CAPITOLO XI - I CAVALIERI DI ATHENA

31 2 2
                                    

Nella dimora del re di Argo, era notte fonda e all'oscuro degli eventi che erano appena accaduti fuori la città, Odisseo guardava dal grande balcone della sua camera da letto, il panorama notturno con una certa inquietudine nell'animo. Benché non fosse stato presente, aveva avuto comunque la percezione di uno scontro di energie cosmiche avvenuto in quelle zone vicine. Questa cosa turbò non poco il Cavaliere, il quale decise di lasciare la sua camera e andare nella sala principale per poter parlare con il padrone del palazzo, ovvero il suo amico Diomede. Uscendo fuori, vide che davanti alla sua porta c'erano i due Cavalieri con cui era arrivato ad Argo: Telemaco ed Euriloco.

«Mio signore Odisseo, abbiamo avvertito uno scontro di potenti cosmi provenire da fuori la città.» esordì Euriloco.

«Che cosa puoi essere successo?» chiese Telemaco.

«Anche voi li avete avvertiti, dunque?!» replicò Odisseo.

I due annuirono, e Telemaco aggiunse ancora: «State andando da Diomede? Forse lui potrebbe sapere qualcosa»

«Venite con me!» rispose Odisseo che, insieme agli altri due Cavalieri si diresse verso la sala del trono.

Lì si incontrarono subito il con re di Argo Diomede, attorniato dalle guardie reali, e con loro vi era anche il neo Cavaliere d'Argento investito, Leonida di Centaurus.

«Ma che sta succedendo?» domando ingenuamente Euriloco, riconoscendo il suo pari.

Diomede guardò Odisseo arrivare e, non appena questi gli fu vicino, subito gli chiese: «Scommetto che hai già capito quello che sta succedendo, amico mio!»

Odisseo si prese di proposito una pausa prima, per poi rispondere a Diomede: «Abbiamo avvertito tutti quanti la stessa cosa: tre cosmi potentissimi nello stesso luogo.»

«Uno però sono riuscito a riconoscerlo. Era quello di Mentore, il Cavaliere di Libra e nostro pari.» rispose Diomede. «Ma mi domando il motivo di un Cavaliere d'Oro impegnato in battaglia. E soprattutto, contro chi stava combattendo.»

«Di certo contro qualcuno di molto potente. Se non altro in grado di fronteggiare Mentore che è considerato uno tra i più forti Cavalieri d'Oro.» rispose Odisseo.

«Un nemico molto pericoloso direi pure, visto che il suo cosmo era oscuro e violento.» intervenne Leonida. «Tuttavia sembra non esserci più nei paraggi. Forse sarà stato sconfitto oppure si sarà ritirato...»

«Faremo meglio a convocare Mentore, domani!» replicò Diomede. «Se le nostre deduzioni saranno giuste o meno, solo lui potrà confermarcelo. E dopo questo chiarimento, ci recheremo tutti al Santuario, come stabilito, secondo il volere del Grande Sacerdote.»

«Tuttavia, io resto preoccupato per quell'altro cosmo che successivamente si sarebbe rivelato e, da quello che ho compreso, tutti abbiamo avuto modo di avvertire...» riprese Odisseo. «Era un cosmo potente, superiore anche a quello degli altri due, ma allo stesso tempo sereno e niente affatto ostile.»

Detto questo, Odisseo fissò intensamente Diomede, il quale fece altrettanto, e successivamente, i due finirono col fissare gli altri Cavalieri nella sala.

«Che succede, maestro?» domandò Telemaco, cercando di uscire da quella situazione di imbarazzo che si era creata a causa del silenzio dei due. «Secondo lei, di chi potrebbe essere quel cosmo a cui vi state riferendo?»

«Esiste una sola persona in grado di sprigionare un'energia superiore a quella di un Cavaliere d'Oro» rispose Diomede, rivolgendosi poi ad Odisseo. «Si tratta di Lei?»

Odisseo annuì e rispose: «È proprio Lei!»

«Lei? Che intendete dire? Di che state parlando?» chiese ancora Telemaco, e non era il solo a volerlo sapere.

Saint Seiya Shogun Hen - La Guerra MitologicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora