Mi sono innamorata

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[(T/n)]

La mia vita senza quel gattino tornò come all'inizio, tranquilla, quasi normale se posso dirlo, con un Kakashi più tranquillo e meno geloso.

Io non avevo intenzione di ferirlo, solo che i gattini mi annebbiano la mente, con quei occhietti grandi e luminosi, quel pelo cosí morbido, quella coda pelosa, il musetto indifeso...
Ok basta sto divagando.

Comunque sia qualcosa era cambiato nel comportamento di Hatake, come se mi stesse tenendo nascosto qualcosa, qualcosa che mi vuole dire ardentemente, ma non ce la fa.

La mia mente, da ragazza depressa e pessimista quale sono, ha elaborato le peggiori varianti della situazione.
Magari voleva cacciarmi e si era stancato di me?
Si, lo so, sono paranoica, ma non posso fare altro che pensarci.

La tensione tra di noi era aumentata notevolmente e tutte le volte, il silenzio che ci circondava, finiva con lo  sprofondare nel più completo imbarazzo e non mi capacitavo nemmeno io il perchè.

Tutte le volte che mi sfiorava il braccio con delicatezza il mio cuore si fermava.
Mi giravo e lui arrossiva, titubante.
Iniziava a balbettare cose incomprensibili alla mente umana, ma poi si massaggiava le tempie rassegnandosi e mi rifilava un "non importa" andandosene.

Il mio cuore batteva forte ogni volta.
Sapevo dentro di me cosa mi volesse dire, ma non riuscivo ancora a crederci, perciò la mia mente ripeteva "è impossibile che abbia scelto proprio te, insomma, sarebbe un cazzo di sogno".

Mi sminuiva sempre quella maledetta ed io la ascoltavo giustamente.
Era da un po' di tempo dalla scomparsa di Neko che cominciavo a guardare Kakashi sotto un altro aspetto.
I miei occhi, in quel periodo, gli lanciavano più sguardi del dovuto, senza che io me ne accorgessi a volte.
I suoi occhi mi sembravano piú profondi, i suoi capelli più profumati, il suo sorriso più luminoso e quella maschera che ancora mi celava il suo volto più odiosa che mai.
Sentivo quel sentimento crescere in me senza mai smettere e solo una domenica di Giugno ebbi conferma dei miei sentimenti.

Era sera, quel giorno, e avevamo appena finito di cenare con un altro dei suoi capolavori di gastronomia.
Ero andata a vedere le stelle, nel retro del giardino, pensando a quanto mi sarebbe piaciuto baciarlo ancora, magari senza la stoffa blu a dividerci.
Viaggiavo nei miei pensieri, facendomi mille film mentali su di lui, ma questa è un'altra storia.

Inoltre mi interrogavo sulle probabilità che si dichiarasse a me.
Era quella la mia improbabile e magnifica ipotesi che si era formata nella mente.
Io non avevo mai avuto successo con i ragazzi e non potevo credere di aver fatto breccia nel suo cuore non facendo niente apparte mangiare, dormire e... mangiare e dormire e... mangiare ancora.

K: "Posso unirmi a te?"

La sua voce bussò alla porta del mio cuore, agitandolo più del dovuto e facendomi arrossire.
Lui era tranquillo e si sedette accanto a me con serenità.
Che fosse arrivato il momento?
Che mi volesse rivelare quella cosa?

K: "Senti volevo dirti una cosa..."

Nel suo viso comparvero fiamme.
Sapevo già che quello era l'ennesimo episodio dopo una lunga serie, ma il mio animo aveva ancora speranza che quella fosse la volta buona.

(T/n): "Dimmi"

Uno dei miei più grandi talenti era quello di non balbettare e di questo ne andavo fiera.
Cosí mascherai il mio imbarazzo.
La sua mano sfiorò la mia; non aveva mai compiuto un gesto cosí audace, perciò lo aiutai nella sua impresa, prendendogli la mano con l'emozione che trabordava da tutti i pori.
Fortunatamente era invisibile, o mi si sarebbero viste cascate (colore prefe.) uscirmi dalle orecchie.

Lui sussultò a quella mia azione e parve più sicuro delle sue azioni, comunque non abbandonando il suo balbettio ed il rossore.

K: "E-ecco è da un po' che v-voglio dirtelo. V-vedi io..."

Si bloccò lí, stringendo la mia mano.
Non riusciva ad andare avanti, ma io aspettavo paziente con ancora speranza che questa fosse la volta buona.

K: "I-io, c-cioè, tu..."

Giocherellava con un filo d'erba, cercando una distrazione da tutto quell'imbarazzo creatosi.
Non osava alzare lo sguardo su di me.
Io lo guardavo in ansia, il cuore che pompava all'impazzata ed il cervello in tilt più del solito.

Lui sospirò dopo qualche secondo di esitazione, disperato e mi lasciò la mano arrabbiato con se stesso per quella sua insicurezza.

K: "Non ci riesco! Non riesco, vorrei tanto dirtelo ma.."

(T/n): "Non importa" lo interruppi "me lo dirai quando ti sentirai pronto, non devi sforzarti, io sono sempre qui, non vado da nessuna parte"

K: "E' proprio quella la mia paura!"

Lo guardai confusa: come poteva pensare che lo lasciassi dopo tutto quello che aveva fatto per me?

K: "Ho paura che tu te ne vada senza che sapere quello che non ho il coraggio di dirti... perchè sono codardo"

Guardò la Luna con aria drammatica.

(T/n): "Certo che sei uno scemo! Come puoi pensare una cosa simile?"

Gli diedi un pugno nel braccio.

(T/n): "Ehi, se ti dico che non me ne vado è la verità porca vacca!"

Lui mi guardò con un sorriso sulle labbra.

K: "Porca vacca me lo devo segnare"

(T/n): "Guarda che esiste dall'età della pietra, sei tu che non conosci certi termini, sei vecchio"

K: "Ma abbiamo la stessa età"

(T/n): "Caro, io me li porto molto meglio di te se non noti"

Scoppiammo a ridere come due scemi.

K: "Oh, guarda, hai un capello bianco proprio qui!"

(T/n): "Haha molto divertente, pensa ai tuoi di capelli, guardati, sono completamente grigi!"

K: "Io li ho cosí naturali!"

(T/n): "Ma sei nato vecchio?"

K: "Ma sei scema?"

Insomma avevamo divagato tantissimo e perso di vista l'argomento "voglio dirtelo ma non posso" cosí restammo a chiaccherare su chi fosse il piú vecchio e chi si portasse meglio gli anni (*cof cof* io *cof cof*).

Il vento si alzò improvvisamente per dare via ad una tempesta estiva ed era piuttosto freddo, tanto che Kakashi tremò per i brividi.
Doveva soffrire molto il freddo, cosí rientrammo.

In conclusione non si era risolto niente e la nostra relazione continuava ad essere quella di sempre, non di più e non di meno.

Non sapevo cosa lui provasse, ma solo che mi ero innamorata di lui e ne ero certa come ero certa che avesse ucciso Neko, ma quello era un altro discorso.

Spazio della disagiata

Emh buona Pasqua (si scriveva con la Q? Ho sempre sto dubbio, boh :3).

Ho scritto il capitolo con mio fratello che guardava "Lo straordinario mondo di Gumball" in sottofondo quindi se fa schifo è colpa sua >:(

Ciau

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