프롤로그

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*Dimentichi quello che vuoi ricordare.
E ricordi quello che vuoi dimenticare *


(La strada ~di Cormac McCarthy)

프롤로그

Erano le otto di mattina, quando un fiocco di luce accecò i miei occhi immersi nel sonno.Molto pigramente aprii un occhio e solo quando lo abituai a quella presenza, aprii anche l'altro.Guardai la soffitta bianca come il latte e sospirai, non ebbi nemmeno il tempo di alzarmi che la porta venne spalancata sbattendo sul muro della mia stanza "Hyung, svegli-ah ma sei già sveglio... Muoviti che sennò perdi l'aereo" entrò facendo eruzione sul mio letto saltandomi sopra a peso morto "lo sai che la nonna si arrabbia se perdi anche questo, ci ha messo cuore e anima per prenotarti questo volo, non vorrai farla morire così per un tuo capriccio" cercai di scansarlo ma fu inutile, girai la testa verso il comodino e vidi l'ora, erano solo le otto di mattina, in aeroporto ci sarei arrivato in mezz'ora, ma il problema più grande era la mia pigrizia che iniziava a farsi sentire, guardai la chioma bionda difronte a me e sbuffai "levati, pesi troppo, ma quanto mangi eh?" il ragazzo in risposta mi prese per il collo e iniziò a stritolarmi "no, non me ne vado finché non muovi il tuo culo fuori da questa stanza, altrimenti prendo la padella o un secchio d'acqua e te la butto addosso" mi guardò male, facendo un piccolo broncio con il labbro inferiore. Lo scansai per la milionesima volta e stavolta non oppose resistenza, alzai la schiena e guardai la stanza per ultima volta.

"nulla é più doloroso per la mente umana come un grande e improvviso cambiamento"

ripetei quelle parole dentro la mia testa e mi alzai sotto lo sguardo attento del biondino, quel romanzo di Mary Shelley era diventato ormai la mia rovina, ogni giorno rileggevo le stesse pagine, ormai quel libro era consumato per quante volte l'avevo riletto. Presi le prime cose che trovai sulla sedia e mi avviai verso il bagno, dovetti passare su un lungo corridoio, passando per diverse porte ma nessuna, mi portava nella mia destinazione. Il bagno si trovava al piano di sotto, per arrivarci dovevo passare per questa strada insidiata da corridoi e porte chiuse.La casa, era in realtà una villa, mia nonna, una donna da mille risorse era sempre attenta e accurata a lasciare che i suoi nipoti godessero di questa lussuria, non che a me importasse di vivere in mezzo ai soldi, fosse stato per me, mi sarei accontentato di vivere in una stalla o sotto un ponte, ma la nonna insisteva che dovevo vivere con lei per prendermi cura di mio fratello finché non avesse compiuto 18 anni.Mio fratello aveva compiuto gli anni due mesi fa e per questo lei si era inpuntata all'improvviso che dovevo farmi una vita all'estero, il termine che aveva usato era *spiccare le ali *. Arrivato a destinazione mi guardai allo specchio e risi di gusto, i miei capelli erano spettinati, gli occhi erano assonnati e avevo il naso rosso per l'allergia. Puntai un dito verso lo specchio cercando inutilmente di sfiorarmi "oggi fai più schifo del solito" dissi ridendo come un ebete, abbassai le mani e in un attimo quel sorriso, divenne uno sguardo serio, ero felice della decisione che stavo per prendere? No, non ne ero sicuro.Ma non volevo deludere la nonna e quindi anche se non mi andava dovevo farlo.Mi sciaquai la faccia e quando alzai la testa mi ritrovai un'altra volta il biondino attaccato alla porta "sei peggio di una cozza". "Hyung la nonna ha detto che devi scendere in giardino a fare colazione" disse sbadigliando e stropicciandosi gli occhi. Guardai quella figura minuta davanti a me, passai ad esaminarlo dalla punta dei piedi fino ai capelli e finii per soffermarmi sul suo viso, pelle delicata, sguardo profondo, occhi color nocciola, bellezza da far invidia a chiunque, ecco chi era mio fratello, io rispetto a lui cosa avevo? Niente. Guardai meglio sotto il suo occhio sinistro e vidi una macchia più scura rispetto al colore della sua pelle, ah un particolare che aveva quel viso era quella voglia, Yeosang non ne andava molto fiero, infatti era abituato a nasconderla con il fondotinta, quindi per me l'unica occasione di vederlo a viso neutro era la mattina appena sveglio. Andai verso di lui e gli spettinati quei capelli "dovresti dargli una spuntatina" lui negò con la testa "mi piacciono lunghi" entrò sedendosi su uno sgabello che usavamo quando eravamo piccoli "Quando arrivi a Seoul puoi mangiare per me il Kimchi?" lo guardai mentre mi cambiavo la maglietta "pensi seriamente che se mangio io, quel cibo arriva anche nel tuo stomaco fino a San Francisco?" risi togliendo anche la parte di sotto del pigiama e mettendo i pantaloni "in un certo modo sì, insomma siamo fratelli, quindi quello che mangi tu è come se lo avessi mangiato io" si lavò i denti sistemandosi i capelli facendo una smorfia "come vuoi", mi guardai allo specchio e soddisfatto del mio capolavoro, alzai le spalle e uscii dirigendomi verso il giardino.

Don't lie, you just hurt yourself {WOOSAN} 🪐♡Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora