CAPITOLO VII - IL MONDO IN GUERRA

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Appena distante dalla Grecia, nello specifico sull'isola di Itaca, risiedeva uomo ritenuto da tutti il signore di quelle terre, nonché conosciuto come un grandissimo guerriero e condottiero, famoso soprattutto per la sua astuzia e la sua abilità strategica. Le sue gesta lo precedevano anche nella penisola greca e assieme ad altri tre importanti personaggi con cui condivideva fama e gloria, costituivano il vanto e il fasto dei Cavalieri del Santuario: il suo nome era Odisseo.

Ad Itaca era una giornata di sole, e Odisseo era intento ad osservare e consigliare un giovane ragazzo nell'uso delle armi quali la lancia e la spada. Il ragazzo era molto abile nell'uso di queste armi e compiaceva molto il suo maestro che lo guardava con ammirazione, ma senza astenersi dall'essere severo nel dare delle correzioni.

«Telemaco...» esordì Odisseo. «Il fatto che tu sia riuscito a diventare un Cavaliere di Bronzo, mi compiace molto. Ma devi migliorare anche nell'uso delle armi! Non esistono solo le guerre tra Cavalieri con colpi luminosi o energetici, ma anche quelle tradizionali in cui vengono usati anche spade, lance o archi e frecce.»

«Si, maestro lo so!» rispose Telemaco. «Vedrete che migliorerò i miei difetti ed eccellerò anche i queste tecniche di combattimento complementari!»

Al sentire quelle parole, Odisseo annuì scuotendo il capo, ben consapevole che il suo allievo Telemaco aveva insite in lui le capacità necessarie per poter migliorare. Poco più tardi però, giunse presso quel luogo dell'addestramento un altro uomo, vestito con abiti togati di colore bianco, che decise di tenersi a distanza per non disturbare, ma cercando comunque di farsi vedere da Odisseo. Quest'ultimo lo notò subito e, dopo aver dato ulteriori consigli al giovane Telemaco, si avvicinò all'uomo vestito di bianco.

«Dimmi Eubeo, che notizie mi porti?» domandò Odisseo.

«Non buone, mio signore!» rispose Eubeo. «Ma d'altra parte, lo sapeva già, altrimenti non mi avrebbe inviato per indagare e cercare notizie.»

«Capisco!» esclamò Odisseo con espressione pensierosa. «Riferisci allora i tuoi aggiornamenti»

«Presto detto, mio signore! Sembrerebbe che a Tebe stia per scoppiare una rivolta o meglio dire una vera e propria guerra civile. Ma non la solita, di quelle che conosciamo noi militari, per intenderci...»

Odisseo inarcò il sopracciglio, chiedendo più lumi a riguardo: «Sarebbe a dire?»

«Dalle nostre fonti più strette, e per mia stessa verifica personale, ho avuto modo di verificare che la gente di quella città sembri essere completamente impazzita come se abbia totalmente perso il lume della ragione! Omicidi, rapine e atti di brigantaggio senza freni.»

Odisseo ascoltava con attenzione il discorso di Eubeo, che proseguiva nel suo rapporto.

«Pare che nell'ultimo anno, questo andamento sia andato a peggiorare. Ci risulta ci siano stati anche molti morti e per cause ignote. Anzi una è sempre ricorrente: la pazzia di fare violenza era dovuta al fatto che la gente di lì era come se fosse stata posseduta!»

Odisseo incrociò le braccia e, guardando con un occhio Telemaco, rispose ad Eubeo: «Tebe è comunque sempre stata una città molto belligerante. Tutte le battaglie che si sono svolte lì, hanno sempre portato molti morti. D'altronde è una delle città devote anche al dio Ares! Per cui non mi meraviglia il fatto che ci siano stati morti dovuti anche ad atti di scorrerie.»

«Concordo con lei, signore. Ma Tebe non è l'unica!» rispose Eubeo, attirando l'attenzione del suo signore e tirando fuori da una borsa che aveva con sé, alcuni rotoli di pergamena che riportavano delle cronache di altre città della Grecia, comprese quelle dalla parte opposta dell'Egeo.
«Legga, signore... Questi sono solo alcuni rapporti militari di diverse città della Grecia.»

Saint Seiya Shogun Hen - La Guerra MitologicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora