CAPITOLO 16

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< Wow! > non posso fare a meno di ammirare ogni singola stanza
< È davvero fantastico > pronuncia Grace
< Potrebbero essere delle nostre foto...voglio dire le persone che hanno fatto tutto questo non sono né conosciute e ne famose, hanno creato questa nuova mostra per giovani inesperti > dice Tailer girandosi intorno
< Hanno talento... >
< Anche noi ce l'abbiamo Grace > ribatte lui
Siamo tutti sparsi per l'intero edificio, divisi a gruppi e dopo ore passate a fotografare, con le nostre macchine fotografiche, tutto ciò che consideriamo attraente e a contemplare ogni singola immagine, arriviamo alle ultime stanze.
"La stanza degli attimi" è denominata  quella in cui entriamo. Sono impressi attimi  fuggenti, un delfino fotografato appena salta fuori dall'acqua, un albero inclinato ripreso poco prima di cadere...
< Oh venite a vedere questo! > ci chiama Tailer
< Oh mamma mia, poverino! > dice ridendo Grace, è la rappresentazione di una faccia spaventata per l'arrivo della palla da tennis che le sta per arrivare dritta in faccia
< Caspita però...sono così bravi > ammetto guardando sorpresa l'immagine
Diamo un' occhiata a l'ultima parete di quella stanza quando osservando le fotografie in maniera fuggente il mio sguardo cattura l'immagine di una foto in particolare.
 Il mio corpo per un attimo si blocca , non sono in grado di muovere nessuna parte del mio corpo, non riesco a chiudere gli occhi nemmeno per un istante, come per paura che se lo facessi quello che ho davanti potesse scomparire, il cuore comincia a battere più velocemente e sembra potermi uscire dal petto da un momento all'altro, lascio cadere al suolo la macchina fotografica che tenevo nella mano destra richiamando l'attenzione di tutti i presenti nella stanza, per il forte rimbombo.
Sento qualcuno chiamarmi, ma le mie orecchie sembrano essersi attappate, come quando si è in macchina e si sale in alto per le strade di una montagna o come quando ti immergi sotto l'acqua e percepisci a malapena le voci delle persone sopra di te, le tue orecchie sembrano essere immerse in un irreale silenzio, dove puoi solo ammirare ciò che si trova sotto di te senza però percepire alcun rumore distinto.
< Oh Alice! > mi scuote violentemente Tailer, per un attimo ritorno alla realtà, mi guardo in torno per capire cosa fosse appena successo e tutte le persone mi stanno fissando
< Tieni >  Grace mi porge la fotocamera < ti è caduta questa >
< Hai visto un fantasma per caso? > con aria spaventata ripongo il mio sguardo nuovamente su quella foto, sia Grace che Tailer, seguono il mio sguardo
< Bella...> dice Grace
< Si, certo non così bella da rimanerne cosi sconvolto e senza parole come te...ma bella > si rivolge a me Tailer
< Sono io > riesco solo a dire, con un filo di voce.
Nella foto vi è impressa l'immagine di un cielo molto chiaro, con qualche piccola nuvola bianca panna che da' l'impressione di avere la stessa consistenza dello zucchero filato ma che toccandola si possa  dissolvere nel nulla. Sullo sfondo diverse case e alberi sembrano essere posizionati seguendo un schema logico: tre case l'una attaccata all'altra con alberi rigorosamente verdi e possenti davanti ad ognuna di esse.
In primo piano tre sagome di persone sfocate che camminano dinanzi a se, ognuno ignaro di essere stato fotografato: una donna che tiene per mano un bambino e più avanti un anziana signora, le loro facce non si distinguono, sono troppo sfocate per capirne i lineamenti.
Al centro, ci sono io.
< Tu? > domanda incredulo Tailer
< Oh santo cielo > si avvicina Grace per poter vedere meglio

Io che quel giorno mi ero messa un jeans attillato chiaro ed una semplice felpa rossa, capelli lisci lungo le spalle, tengo in mano la mia macchina fotografica, coprendo l'intero viso, intenta a scattare foto di attimi che avevo davanti. In quell'esatto momento, senza accorgermene, avevo fotografato un ragazzo dalla felpa nera e cappuccio alzato, con il volto coperto e la sua macchina fotografica puntata nella mia stessa direzione.
Sto assistendo alla scena opposta, dove c'ero io, quando abbiamo scattato nello stesso istante la medesima foto, la foto scattata da lui ce l'avevo davanti ai miei occhi.
< Vuoi dirmi che questa foto è la foto scattata dal maniaco? > domanda incredulo Tailer
< Si..> riesco a dire sotto voce
< Io non ci posso credere...>
< È anche lui un fotografo > dico chiedendolo a me stessa
< Beh si...lo abbiamo visto due volte con in mano la macchina fotografica, questa..> indica Grace la foto < e alla fermata....e poi ha mostrato la sua foto ad una mostra, credo proprio che gli piaccia fotografare >
< Pronto? È un maniaco! > urla facendo girare tutti nella nostra direzione < scusate, scusate > con faccia imbarazzata
< Ne hai parlato coi i tuoi? > mi domanda Grace
< Assolutamente no > mi avvicino al riquadro per vedere se è stato firmato da qualcuno ma sembra non esserci scritto nulla < mi scusi? > richiamo l'attenzione di un ragazzo, molto giovane, che cammina in fretta da una stanza all'altra con un paio di dépliant in mano.
< Mi dica > si avvicina a noi mostrando un grande sorriso
< Non si può sapere a chi risalgono queste fotografie...tipo questa > domando indicandogli la foto
< Non se è stato espressamente richiesto di non far sapere il proprio nome, è anonima > osserva l'immagine
< D'accordo grazie > gli sorrido timidamente
< Bene...cosa pensi di fare adesso? > punta, Grace, il suo sguardo angelico sul mio
< Non ne ho la minima idea >

L'ARTE DI UNA PROMESSA (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora