Ordine

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[(T/n)]

Quella sera, dopo quella specie di cena, lui mi disse di dormire nell'unica camera da letto presente in quella casa.
Lui dormì nel vecchio divano di stoffa nera, in salotto, troppo piccolo per lui, che era un ragazzo abbastanza alto.
Non mi aveva chiesto niente, non sapeva nulla di me, nemmeno come io mi chiamassi, però tutto ciò che faceva nei miei confronti era pieno di profonda educazione.
Il mondo è strano o forse lo è solo questo ragazzo.
Nessuno si aspetterebbe mai un criminale così galante: di solito non sono persone inaffidabili e pericolose?
Forse sono solo stereotipi, titoli che si danno alla gente senza un motivo preciso, soprannomi crudeli che affermano tutti i pregiudizi che ha l'umanità nei confronti di quelli che vengono chiamati, o soprannominati, "diversi".

Ora io non so perché ci tenga così tanto a farmi sentire a mio agio.
Forse è solo per far sì che io mi fidi, poi mi userà...
Non riuscivo a scacciare di testa l'idea maligna che mi ero formata su di lui.
Volevo fidarmi, ma non ne avevo la forza, o forse mancava il coraggio; e a me infondo dispiaceva parecchio questa cosa...
Lui mi aveva offerto un comodo letto e preparato, per cena, quello che lui aveva di più buono; non basta questo per essere umili?
Dare in dono ciò che si ha a chi non ha affatto.
Era strano che lui si occupasse di me con tanta cura, ne volevo sapere il motivo.
Forse era per sbarazzarsi di me più in fretta: se fossi guarita prima sarebbe stato un vantaggio per lui e mi avrebbe abbandonata.

Mentre pensavo a questo nel letto quella sera, mi maledii per i pensieri maligni che stavo formulando.
Lui era una persona buona, dal profondo del cuore, ma una parte di me non voleva ancora crederci.
Così mi addormentai con il pensiero di lui al piano di sotto, steso su quel divano scomodo, con il pensiero di quanto avrei voluto sdebitarmi per tutto quello che aveva fatto per me in poche ore.

Mi svegliai la mattina dopo con un dolore lancinante alla caviglia.
Quella maledetta non mi aveva lasciato in pace per tutta la notte.
La bendatura mancava ancora dalla sera prima e il dolore non accennava a diminuire.
Mi alzai dal letto sfinita e con il solito passo da zoppo mi diressi verso la porta.
La richiusi dietro di me e mi dedicai alla discesa delle scale ripide: attaccandomi al corrimano con tutte e due le braccia, cercai di scendere almeno tre scalini, ma ovviamente fallii procurandomi una fitta di dolore che mi fece esclamare un sonoro "ahia" che rimbombò per tutta la scalinata.

Dopo pochi secondi vidi quel ragazzo, che tanto mi aveva fatto riflettere quella notte, arrivare di corsa verso di me dal piano inferiore.
Con sguardo preoccupato e voce dolce mi rassicurò:

K: "Hey aspetta ti aiuto io"

Senza obbiettare o guardarlo annuii, troppo stanca per provare a ribattere dicendo di non avere bisogno di aiuto, ma infondo che male c'era a farsi aiutare, mi avrebbe fatto solo da appoggio, no?
... no.

Senza che potessi dire una sola parola mi sollevò da terra, stringendomi a se per paura di farmi cadere.
Mi risvegliai di colpo agitatissima e in imbarazzo dal trans mattutino.

(T/n): "Razza di pervertito!! Mettimi subito giù!!"
K: "Hai voluto tu il mio aiuto, no? E poi non sono pervertito"
(T/n): "Ma io non credevo che tu mi avessi preso in braccio!"
K: "Haha allora è per questo! Ti vergogni! Sei tu la pervertita!"
(T/n): "Che?!"

Lo guardai allibita: come si permetteva?
Ma poi il mio sguardo si perse nei suoi occhi così espressivi che, in quel momento, sembravano emanare pace.
Lui era tranquillo e sorrideva, come se fosse del tutto in pace con il mondo.
Le sue braccia erano forti e le sue mani grandi e calde... mi sentivo stranamente al sicuro, bene tra le sue braccia...

Misi il broncio non capace di ribattere troppo scossa da quelle strane sensazioni che con un uomo non avevo mai provato.
Cullata da quel momento di dolcezza, mi rilassai poggiando il capo sulla sua spalla; stavo veramente comoda, sarei stata lì per sempre.
Sentivo il suo respiro sollericarmi il viso, era come se mi avesse costruito una fortezza intorno, mi sentivo al sicuro.

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