in mostra solo tu... guarda come sono venuto bene nella tua  foto >  ride e io lo guardo accigliata
< Ma se non ti si vede nemmeno...hai la faccia coperta dalla tua macchina fotografica > puntualizzo
< Si ma io so di essere io > mi sorride
< A proposito, perché hai voluto fosse anonimo il tuo lavoro? Non vuoi prenderti il merito? >
< E cosa cambierebbe...le persone quando si fermano ad osservare una foto che gli piace, il più delle volte non badano al nome dell'artista ma si fermano ad osservare ogni particolare, cercando di coglierne il significato...> scrolla le spalle
< Si...hai ragione, credo > mi perdo nell'osservare ogni particolare delle nostre foto messe vicino
< L'ho fatto perché hai talento Alice...> mi volto verso di lui, a poca distanza dalla sua faccia < il merito di quella foto doveva andare anche a te > mi sorride
< È stato molto gentile da parte tua > sento le guance improvvisamente più calde
< Figurati > si dondola sui talloni
< Ma...come hai fatto a scoprire il mio numero...> domando
< Io in realtà non ho scoperto nulla, sono venuto qua , ho fatto il tuo nome precisando che frequentavi l'Università di fotografia e loro, molto interessati,  si sono prodigati per avere il tuo numero , cara Alice Satio!...> metto le mani tra i capelli
< Non ci posso credere > sorrido
< Eh si, cosa non si fa per vedere il proprio ritratto in una mostra > sorride
< Piantala! Ti si vede solo la solita felpa nera >
< Carina no? Mi da un aria alquanto misteriosa...> si avvicina per osservare meglio la fotografia
< No, ti da un aria da lupo nero >  
Mi volto per permettere ai nostri occhi di guardarsi, sembrano poter contenere un enorme buco nero pieno di cose vissute e viste, sembrano guardarmi con dolcezza, non sono più agghiaccianti come si mostrarono durante i nostri primi incontri. Rimaniamo in silenzio per qualche minuto, lui sembra scrutarmi ma io non riesco a reggere a lungo il suo sguardo
< Mi piacerebbe conoscerti...> dico senza pensarci di botto
< Conoscermi? > fa un ghigno < E perché mai >
< Non lo so...mi piacerebbe e basta > abbasso lo sguardo
< Scusa, ma non sono una persona particolarmente interessante > si volta dandomi le spalle e incamminandosi verso l'uscita
< La devi smettere di andartene sempre via...> lo raggiungo < se sei una persona interessante o meno sarò io a deciderlo >
< Alice non è ,che se per caso è capitato di scattarci una foto nello stesso momento siamo tenuti a conoscerci > sbotta fermandosi per guardarmi dritto negli occhi, occhi che ora sembrano sprigionare solo rabbia, capaci di non farmi muovere un dito.
< Io...> blatero senza sapere cosa dire veramente < dammi solo la possibilità di farmi conoscere, potrebbe piacerti stare in mia compagnia >
< Il punto è che sarai tu! > mi tocca pesantemente il petto col dito < A non stare bene in mia compagnia >
< Questo fallo decidere a me! >
< Sprechi solo tempo, credimi > si volta