CRIMINAL

Trasferirsi

[(T/n)]

Ecco che ha inizio l'ennesima giornata che passerò a fingere di stare male.

E' da un po' che tutto questo va avanti e non oso immaginare quel che succederà una volta che lo avrà scoperto.
Il fatto è che non me la sento di lasciarlo: con lui ho trovato la vita perduta che desideravo da anni e una famiglia che non avevo mai avuto.
Non lo avrei lasciato facilmente, nemmeno nelle avversità più grandi.
Ogni giorno, vedere tutte quelle piccole attenzioni rivolte a me, solo a me, mi facevano sentire bene, non avevo bisogno di altro, non volevo altro.

Se un giorno il destino mi avesse separata da lui, probabilmente mi sarei ritrovata nella stessa situazione di qualche mese fa.
Era da quattro mesi che facevo sogni tranquilli, che facevo un pasto decente, che mi divertivo e curavo il mio corpo come ogni ragazza fa.
Le ferite erano scomparse e i lividi non dolevano più.... la caviglia nemmeno.
Però continuavo a fasciarla, ogni giorno, sempre con la stessa cura, avendo paura che mi scoprisse, che scoprisse le mie menzogne e il mio egoistico desiderio di stare con lui.
Hatake era un criminale in fuga, era ovvio che non mi volesse tra i piedi, poi con tutte quelle telefonate era impossibile trattenere le informazioni.

E' per questo che uno di quei giorni si era deciso a raccontarmi tutto.
All'inizio ero felice: se si apriva con me voleva dire che si fidava no?
Ma poi sentendo la sua storia il mio entusiasmo si spense...

Suo padre era un trafficante di droga, uno dei più famosi e conosciuti dai dipendenti...

K: "Aveva questi clienti, no?"

(t/n): "Quelli che chiamano in continuazione?"

Lui aveva annuito e aveva continuato a raccontare la storia di suo padre...

Questi uomini, un giorno, avevano ordinato un grande carico di droga per un party, sapete, quelle feste in disco dove i delinquenti mettono sostanze nei bicchieri delle ragazze che si vogliono fare.
A quell'affermazione storsi il naso: ne sapevo qualcosa io!
Tutti quegli uomini... anche lui aveva ricevuto un male da parte loro.

K: "Mio padre fece il possibile per procurarselo ma era praticamente impossibile, senza essere scoperti, trasportare un carico cosí grande... io ero piccolo e non capivo quello che stava succedendo"

Lo guardai dispiaciuta, ma gli strinsi la mano per incoraggiarlo a continuare.
Lui ricambiò la stretta...
E' da un po' che me lo chiedo...
Ogni volta cerca sempre un certo contatto con me, fisico intendo, come se volesse toccarmi, non pensate male, toccarmi nel senso tenermi la mano o abbracciarmi...
Si sarà mica innamorato?
Ma no, che penso haha.
Anche se non sarebbe male ora che ci rifletto...

K: "Mio padre, sapendo di essersi messo nei guai, mi affidò ad un suo amico..."

Disse che quel suo amico aveva due figli: uno più grande e uno piccolo, più o meno della mia età.
Uchiha era il loro cognome.
Lo avevo già sentito quel cognome, ma dove?

Mi raccontò che suo padre era stato beccato e successivamente arrestato dalla polizia ed è per questo che ora toccava a lui esringuere i debiti di denaro con quegli uomini, che avevano pagato senza ricevere niente in cambio.
Inoltre, disse che gli Uchiha vennero successivamente uccisi da loro perchè complici del padre...
Una storia sanguinaria e piena di violenza che mi colpí dritta al cuore, con ancora il presentimento di aver già sentito quel cognome... Uchiha.

K: "Solo il figlio minore è sopravvissuto alla loro furia ed ora è diventato uno dei miei amici più cari, siamo in contatto, sai? E' lui che mi fornisce queste abitazioni... é un uomo molto ricco"

Pensai a chi poteva essere ma la mia mente si rifiutava di ricordare, cosí decisi che anch'io mi sarei raccontata.
Lui si risvegliò subito appena condivisi la mia idea...
Curioso il ragazzo, eh?
La mia soria la si conosce già e appena ebbi finito il mio racconto mi disse una cosa che io non mi sarei mai immaginata.