CAPITOLO 37

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La vita è davvero strana. Non abbiamo scelto noi di esistere, qualcun'altro lo ha fatto al posto nostro e siamo costretti a provare dolore, felicità, rancore, preoccupazioni...tutto senza un motivo logico apparente. Non sappiamo se alla fine di tutto ci aspetti un premio per aver vissuto una vita adeguata, una punizione per non aver fatto scelte corrette o il niente più totale, non sappiamo se siamo sulla terra per uno scopo o per pura casualità eppure siamo costretti a fare un percorso chiamato vita. Un percorso che ci permette di crescere giorno dopo giorno, mirato non ad essere una persona migliore ma a diventare ciò  che ognuno di noi si sente di essere dentro, cattiva o buona che sia, cerchiamo l'autorealizzazione vogliamo sentirci completi. Forse siamo al mondo per aiutarci a vicenda, in base ai percorsi che ognuno di noi ha deciso di fare può essere in grado di aiutare chi da quel percorso non è passato o forse la nostra vita è già scritta e quando crediamo di aver preso una scelta o una decisione importante per conto nostro... non è così.
Dopo ogni tempesta spunta il sole. È stato così per Recel, che ha dovuto passare l'impossibile ma ha trovato la persona giusta con cui stare e lo sarà anche per me e Grace.
Dopo la confessione di Grace, sul tetto, non sono riuscita a dormire molto, continuo a  pensare a come sia potuto succedere, perché proprio ad una ragazza come lei che cosa avesse fatto per potersi meritare una sofferenza simile. "Questi sono gli ostacoli della vita" mi disse un giorno mia madre riferendosi a Recel. Veniamo messi alla prova giorno dopo giorno, sta a noi capire come affrontare i problemi, se vederli in maniera costruttiva o continuare a soffermarci sopra non traendone alcuna lezione per noi stessi.

Sto aspettando Recel da quindici minuti circa, mia mamma ha voluto che la invitassimo a casa nostra per poterla vedere dopo tanto tempo.
< Lo beve il caffè? > mi domanda mia madre indaffarata in cucina
< Si > le sorrido
Passano altri cinque minuti prima che il campanello della porta inizia a suonare, mi alzo dal divano e mi dirigo frettolosamente ad aprire. Appena i nostri sguardi si incrociano ci abbracciamo così forte da riuscire a sentire i battiti del cuore di entrambe.
< Ciao Diana! > saluta mia madre appena varca la porta di casa
< Ciao tesoro > si asciuga velocemente le mani bagnate con dello scottex da cucina per raggiungerla e abbracciarla < come stai? Ho preparato del caffè, lo vuoi? >
< Si certo, grazie >
< Tua madre come va? E i tuoi fratellini? > chiede impaziente mia madre sorridendole
Passa un’ ora intera in cui Recel è costretta a subirsi il terzo grado di mia madre, quando finalmente ci chiudiamo in camera mia.
< Wow! Sembrava non finire più > tiro un sospiro di sollievo buttandomi sul letto
< Non dire così! Tua mamma è super gentile > si siede a gambe incrociate davanti a me
< Si, lo so > le sorrido
< Allora? Novità? Parlami dell'università come sta andando? > domanda curiosa
< Bene, mi piace molto è proprio ciò che voglio fare...mio padre continua a ostinarsi affermando il contrario > abbasso lo sguardo < ma non ho alcuna intenzione di dargli retta >
< Fai assolutamente bene > mi sorride
< Ho incontrato un ragazzo...> la guardo ridendo
< Cosa? Davvero? E quando..racconta > parto dall'evento della foto per poi arrivare all'uscita all'acquario < Seba...> ci riflette < si ma ti piace o no? >
< Io...non lo so ancora, siamo solo amici >
< Si ma lui ha permesso che la tua fotografia fosse appesa ad una mostra > in tono scioccato < questo non mi sembra un gesto amichevole >
< Si che lo è > corrugo la fronte 
< Vi state frequentando e ancora non lo avete ammesso > mi squadra con sorriso provocatorio
< Smettila non è vero! > le tiro un cuscino addosso
< Si che lo è > continua a ridere

L'ARTE DI UNA PROMESSA (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora