Saint Seiya Shogun Hen - La Guerra Mitologica

CAPITOLO III - UN AIUTO GIUNTO DA LONTANO

Gerusalemme, verso la fine dell'anno 1020 a.C.

Nel Vicino Oriente, a sud della penisola dell'Asia Minore, al confine con la Fenicia, e bagnati dal Mediterraneo, nel territorio della Palestina, si estendevano due vasti domini: il Regno d'Israele e il Regno di Giuda. I conflitti per la conquista di questi territori da parte dei regni confinati, durava ormai da diversi anni, sin dalla proclamazione di Gerusalemme, come capitale del Regno di Giuda, e Samaria come capitale del regno d'Israele. I regni confinati, dei Filistei e dei Sidoni, paventavano una riunificazione dei due regni, che sarebbe stata deleteria per loro. Poco prima la sua missione in Grecia, Salomone, messo a capo dell'esercito del regno di Giuda, grazie anche alle sue doti di condottiere e stratega militare, era riuscito a ottenere una schiacciante vittoria contro l'esercito dei Filistei e gli anarchici interni al regno, che furono respinti all'interno dei loro confini e poi costretti a rinunciare alla conquista del tesoro più prezioso del regno: l'Arca dell'Alleanza. Per gli Israeliti, Salomone non solo era visto come un liberatore della loro terra, ma soprattutto come un uomo dalle capacità quasi divine, in sapienza e giustizia.

Il giorno dopo la vittoria, lo stesso Salomone venne convocato dal re d'Israele David. Durante il tragitto che lo separava dalla sua dimora al palazzo reale, folle di gente lo acclamava a gran voce gridando e benedicendo il suo nome. Con indosso la sua armatura da battaglia, un mantello bianco e con una spada al suo fianco, Salomone scese da cavallo ed entrò nel palazzo reale, scortato dalle guardie e da altri dignitari, fino alla sala reale dove vi era il re ad attenderlo, seduto sul suo trono. Salomone fece qualche passo e giunto a pochi metri dal trono, si inginocchiò, rendendo omaggio al re: «Lode e lunga vita a Vostra Maestà! Cosa ha spinto a convocare me a palazzo, se è lecito chiederlo, signore?»

«Grande Salomone, ti ho fatto convocare qui per delle ragioni molto importanti che ti vedranno coinvolto ora e in un futuro prossimo.» esordì re David. «Grazie a te e al tuo esercito, siamo riusciti a liberare una parte del regno di Israele, strappandolo dalle mani dei Filistei, e soprattutto riportato a Gerusalemme l'Arca dell'Alleanza, che è il simbolo principale di tutto il popolo. Come ben saprai, il mio periodo regale sta volgendo al termine e io ho bisogno di poter contare su qualcuno che un giorno possa prendere il mio posto sul trono.»

«Signore, non sono sicuro di aver capito. Voi volete...» lo interruppe per un momento Salomone.

Re David si alzò dal trono ed estraendo la spada, la poggiò su una spalla di Salomone e disse: «Per i poteri che mi sono stati conferiti, io ti nomino Principe del Regno di Giuda e comandate in capo dell'esercito.»

Salomone prese la punta della spada e la baciò, prima di restituirla al re, che la infoderò di nuovo.

«Ora alzati, Principe Salomone! Questo era uno dei motivi della tua convocazione e ora ti mostrerò il secondo...» proseguì re David, esortando Salomone e invitandolo a seguirlo verso un luogo preciso. Usciti infatti al di fuori del palazzo, David e Salomone giunsero precisamente in un piccolo tempio, dove era conservata e custodita l'Arca dell'Alleanza.

David si avvicinò, mentre Salomone rimase in disparte e, voltandosi verso di lui, disse: «Uno dei miei sogni era quello di riunificare i due regni, quello d'Israele e quello di Giuda sotto un unico sovrano che governerà il popolo in nome della Saggezza e della Giustizia, con l'aiuto dell'Arca e dei suoi immensi poteri. Durante questi giorni ho potuto leggere al suo interno e ho ricevuto una profezia: da qui ai prossimi quindici anni capiteranno delle guerre spaventose, dove anche gli esseri superiori scenderanno dal cielo per combattersi a vicenda. Dei, demòni e uomini combatteranno tra di loro per il dominio del mondo. E solo apprendendo i poteri dell'Arca dell'Alleanza alla perfezione, potremo tentare di avere il sopravvento sulla distruzione!»