Forse un bacio

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[(T/n)]

Sono qui da sola.
Oramai è da tre giorni che va avanti cosí e Kakashi non mi voleva dire cosa cavolo gli era preso cosí in modo improvviso.

Ogni giorno è la stessa routine: mi alzo, la mattina, dal letto superiore al suo, scendo la scaletta e trovo il suo letto vuoto, già completamente rifatto.
Scendo le scale e lo trovo in cucina, a prepararsi uno dei suoi sovrumani sandwich, per me....
Invece di mangiarselo me lo lasciava sul tavolino e, dopo aver afferrato un pacco di biscotti, se ne torna in camera e non di fa vedere per tutto il giorno.
Non mi ha più parlato dall'ultima volta ma, nonostante fosse arrabbiato con me, continuava a prendesi cura di tutto, anche del gattino; ogni mattina trovavo la sua ciotolina piena di cibo, eppure non mi sembrava che avesse un bel rapporto con lui.
Poi, non avendo niente da fare, mi posiziono sul divano e faccio rimbalzare la mia compagna di depressione, la pallina rossa, che il micio cercava di acchiappare senza successo.

Devo ammettere che mi sento in colpa.
Non ho ben chiaro cosa ho fatto, infondo, ognuno di noi agisce senza sapere che le sue azioni potrebbero infastidire gli altri, avendo l'abitudine di compierle e non rendendosi conto, ma ciò non mi scusava affatto.
Avevo fatto qualcosa ad Hatake ed ero stata talmente stupida, prima ma anche ora, da non capire cosa.
Lui era cosí premuroso e poteva amare anche il suo acerrimo nemico, mentre io sono una mocciosa del cazzo che è egoista e, dopo aver finalmente trovato la persona più cara al mondo, la tratta di merda e non prova nemmeno a capirla o a farla sentire meglio, semplicemente perchè non sa come.

Cosí mi deprimevo ogni giorno pensando a questo, quasi saltavo i pasti, e questo era grave da parte mia.
A volte, quindi, l'unica cosa che mangiavo era il suo immenso sandwich per colazione e nient'altro.
Neko continuava a saltellare allegro intorno alla pallina rimbalzante ed io continuavo a pensare a lui.
Il gattino miagolò prima di abbandonarmi e salire le scale dirigendosi al piano di sopra.

(t/n): "Sai Neko? Non penso che Kakashi ti dirà cosa gli è preso. Ho l'impressione che ti odi a morte"

La pallina di pelo, ovviamente, non comprese le mie parole e continuò la sua avanzata balzando di gradino in gradino, felice come una pasqua.

[Kakashi]

Oramai era da un po' che mi isolavo qui dentro, seduto per la maggior parte del tempo nel letto, a guardare il nulla più totale; volevo che capisse come mi sentivo, che comprendesse i miei sentimenti verso di lei, perchè ero troppo codardo per dichiararmi e troppo stupido, tanto da fare concorrenza con un soffice gatto.
Cercavo di trattenermi dall'andare da lei e chiederle di tornare come prima.
Non volevo fargliela passare liscia, solo che capisse come mi sentivo.

Continuavo a fissare il pavimento quando dei passi felini raggiunsero le mie orecchie e, poco dopo, a quelli si sostituí un suono di artigli che grattavano sulla porta.
Deve essere... come lo aveva chiamato?
Ah, Neko, quel gatto malefico.
Aprii la porta con uno sbuffo, rivolgendo il mio sguardo verso il basso, sapendo già che fosse il gatto.
Questi miagolò felice e si stusciò sulla mia gamba con affetto, lo stesso affetto che lei serbava a lui...

K: "Smettila, sei solo un ruffiano"

Lo presi in braccio e richiusi la porta.
Continuava a strusciarsi su di me, leccandosi una zampina.
Era davvero dolce con quegli occhietti lucidi, grandi e di colore (c/o), come quelli di lei...
Mi stesi sul letto e me lo misi in pancia.
Lui camminava avanti ed indietro prima di accomodarsi all'altezza del mio stomaco.
Mi guardava curioso, in modo dolce.

K: "Cos'hai tu che io non ho?"

Il felino, ovviamente, non reagiva alle mie parole, ma continuava a fare le fusa, cosí provai a dargli una carezza sulla testa, al che, lui la strofinava ancora di più contro la mia mano.
Sorrisi involontariamente.

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