CAPITOLO 21

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< E si è permesso di darmi della pazza! > sbotto. Prima di andare all'università io Grace e Tailer ci siamo diretti sul tetto.
< Come ha osato! > urla Tailer
< Io...io non lo so > mi metto le mani tra i capelli, disperata.
< Potrebbe non essere lui...> puntualizza Grace < magari si tratta di un' altra persona >
< Aveva la solita felpa nera, il Cappuccio sulla testa la postura e il fisico sono uguali a quelle delle foto...perciò o è bravo a mentire o non mi ha mai seguita e mi sto solo impanicando per nulla >
< Ha comunque postato una tua foto...dovresti  comunicarglielo, glielo hai chiesto, se ha mai messo piede in quella mostra? > domanda Tailer
< Appena ho nominato la fotografia mi ha dato della stalker...deduco perciò che sia veramente appassionato di fotografia >
< Bene! Quindi è lui...lo abbiamo visto due volte con la macchina fotografica in mano e potrebbe essere sua la foto alla mostra, anzi lo è sicuramente > espone la sua teoria Tailer, con entusiasmo come se avesse appena risolto il mistero
< Quando gli ho chiesto della mostra, non mi ha risposto mi ha solo detto che sono pazza > dico in tono rassegnato
< Io credo che stia mentendo > ci riflette Grace
< Oh finalmente! > Tailer alza le mani verso il cielo < fidati quello sa chi sei >
< Non lo so...io non lo so > affondo la testa tra le mie mani < potrebbe essere solo un grosso malinteso >
Grace e Tailer sostengono con assoluta certezza che il ragazzo incontrato al supermercato sia quello delle foto e quello incontrato alla fermata del pullman e che, da come mi ha fatto capire lui, sia un appassionato di fotografia e che quindi molto probabilmente la foto alla mostra appartiene a lui. Quello che devo capire e se fin dall'inizio ha cercato di seguirmi e importunarmi o se si sono trattate solo di coincidenze. Non mi rimane altro che coglierlo nuovamente di sorpresa.

Ci posizioniamo tutti e tre al fondo della sala. Con Tailer e Grace, mi è diventato praticamente impossibile riuscire a stare veramente attenta alle lezioni che abbiamo in comune. Non fanno altro che bisbigliare per tutto il tempo, hanno sempre qualcosa da dirsi come se non si vedessero da mesi.
< Quindi ricapitolando come lo incastrerai la prossima volta? > il mio cervello sembra essere messo in modalità "off" rimango a fissare il professore muoversi lungo la grossa lavagna digitale, ma senza assimilare o osservare veramente quello che ho davanti.
< Alice! Mi stai ascoltando? > mi scuote Tailer
< Cosa? No...scusa > mi volto verso Tailer e Grace seduti alla mia sinistra
< Lascia perdere le sue continue assillazioni...piuttosto, mi sono ricordata appena adesso che il rettore dell'università quando mi aveva chiamato nel suo ufficio per aver picchiato quel ragazzo...> alza gli occhi al cielo < ha chiesto di te >
< Di me? > domando incredula
< Si vuole vederti...ha detto che appena puoi, devi andare nel suo ufficio >
< E tu me lo dici adesso! > sbotto
< Scusa, ma con il fatto che abbiamo litigato, la tua partenza per il mare, il maniaco...me ne sono completamente dimenticata > fa un sorriso di scuse
< D'accordo...> sbuffo < ma cosa vuole da me > scrolla le spalle
Appena finisce la lezione, avendo venti minuti di pausa mi dirigo alla svelta verso l'ufficio del Rettore. Passo dieci minuti buoni a girare frettolosamente per i piani  e per le classi non capendo dove andare, quando finalmente davanti ad una porta leggo "Ufficio rettore".
Con mia grande sorpresa vedo che si tratta di una donna, una donna sommersa dalla lettura di diversi fogli sparsi per l'intera scrivania, indossa un vestitino attillato, con lo scollo a V bianco con motivi floreali rossi, i capelli biondo canarino sono raccolti in alto da un perfetto chignon ed è troppo occupata a mettersi e togliersi frettolosamente gli occhiali da vista per rendersi conto della mia presenza sulla soglia della porta.
< Salve > esordisco < mi scusi, so che voleva vedermi > dico appena punta i suoi occhi cristallo, capaci di incutere terrore e tenerezza allo stesso tempo, su di me.
< Lei sarebbe? > poggia gli occhiali sul naso per squadrarmi meglio
< Io...io sono Alice Satio > mi avvicino lentamente alla sua scrivania
< Prego si accomodi > mi fa segno di sedermi sulla sedia in legno lucido davanti a lei , si toglie gli occhiali e accavalla contemporaneamente le gambe. < Come sta? > con sorriso forzato
< Bene, grazie > abbasso gli occhi un po' intimorita
< Ne sono contenta > avvicina il busto in avanti incrociando le mani sopra la scrivania < volevo assicurarmi che il suo percorso fino ad ora stia andando bene > 
< Si…è così > pronuncio in tono dubbioso < perché? > domando con un filo di voce
< Molte persone arrivano qui credendo che questa sia la strada giusta per loro, credendo di potercela fare…per poi scoprire fuori di qui o a metà percorso di non esserne in grado > 
< E con questo? Io cosa c’entro > aggrotto la fronte 
< Oh niente signorina Satio…voglio solo il meglio per i mie allievi e voglio che lei sia pienamente sicura del percorso che ha appena deciso di affrontare, se ci pensa a fondo potrebbe capire che magari non è ciò che fa al caso suo…>
< Questo è il motivo per cui sono qui? > mi irrigidisco < Sentirmi dire di non essere adatta a questa università? > 
< Assolutamente no signorina…è qui da pochi mesi ed è giusto che lei valuti affondo se sia veramente questo che vuole per il suo futuro…>
< D’accordo > mi alzo bruscamente dalla sedia < arrivederci > dico uscendo dalla stanza 

L'ARTE DI UNA PROMESSA (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora