CAPITOLO V - PASSAGGIO DI CONSEGNE

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Gerusalemme, fuori la città, anno 1016 a. C.

Erano già passati tre anni da quando Salomone e Seiya si erano incontrati ad Hebron. Seiya si era sottoposto ad allenamenti durissimi sotto la supervisione di Salomone, il cui addestramento si era svolto in un territorio isolato e fuori la capitale del regno di Giuda, Gerusalemme: gli abitanti del luogo chiamavano quella zona arida e deserta, la Geenna, un inferno sulla terra. Lo stesso Salomone aveva profittato di quei tre anni per poter apprendere al meglio nuovi tipi di poteri, tra i quali quello trasmessogli anni prima dal re David, che gli consentiva di richiamare le energie divine scaturite dell'Arca dell'Alleanza. Tuttavia, la Geenna non era che l'ultima tappa del lungo viaggio di entrambi che li aveva portati a combattere contro numerosi avversari, anche al di fuori dei regni di Giuda e Israele, come la Mesopotamia e l'Egitto stesso, paesi dai quali lo stesso Salomone poté apprendere e affinare tecniche come la magia, l'evocazione e il controllo sui dèmoni. Durante gli anni dell'addestramento, più volte lo stesso Seiya aveva dovuto battersi con il suo maestro come avversario e in ogni tipo di combattimenti: a mani nude, con armi di vario tipo fisico e spirituale. Un giorno Salomone decise di testare per l'ultima prova Seiya, prima di fare ritorno a Gerusalemme, dove il giovane avrebbe poi dovuto affrontare gli altri tre pretendenti e, in caso di vittoria, andare poi in Grecia.

«Ascoltami attentamente, Seiya...» disse Salomone. «Questo è l'ultimo giorno della nostra permanenza qui e, nei prossimi che verranno, dovrai andare a Gerusalemme e batterti contro avversari che non ti daranno tregua. E per questo motivo, dovrai superare la prova più difficile.»

Salomone si mise di fronte a Seiya distante alcuni metri e proseguì, dicendo: «Le creature spaventose che hai visto combattere contro di me, ora le dovrai affrontare tu direttamente e da solo.» e mettendo in guardia il giovane, gli consigliò: «Ma sta attento perché stavolta queste creature non subiranno il mio totale controllo.»

«Quando vuole maestro io sono pronto!» rispose Seiya annuendo e poi posizionandosi per il combattimento.

Salomone iniziò a bruciare il suo cosmo color oro e bianco e, dopo aver creato un cerchio nel terreno attorno a lui, utilizzò una tecnica di evocazione; dopo poco la terra cominciò a tremare e dal terreno si aprirono tre voragini dal quale emersero degli spiriti infuocati che poco dopo presero forma di creature che a Seiya ormai erano familiari, i dèmoni. Con un fuoco che li permeava, i dèmoni si avvicinarono minacciosi verso Seiya, che alzò i pugni in segno di difesa; gli attacchi partirono subito, sfoderando i loro lunghi e possenti artigli, per avvinghiarsi a Seiya e strappargli le carni. Il giovane, forte dell'addestramento, era però in grado di evitare gli attacchi dei suoi nemici con abilità e destrezza. Tuttavia, il giovane guerriero dovette accusare comunque delle ferite alle braccia e alle gambe, con leggere scottature dovute alle fiamme che erano riuscite a lambire il suo colpo. L'espressione di Seiya rimase concentrata e attenta nonostante cominciasse ad ansimare per la fatica sostenuta. Un'ulteriore ferita sul braccio provocata da un demone lo fece cadere a terra e solo per poco riuscì a schivare da un secondo demone un attacco, che si infranse nel terreno.

«Coraggio Seiya! Se riuscirai a battere da solo queste creature infernali, non avrai avversari sulla tua strada per diventare un Cavaliere di Athena!» confidò in sé Salomone mentre osservava attentamente il suo allievo evitare altre lingue di fuoco scaturire dalla bocca di quelle creature infernali.

Improvvisamente un bagliore provenire da Seiya destò l'attenzione di Salomone che poi guardò i demoni restare immobili, quasi per timore.

«Quella luce...» pensò Salomone. «Mi ricorda qualcosa ho già vista prima!»

«Sono stanco di giocare con voi. Facciamola finita subito!» gridò Seiya, che si lanciò rapidamente verso un primo demonio colpendolo allo stomaco e trapassandolo; evitò una lingua di fuoco e con un salto successivo, colpì con un calcio volante il secondo demone staccandogli la testa; il terzo demone si lanciò in un disperato attacco, ma Seiya lo evitò spostandosi di lato e con una violenta gomitata lo atterrò. I tre demoni, esaurita la loro forza, per incanto, divennero di pietra, prima di sbriciolarsi e diventare polvere, per poi essere spazzati dal vento. Col fiatone dovuto allo sforzo eccessivo, Seiya si mise in ginocchio per riposarsi, mentre Salomone lo osservava attentamente, prima di porgere al ragazzo una mano per aiutarlo a rimettersi in piedi.

Saint Seiya Shogun Hen - La Guerra MitologicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora