Kakashi Hatake

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[Kakashi pov]

Caricai le ultime cose sul furgone il più in fretta possibile.
Non volevo che nessuno mi vedesse, volevo passare inosservato e fare tutto il più in fretta possibile.

Quella mattina avevo acceso la radio per restare aggiornato su quello che succede perché, anche essendo un criminale, non sono poi così menefreghista riguardo le persone.
Inoltre devo sempre aggiornarmi riguardo i progressi delle autorità.
Ero un criminale ricercato per aver compiuto numerosi furti.
La polizia mi dava la caccia da così tanto tempo ed io non mi ricordavo nemmeno quando tutto questo era iniziato...
Ma il come me lo ricordo bene ed io non ci avevo potuto fare niente.
Se solo le persone sapessero ascoltare di più, avere fiducia, forse non avrei avuto paura.

Comunque, tornando a  quella mattina, avevo acceso la radio, come avevo già detto, e ascoltai con attenzione.
Inizialmente sentii  che l'attenzione era rivolta verso un uomo, che avevano detto, aveva circa cinquant'anni.
Quest'uomo, sentii dire, aveva ucciso numerose persone, senza un'apparente motivo e stavano svolgendo delle indagini per scoprirne di più.
Disprezzavo quel genere di uomini, quelli che uccidono, quelli che portano tristezza e confusione solo per puro piacere personale.
Loro sono i veri criminali, non io.
Io almeno ho dei motivi validi per agire e non posso evitarlo.

Dun tratto cambiarono discorso, presentando un'altra notizia.
La voce fredda del giornalista annunciò le seguenti parole:

"La polizia compie passi avanti sul caso Hatake, criminale e ladro pericoloso ricercato. Gli agenti affermano di essere vicini dallo scoprire la sua posizione e che si impegneranno al massimo per catturarlo al più presto..."

Sentendo quelle parole il mio cuore aveva preso a battere velocemente.
Non potevo farmi trovare, non ora che ero così vicino al compimento della mia missione.
Così iniziai a raccattare tutto ciò che avevo in casa e ficcarlo con forza dentro scatole di dimensioni diverse.
Le accumulai in giardino.

Vivevo in una casa isolata in piena campagna.
Affitto sempre case così lontane dalla vita cittadina, non potevo rischiare di farmi vedere da una vicina pettegola e ficcanaso.
Ovviamente per farlo mi servivo di falsi documenti e carte di identità, per non destare sospetti.
Per celare il mio volto, inoltre porto sempre una maschera che, avevo imparato, essere molto utile.

Comunque ora sono qui, a caricare il tutto sul mio piccolo furgoncino, ovviamente rubato anche quello.
Non sarei mai potuto andare in concessionaria e tranquillamente dire di volere un'auto, vi immaginate che casino sarebbe successo?
Sarei subito stato sbattuto dentro.

Una volta caricata l'ultima scatola, salii in auto e mi misi al volante.
Accesi il motore e subito partii.
Dovevo allontanarmi da li il più in fretta possibile.
Avevo già in mente un posto dove andare, era tutto pronto, ma il problema era che dovevo attraversare una piccola cittadina per arrivarci.
Così sfrecciai subito nella direzione da me voluta.

Inizialmente dovetti attraversare un pezzo di strada che si trovava in campagna, quindi mi persi ad osservare i grandi alberi che contornavano la strada: avevano un tronco molto grande e dei rami così lunghi e forti, ricoperti di foglie verde smeraldo, che riflettevano la luce del sole.
Era una bellissima giornata, anche essendo il periodo sotto le feste Natalizie, a dicembre.
Non faceva caldo, quello no, ma il cielo azzurro era limpido, senza neanche una traccia di nuvola ed il sole, maestoso, regnava in quella distesa blu.
Il vento era invece parecchio rigido, tanto da costringermi a mettere una sciarpa, cosa che non faccio mai, anzi, di solito non metto nemmeno la giacca, ma oggi c'era un non so che di diverso, quasi come se l'universo mi volesse dire di stare attento a qualcosa.
Ma io, oramai, non davo più peso da un po' a tutte quelle idiozie da ragazzino, come il "colpo di fulmine" o "l'amore a prima vista", così non credevo nemmeno che esistesse il destino; per me quest'ultimo non è altro che una serie di azioni che portano a delle conseguenze.
Siamo noi che scegliamo cosa fare, non il destino; oggi avevo semplicemente solo freddo, non era un segnale di una possibile catastrofe.
L'ultima cosa che mancava era questa, avevo già troppi affari a cui pensare, non avevo bisogno di altro...
In realtà avrei tanto bisogno di qualcuno di cui potermi fidare e che si fidi di me, che mi aiuti, perché non posso andare avanti con questa storia da solo ancora per molto.

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