CAPITOLO XXIV - LA RABBIA DI ARES

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Ares distrusse con un colpo una delle statue che adornavano il suo tempio per la grossa rabbia che aveva accumulato in seguito all'ennesima sconfitta di un suo guerriero prediletto, Oizys dell'Armata della Calamità. Il suo cosmo iniziò a bruciare così intensamente che persino Ker ebbe timore di parlare con il dio della guerra.

«Come è potuto succedere? Che i Berserker, i guerrieri più forti sotto il mio comando, siano stati sconfitti in questo modo dai Cavalieri di Athena?» esordì con stupore ad alta voce Ares in preda ad un immenso furore.

«Proprio il Santuario, che avevamo conquistato con facilità e superiorità, ci sta sfuggendo di mano! Nonostante avessi dotato i Berserker di armi divine, loro stanno cadendo uno dopo l'altro.»

Poi, vedendo Ker, aggiunse: «E tu Ker, che hai da dire? Perché sta succedendo questo?»

«Ora calmatevi, sommo Ares.» rispose Ker. «Non so spiegare come stia accadendo tutto ciò. I Cavalieri di Athena sembrano inarrestabili a quanto posso capire... O li abbiamo sottovalutati, oppure li avevamo colti di sorpresa al Santuario perché da poco avevano scoperto che una ragazzina era la incarnazione di Athena.»

«Tu pensi questo Ker? Una ragazzina ha annebbiato le menti dei Cavalieri da non farli combattere nel pieno delle forze e per questo li abbiamo battuti? Non dire idiozie...» rispose Ares.

«Io c'ero lì. Prima di manifestarmi, i Cavalieri si erano addirittura divisi in due gruppi a causa di quella ragazzina e c'era mancato poco che non si facessero guerra tra di loro.» rispose Ker, mentre Ares la ascoltava con attenzione. «È stata poi proprio quella ragazzina ad impedire che si scatenasse il putiferio al Santuario...»

«Allora quella ragazzina... è lei Athena?» domandò Ares.

«Proprio così! Non credo che sia nel pieno delle sue facoltà divine, quindi basterà togliere di mezzo lei e poi...» rispose Ker.

«I Cavalieri si disperderebbero come insetti impazziti!» replicò Ares, che aggiunse poi: «Ma non avevo dato l'ordine di eliminare quella ragazzina, tempo addietro?»

«Ad Horkos... quando era in fasce fu protetta da due mortali che la nascosero all'interno di un tempio di Athena; la seconda volta fu salvata da alcuni Cavalieri, ma fosti tu a far interrompere la missione.»

Ares non rispose, ma ricordò l'evento, quando fece ritirare Horkos in quel di Argo, mentre era in battaglia contro Mentore e Seiya. Il dio della guerra quindi disse ancora: «Al Santuario al momento è rimasto proprio Horkos oltre a Dèimos, giusto?»

«È così! Ma anche se dovesse andare storto... Se tu riuscirai ad uccidere quella ragazzina... ti sarai sbarazzato di Athena e in automatico anche dei suoi Cavalieri.» rispose Ker con un ghigno maligno.

Ares si diresse quindi verso il suo trono e vi si sedette sopra. Ma prima di congedare anche Ker, disse: «Se tu e lui mi state prendendo in giro e scopro che vi state approfittando di me, ve la farò pagare cara!»

Ker non rispose ma si inchinò ad Ares prima di sparire dalla scena, il quale, rimasto solo, pensò: «Se riuscissi a sconfiggere Athena, sarei il favorito di Zeus e il suo successore diretto al governo del cielo e della terra... Horkos, e soprattutto tu Dèimos, dimostratemi quanto tenete al vostro signore!» dopodiché chiuse gli occhi e entrò in uno stato di trance, mentre al di fuori il suo cosmo era in piena attività.

***

«Raggiungi tu Mentore, io aspetterò gli altri. Ho bisogno di recuperare un po' le forze.» disse Asclepio rivolgendosi a Deucalione, che rimase sorpreso da quella improvvisa decisione. Asclepio però si voltò con un sorriso verso il Cavaliere d'Oro e aggiunse: «Devo curare le ferite di Elettra e Temistocle... e poi vi raggiungeremo.»

Saint Seiya Shogun Hen - La Guerra MitologicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora